Riformare il settore della formazione - QdS

Riformare il settore della formazione

Francesco Sanfilippo

Riformare il settore della formazione

sabato 29 Dicembre 2012

Forum con Giuseppe Monaco, Segretario Generale UGL Sicilia

Da quanto tempo è segretario regionale del sindacato Ugl?
“Sono presidente da settembre”.
Quale vertenza avete seguito in particolare, nel 2012?
“La vertenza principale riguarda la formazione che va riformata per non perdere posti di lavoro”.
Qual è il problema più grosso che riguarda la formazione?
“Il problema più grosso, riguardo alla formazione, non è di legalità, ma di etica. La formazione, infatti, è di vitale importanza per lo sviluppo di un territorio, se fatta con criterio e legata allo sviluppo dei mercati. In Sicilia, invece, è divenuta un postificio, seppur il personale non sia responsabile di questa situazione. Eppure, oggi, le risorse che hanno permesso a questo sistema di sopravvivere, non ci sono più e la questione è che cosa fare di tutto questo personale. La stessa situazione la vivono i precari negli enti locali, i forestali, ecc…”.
Qual è la vostra posizione riguardo al precariato?
“Oggi, ad esempio, i precari negli enti locali sostituiscono autorevolmente tutti i dipendenti che sono andati in pensione. Questi precari garantiscono i servizi ai cittadini e senza di loro, le amministrazioni non potrebbero continuare a operare, poiché svolgono un lavoro molto importante.
La questione dei forestali è diversa, perché occorre impiegare questo personale in modo differente. Non si tratta di licenziare, ma si può rimpiegare questo personale per riqualificare il territorio, rendendolo fruibile attraverso gli investimenti dei fondi europei. La classe politica non ha mai avuto idea di come poterli impiegare proficuamente”.
Che indirizzo suggerite di dare al Governo attuale?
“È necessario che l’attuale governo individui assi strategici diversi, usando quei finanziamenti che il precedente governo Lombardo stava perdendo. Una parte di questo recupero è stata fatta dal governo Crocetta ed è stato apprezzato dall’Ugl. Il ministro per la Coesione territoriale del Governo Monti, Fabrizio Barca, si è incontrato più volte con i sindacati incluso il nostro. Nell’occasione, ci si è reso conto che il governo regionale Lombardo non aveva interesse a salvaguardare i finanziamenti in pericolo.
L’attuale assessore al Bilancio siciliano, invece, è in sintonia con il Governo nazionale e ciò potrebbe aiutarci a sbloccare i fondi inevasi. In questo, il Governo Crocetta ha avuto una buona intuizione, meno condivisibile è stata la scelta di sostituire il dirigente generale in modo repentino. Sarebbe stato meglio farlo affiancare da un sostituto affinché seguisse ciò che il dirigente aveva in corso d’opera”.
Di quali altri ambiti vi state occupando?
“Un altro ambito è la desertificazione industriale che è uno dei problemi più gravi, oggi, nell’Isola. A suo tempo, è stato un errore puntare sull’industria per lo sviluppo dell’isola, invece di indirizzarsi al turismo. È stato deturpato un territorio a Termini Imerse, mentre, oggi, la Fiat ha abbandonato quel territorio, lasciandolo devastato. La Fiat dovrebbe pagare ai siciliani lo scempio di quel territorio. Nonostante ciò, è stato aperto un tavolo tecnico presso la regione con le parti sociali e si sta cercando di recuperare il più possibile. Si cerca di creare un regime di convenienza, attraverso meccanismi che agevolino una riconversione industriale del territorio. Se questo regime non sarà creato, le industrie se ne andranno altrove. Infatti, gli industriali e i commercianti siciliani temono di più la burocrazia che la mafia. Perciò, occorre mettere mano alla burocrazia e il presidente Crocetta ha grande sensibilità su quest’aspetto. La regione Sicilia ha un esercito di dirigenti, di cui molti preparati, che oggi devono rendere fruibili tutti i meccanismi autorizzativi in modo serio e fluente. Si deve fare una formazione che serve senza speculazione e lo stesso deve avvenire per le risorse che sono a disposizione dell’industria e della Sanità. Finora, la sanità impegna un terzo delle risorse della Regione e si può stringere ancora, garantendo gli stessi servizi ed evitando gli sprechi. Molta gente può essere curata all’interno della loro casa al posto dell’ospedale, i cui Drg presentano costi impressionanti, abbassando il livello numerico degli interventi. Così, si potranno diminuire i costi e fornire un servizio più qualificato ai cittadini”. 
 
