Napolitano su Obama: è esempio per l’Italia - QdS

Napolitano su Obama: è esempio per l’Italia

redazione

Napolitano su Obama: è esempio per l’Italia

giovedì 08 Novembre 2012

Il nostro Presidente sugli Usa: “Fortissimo senso dell’identità nazionale”

ROMA – “Four more years”, altri quattro anni. Lo slogan è diventato realtà: Barack Obama vince la sfida contro Mitt Romney e resta alla Casa Bianca, promettendo – tra l’ovazione della sua America ed i complimenti che piovono da tutto il mondo – che “il meglio deve ancora venire”.
L’avversario riconosce la sconfitta, dopo un ‘Election Day’ scandito dalla suspance, con un serratissimo testa a testa che alla fine – in attesa dei risultati definitivi – vede 332 grandi elettori dalla parte di Obama, contro i 206 per Romney. Il presidente incassa il 50% del voto popolare, due punti in più dell’avversario. Numeri ormai dati per certi, salvo l’esito della conta in Florida che però non dovrebbe incidere.
Per Obama è filata così più liscia del previsto, scongiurando pericolosi e temuti pareggi e riconteggi. A rivelarsi decisivo – come atteso alla vigilia – l’Ohio: arrivata la vittoria in questo stato, è bastato aspettare i risultati degli Stati della West Coast (dalla California a quello di Washington), e la soglia dei 270 elettori necessaria per l’agognata vittoria è stata superata. Con Romney che, dopo aver conquistato gli Stati del Sud, ha aspettato fino all’ultimo per riconoscere la sconfitta, e infine ha telefonato ad Obama per “augurare al presidente, alla First Lady e alle loro figlie ogni bene. Sono tempi molto difficili per la nostra grande Nazione, pregherò per il suo successo” nell’interesse del Paese, ha detto ai supporter riuniti nel quartier generale a Boston, dove era calato un silenzio tombale.
“Sono cose che in Italia non ci suonano molto familiari. Non è solo fair play, negli Stati Uniti è fortissimo il senso dell’identità e dell’orgoglio nazionale. L’interesse generale del Paese prevale sui contrasti. Prima avremo questo atteggiamento in Italia meglio sarà per il Paese’”, ha commentato il nostro Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Mr.President appare con la stessa grinta e ispirazione del 2008, nonostante l’enorme fatica. Sale sul palco con la moglie e le due figlie, che non dimentica nel suo discorso: guarda Sasha e Malia e dice di esserne ‘orgoglioso’.
“State diventando belle e forti come la mamma”, prosegue rivolgendosi alla sua Michelle: “ti amo, l’America ti ama”. E non tralascia anche una battuta alle figlie: “Credo che un cane basti…”. Poi rientra nel ruolo: “torno alla Casa Bianca più determinato che mai”, promette riservandosi il meglio per il nuovo mandato. Un mandato in cui non sarà facile tener fede alle promesse: gli Usa gli consegnano un Congresso spaccato, con il Senato ai democratici e la Camera ai repubblicani, cui Obama tende la mano per trovare “compromessi necessari per portare avanti il Paese”. Intanto l’America, il giorno dopo l’Election Day, fa passi avanti anche su alcune spinose questioni sociali. E grazie ai referendum svoltisi in concomitanza del voto si legalizzano le nozze gay nello Stato del Maine e l’uso della marijuana, anche per fini ricreativi, in Colorado e nello Stato di Washington. Ma nessun passo avanti arriva sulla pena di morte in California, che lo Stato decide di non eliminare.

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