L'Italia del cemento vuole tornare - QdS

L’Italia del cemento vuole tornare

Rosario Battiato

L’Italia del cemento vuole tornare

mercoledì 31 Ottobre 2012

Gli ultimi dati in Sicilia, una delle regioni dove gli scempi sono ben visibili: 62 gli abusi con vincoli di inedificabilità assoluta nel 2010. In Senato la proroga del condono edilizio, a rischio le costruzioni in aree con vincoli di inedificabilità

PALERMO – Non è proprio una novità per un Paese costruito sul cemento prima abusivo e poi condonato. Accade così che oggi si discuta in Senato un nuovo disegno di legge (ddl 3131) che chiede di modificare il DL 269/2003 sul condono edilizio, riaprendo i termini – scaduti il 10 dicembre 2004 – per la presentazione delle domande di sanatoria degli abusi commessi fino alla fine del 2003 ed estendendo la possibilità di condono anche sulle violazioni dei beni ambientali e paesaggistici. Sarebbe il sedicesimo tentativo a partire dal 2010 per riaprire i termini del condono.
“Stop agli abbattimenti e via libera a tutte le costruzioni abusive anche in aree vincolate, in zone pregiate, in aree a rischio idrogeologico”. Gli appelli di Legambiente si susseguono più o meno ciclicamente in una realtà nazionale dove ad ogni piè sospinto si tenta di sanare anche gli abusi più selvaggi. Stavolta di tratta del “disegno di legge in discussione al Senato mercoledì 31 ottobre, primo firmatario il senatore Francesco Nitto Palma”, che potrebbe sanare anche edifici per i quali cui era stata bocciata la richiesta di condono ai sensi della Legge. A rischio ci sarebbero le coste, le aree archeologiche, i boschi, e poi anche le porzioni di territorio lungo i fiumi e i laghi.
 
Insomma un “libera tutti” che potrebbe assestare l’ennesimo colpo ad un territorio già martoriato da tre condoni negli ultimi tre decenni. “Questo disegno di legge – ha spiegato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente – può fare quello che fino ad oggi nessuno aveva avuto il coraggio di proporre: sanare tutto il cemento illegale anche nei luoghi più belli e delicati d’Italia cancellando anche le sentenze di demolizione già passate in giudicato e inaugurando una nuova colata di cemento, favorita dalla riapertura dei termini del condono”. Si agisce in perfetta contraddizione rispetto a quanto vanno predicando gli addetti ai lavori: il Paese va messo in sicurezza e continuare a costruire senza regola porterà altri disastri come seguito del rischio idrogeologico e sismico che affligge buona parte dell’Italia e oltre il 90% dei comuni siciliani.
Sembra abortito ancora prima del suo naturale sviluppo anche il ddl del ministro alle Politiche agricole che aveva proposto un ddl sul consumo di suolo per fermare la cementificazione selvaggia dei terreni agricoli. L’azione partirà dalla Campania, dove sarà aggirata la legge regionale, ma gli effetti si avrebbero ovunque. Il ddl, dopo la discussione, ripasserà all’esame della Commissione la prossima settimana.
Secondo lo smaltimento delle pratiche di sanatoria per le tre leggi di condono (47/85, 724/94 e 326/03) sono stati perpetrati, dal 1985 al 2010, 770 mila abusi sul territorio siciliano con una media agghiacciante di 30 mila casi all’anno. E questo solo per venire ai casi denunciati. Secondo i dati della “Relazione sull’abusivismo e sullo stato di definizione delle istanze di sanatoria edilizia”, il report curato dal dipartimento dell’Urbanistica dell’assessorato Territorio e ambiente, l’incidenza degli abusi nelle aree con vincoli di inedificabilità assoluta (bosco, battigia, parco, riserva, archeologico, spazi pubblici) sono stati 62: 14 archeologico, 1 boschivo, 18 battigia, 13 parco, 7 riserva, 6 spazi pubblici, 3 edilizia residenziale pubblica. Il vincolo violato con maggiore abusi edilizi è quello dei 150 mt dalla battigia, con 18 abusi complessivi accertati.

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