I concetti espressi sono chiarissimi, ma come possono trovare applicazione?
“L’asse finanziario europeo pensato per l’assistenza domiciliare, è già esistente e finanziabile come ha sostenuto il ministro Barca. Occorre lavorare su quest’asse per abbassare i costi sanitari e non è un progetto teorico ma pratico. Non si pretende che questo Governo regionale, in poco tempo, porti risultati ma che ci dimostri come vuole organizzarsi”.
Come sono i vostri rapporti con le istituzioni regionali?
“Noi siamo interlocutori di Crocetta, non amici, perciò le posizioni dell’Ugl sono quelle esposte e porteremo avanti le nostre idee, suddividendo i problemi nei tavoli appositi”.
Un terzo problema che state affrontando?
“Come sindacato, vorremmo che fosse finanziata l’impresa, usando in modo adeguato i fondi interprofessionali. I datori di lavoro, le imprese e i lavoratori finanziano un fondo per erogare corsi di formazione sulla sicurezza. Sono stato relatore al Senato, presentando l’applicazione del testo unico sulla sicurezza in Sicilia e una delle pecche che la Sicilia ha è che si realizza solo il 3% dei controlli alle aziende contro il 10%-12% delle altre regioni. Questo dato dimostra che non ci sono controlli e se non ci sono questi, non si può sapere se il testo unico è applicato o meno. Occorre migliorare la macchina dei controlli e, poiché la Regione ha molti funzionari, non si vede perché si debbano lasciare gli ispettorati sguarniti. In un’impresa, vanno applicati pochi principi ma semplici, informando il personale sui rischi generali e specifici. Qualcosa si vede, però la diminuzione degli incidenti è dovuta alla riduzione delle ore di lavoro, perciò solo i controlli possono fornire dati certi”.
 
Che posizione occupa l’Ugl rispetto agli altri sindacati regionali?
“La consistenza associativa di un sindacato avviene per autodichiarazione del sindacato stesso. L’Ugl è autorevolmente il quarto sindacato in Sicilia, poiché dietro non ci sono altre organizzazioni paragonabili. Occorre colloquiare con gli altri tre sindacati, conservando la nostra autonomia. Tutto ciò che si può fare assieme, si ha l’obbligo di farlo. All’incirca, l’Ugl comprende il 10% dei lavoratori rispetto al 60%-70% delle altre organizzazioni sindacali. Dichiarare numeri slegati dalla realtà, significa non essere credibili”.
 
La posizione del vostro sindacato nazionale prevede un contatto stretto con i lavoratori?
“Il rapporto col territorio è fortissimo e ogni iscritto ha diritto a esprimere il suo pensiero. È necessario essere i più corretti possibili nei confronti dei cittadini. Finora, tutte le volte che ho chiesto udienza alle autorità, non ho mai riscontrato alcun problema. Occorre chiedere nel momento e nel modo giusto senza speculazioni e non ci sono stati, fino a questo momento, pregiudizi nel dialogo con l’Ugl da parte delle Istituzioni”.  
La carica di segretario regionale comporta rimborsi spese?
“Non prendo rimborsi spesa, finché non sarà stabilito in consiglio direttivo. Già chi viene da altre provincie, è previsto che riceva il rimborso dei biglietti del pullman”.
 

 
Curriculum Giuseppe Monaco
 
Giuseppe Monaco ha 50 anni e nasce a Trapani. Dopo il diploma di ragioneria, diventa un operaio saldatore specializzato presso il Ministero della Difesa Italiano. Si iscrive alla Cisnal nel 1984, sindacato che diventerà nel 1996 l’Ugl con Renata Polverini. Qui trova gli spazi per promuovere la sicurezza sul lavoro, che costituisce ancora oggi, la sua attività prevalente. Nel 1994 diventa Segretario provinciale dell’Ugl di Trapani e membro degli Organismi centrali del Sindacato. Dal settembre 2012 è Segretario Generale dell’Ugl Sicilia.

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