AIAA, Autorità Investigativa Anticorruzione e Antimafia - QdS

AIAA, Autorità Investigativa Anticorruzione e Antimafia

Carlo Alberto Tregua

AIAA, Autorità Investigativa Anticorruzione e Antimafia

martedì 13 Novembre 2012

Prefetti, magistrati, Polizia, GdF, Carabinieri

Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, è sotto scorta dal 2003 per le minacce ricevute dall’organizzazione malavitosa, quindi è una personalità pubblica notoriamente antimafia. Non vi sono dubbi che porterà alla Regione questo suo patrimonio con un impegno straordinario a fronte del quale troverà resistenze straordinarie sia da parte del ceto politico che da quello burocratico.
Essere antimafia non basta. Occorre che nell’amministrazione regionale venga insediata in via permanente un’apposita autorità indipendente, quella che noi proponiamo con la denominazione di AIAA e cioè Autorità Investigativa Antimafia e Anticorruzione. Tale Autorità dovrebbe essere formata esclusivamente da prefetti, magistrati requirenti e ufficiali di Polizia, Guardia di Finanza e Carabinieri. Dovrebbe avere uffici nei capoluoghi, formati da persone delle stesse categorie, cui attribuire dipendenti altamente qualificati e specializzati.

Cercare le infiltrazioni malavitose all’interno della pubblica amministrazione tramite un’autorità indipendente, costituisce un’azione preventiva molto diversa da quella repressiva esercitata dalla magistratura ordinaria.
La presenza di tale Autorità, AIAA, in ambito regionale e negli uffici periferici, avrebbe una funzione di forte deterrente perché la presenza di qualificati servitori dello Stato, come prima indicati, dovrebbe far recedere burocrati disonesti dal farsi corrompere o dal farsi intimidire per fare camminare fascicoli, che invece dovrebbero essere cestinati.
Come si può ben capire, la corruzione è figlia delle infiltrazioni mafiose ma è anche figlia di comportamenti illeciti da parte di burocrati di vario livello, i quali fermano appositamente le pratiche per attendere la telefonata che chiede il favore ed il favore è sempre compensato dalla corruzione.
D’altra parte, dirigenti, funzionari e dipendenti regionali spesso si posizionano in uno stato d’immobilismo pernicioso, dicendo sempre di no a tutte le istanze di cittadini e imprese per non assumersi responsabilità. Anche questo comportamento è dannoso e deprovevole.

 
L’Autorità Investigativa Antimafia e Anticorruzione dovrebbe avere il compito d’investigare all’interno della burocrazia regionale e periferica, nonché della burocrazia comunale e di tutti gli enti che per un verso o per l’altro vivono di sovvenzioni pubbliche. Il suo compito dovrebbe altresì essere quello di scovare le sacche d’inefficienza e d’irresponsabilità che costituiscono il primo stadio che induce alla corruzione.
Vero è che la recente legge anticorruzione, approvata in via definitiva mercoledì scorso, ha messo dei paletti, ma essi sono blandi in tanti versanti. In ogni caso lo strumento c’è e l’AIAA potrebbe utilizzarlo.
La sua istituzione dovrebbe essere effettuata con legge regionale che i deputati onesti, appena eletti, dovrebbero votare all’unanimità. Ovviamente quei deputati che non la votassero dichiarerebbero implicitamente la loro benevolenza verso mafia e corruzione.
Il crinale è chiarissimo: sul versante dell’onestà collettiva o si sta di qua o si sta di là. Però, se gli atti di corruttela restano dentro la palude, interviene il detto secondo cui tutti sono colpevoli e, quindi, nessuno è colpevole.

Mentre si attende l’approvazione della legge regionale che istituisca l’AIAA, il presidente della Regione, che ne ha facoltà, dovrebbe emettere un proprio decreto col quale obblighi tutti i dirigenti regionali di ogni branca amministrativa, a livello centrale e periferico, a mettere sui propri siti tutti gli ordinativi per l’acquisto di beni e servizi, nonché tutte le relative fatture di acquisto e la data del loro pagamento.
Con quest’atto di trasparenza, il presidente Crocetta metterebbe i siciliani nelle condizioni di verificare l’equità del valore degli acquisti e i tempi di pagamento, prevedendo sanzioni patrimoniali e personali a carico di quei dirigenti che omettessero in tutto o in parte di attuare il decreto presidenziale.
Nel passato, l’ex presidente, Raffaele Lombardo, ha emesso diversi decreti presidenziali nei confronti dei dirigenti regionali, ma essi hanno fatto sempre orecchie da mercante. Mai sanzione è stata presa nei loro confronti.  (Sic!).

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