Lo spread sotto i 300 e le Borse brindano - QdS

Lo spread sotto i 300 e le Borse brindano

redazione

Lo spread sotto i 300 e le Borse brindano

martedì 04 Dicembre 2012

Differenziale tra Bund tedesco e Btp italiano ai minimi livelli dell’era Monti

ROMA – Lo spread tra il Btp e il Bund tedesco oscilla su 296 punti base, con il rendimento del Btp a 10 anni al 4,39%. Il differenziale tra i decennali spagnoli e tedeschi è a 375 punti base e il tasso dei Bonos al 5,17%. Una notizia salutata positivamente dalle borse europee.
“Una giornata positiva, siamo scesi sotto quota 300”. Ma “desidero confessare che per me c’é un livello spread a 287 punti base che rappresenta un obiettivo e che spero sia toccato”: il livello che rappresenta la “metà di quella quota 574 con cui abbiamo iniziato il nostro percorso. Siamo ancora a un livello che non è accettabile e fisiologico – ha ricordato il premier Monti – ma fa piacere la linea decrescente. Sul calo su – ha proseguito – influisce l’accordo sulla Grecia che penso abbia contribuito alla discesa. Come “un tiro alla fune” ogni volta che “c’é incertezza diffusa sulla tenuta dell’area euro, e la Grecia l’aveva creata, prevale la forza ascendente dei nostri spread. Ora ne abbiamo anche noi benefici”.
Già, la Grecia. Si apre una nuova settimana cruciale per il destino del Paese ellenico, ma il clima si rasserena con le dichiarazioni di Angela Merkel, che per la prima volta non esclude una cancellazione del debito di Atene. L’attesa è per l’Eurogruppo, che deve valutare l’operazione di buyback e, dunque, capire se dopo l’accordo politico della settimana scorsa ci sono anche le condizioni tecniche per l’erogazione degli aiuti. Ulteriori indicazioni sullo stato di salute dell’eurozona arriveranno poi giovedì dalla Bce, da cui il mercato non si aspetta comunque novità sui tassi.
“L’attuale programma di aiuti alla Grecia – ha osservato la cancelliera tedesca in un’intervista a diversi organi di stampa, commentando le ipotesi di ‘haircut’ – va fino al 2014, per il raggiungimento di determinati obiettivi di bilancio abbiamo concesso al Paese due anni in più di tempo, fino al 2016. Se un giorno la Grecia riuscirà a farcela con le proprie entrate, senza contrarre nuovi debiti, allora dovremmo esaminare e valutare la situazione. Ciò non accadrà prima del 2014-15, se tutto andrà come previsto”. Una cancellazione del debito, insomma, non viene più vista come il fumo negli occhi, ma il percorso è molto lungo: e passa, intanto, dall’Eurogruppo. Punto centrale della riunione dei ministri economici della zona euro è infatti il ‘buyback’ o riacquisto del debito da parte di Atene.
Il programma, che la Grecia deve lanciare entro lunedì, è una delle richieste del Fmi, che ha bisogno di verificarne l’efficacia prima di chiedere al suo board di dare il via libera agli aiuti (circa 32 miliardi di euro a cui lo scorso Eurogruppo ha dato un primo via libera ‘politico’). Ma sull’operazione di riacquisto pesano i dubbi di banche e analisti: difficile portarla in porto senza soldi ‘freschi’ e le banche greche sono scettiche avendo già subito perdite a marzo. Inoltre se l’operazione non raggiungerà l’entità immaginata dall’Eurogruppo (circa 40 miliardi di euro) potrebbe saltare tutto l’accordo sugli aiuti gettando nel panico il governo di Samaras che si aspetta nuovo ossigeno entro dicembre.

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