Comune: corsa disperata contro il dissesto. Ma non è detto che gli sforzi basteranno - QdS

Comune: corsa disperata contro il dissesto. Ma non è detto che gli sforzi basteranno

Carmelo Lazzaro Danzuso

Comune: corsa disperata contro il dissesto. Ma non è detto che gli sforzi basteranno

giovedì 03 Gennaio 2013

Intervista esclusiva del QdS al ragioniere generale del Comune etneo, Giorgio Santonocito

CATANIA – Quello che si è appena concluso è stato un anno tutt’altro che semplice per il Comune capoluogo etneo. Dodici mesi scanditi dai numerosi tentativi messi in atto per evitare il dissesto economico dell’Ente, in particolare alla luce della già difficile situazione delle casse comunali e del sensibile taglio nei trasferimenti statali e regionali.
Con l’inizio del 2013 si possono dunque tirare le somme di quanto fatto finora durante la gestione del sindaco Raffaele Stancanelli (insediatosi nel 2008 dopo il collega e compagno nel Pdl Umberto Scapagnini e il cui mandato scadrà nei prossimi mesi) e per farlo abbiamo intervistato il ragioniere generale del Comune, Giorgio Santonocito.
A quanto ammontavano i debiti del Comune di Catania al 31/12/2008 e a quanto ammontano adesso, ormai alla fine del 2012?
“Al momento dell’insediamento l’amministrazione ha rinvenuto una rilevante situazione debitoria di oltre € 1 miliardo, di cui:
– € 530 milioni per mutui (oggi ridottisi a circa € 430 milioni);
– dalle Aperture di credito di circa € 100 milioni, in godimento al momento dell’insediamento dell’amministrazione e oggi rimborsate;
– un indebitamento fuori bilancio di € 216 milioni di cui oltre € 61 milioni connessi alla gestione di Amt ed € 91,6 milioni connessi alla copertura dei disavanzi di amministrazione degli anni 2003, 2004 e 2006 a seguito della mancata realizzazione finanziaria della operazione immobiliare denominata ‘Sviluppo e patrimonio’.
A oggi, rimborsate le Aperture di credito e fortemente ridotto, se pur non eliminato (a causa della mutata situazione finanziaria che ha visto negli anni progressivamente ridursi i trasferimenti statali e regionali) il pesante indebitamento nei confronti dei fornitori, i debiti fuori bilancio ancora da finanziare ammontano a € 55 milioni.
I debiti fuori bilancio sono recentemente impennati – anche a seguito della ormai nota Sentenza ‘Fasano costruzioni Srl’ – portando all’adozione, nella seduta del Consiglio comunale del 6 Dicembre scorso, delle misure di riequilibrio pluriennale di cui all’articolo 243 bis del Testo unico degli Enti locali, procedura che consentirà all’Ente di accedere a un Fondo rotativo di riequilibrio”.
Qual è stato, nel corso di questi anni, l’atteggiamento tenuto con i fornitori in attesa dei pagamenti? È stato rispettato l’ordine cronologico? Come vi siete comportanti con i decreti ingiuntivi ricevuti?
“I fornitori sono stati sempre pagati secondo un rigido ordine cronologico privilegiando i servizi essenziali, previsti dalla legge, quali, a titolo di esempio, la pubblica illuminazione, i servizi di igiene pubblica etc…
Ove possibile si è cercato di limitare il contenzioso privilegiando i bonari componimenti al fine di ridurre il carico di interessi.
A tal proposito non può, però, tacersi che la complessiva manovra di riduzione dei trasferimenti erariali (trasferimenti dello Stato) nei soli ultimi due anni, 2011 e 2012, ha importato tagli complessivi, per € 61,9 milioni mentre la complessiva manovra di riduzione dei trasferimenti regionali (trasferimenti della Regione Siciliana) nei soli due anni, 2011 e 2012, ha importato tagli complessivi, per € 9,8 milioni. Oltre € 71,7 milioni che hanno pesantemente inciso sull’equilibrio finanziario del Comune: nessun Piano strategico avrebbe retto a un tale impatto che ha rischiato di vanificare gli enormi sforzi posti in essere in materia di riduzione dei costi, di riduzione del personale e di lotta all’evasione (oltre € 140 milioni accertati dal 2009 a oggi e, in parte, già riscossi) e ha nuovamente allungato i tempi di pagamento dei fornitori. Peraltro la normativa nazionale ha ‘scambiato’ i trasferimenti erariali con un inasprimento della tassazione locale e con un inasprimento del contrasto all’evasione: misure evidentemente a più lento e incerto ciclo di riscossione: ciò ha portato un ulteriore deficit di cassa negli Enti locali e, nello specifico, nel Comune di Catania”.
Come si può spiegare l’enorme quantità di debiti fuori bilancio? E a chi vanno attribuiti?
“La dinamica dei debiti fuori bilancio richiede un approfondimento: a oggi la massa totale dal 2008 ammonta, come già detto a € 216 milioni; di questi rimangono ancora da finanziare € 55 milioni, gli altri (€ 161 milioni) hanno trovato la loro fonte di finanziamento e quindi non sono più tecnicamente “fuori bilancio” e sono in gran parte pagati o comunque oggetto di piani di rientro. La massa dei debiti fuori bilancio è certamente cresciuta negli anni, dal 2008 a oggi, per effetto di sentenze che hanno visto l’Ente soccombente. Rimane da dire che nessun debito fuori bilancio è stato creato da questa amministrazione e tutti sono inerenti ad anni antecedenti il 2008”.

Il rischio default non è ancora del tutto scongiurato. “Dovremo dimostrare di reggerci con le nostre forze”

Nei giorni scorsi siete stati sentiti dalla Corte dei Conti per dei chiarimenti sulla situazione economica dell’Ente: quali sono le principali criticità evidenziate dai magistrati contabili? Come avete risposto alle loro perplessità?
“L’audizione della Corte dei conti del 13 dicembre u.s. è stata incentrata sui debiti fuori bilancio ancora da finanziare (€ 55 milioni appunto) sulla elevata quota di residui attivi (crediti) ante 2006 iscritti in bilancio, sulla difficile situazione di cassa dell’Ente, sulla situazione delle Partecipazioni comunali oltre che su alcune registrazioni contabili (c.d. “partite di giro”) che la Corte ha ritenuto non corrette. Andando per ordine l’amministrazione ha reagito:
– accedendo alle misure di riequilibrio di cui al sopra citato articolo 243 Bis del Tuel (delibera consiliare del 6 dicembre u.s.) che, attraverso l’ormai prossima adozione di un Piano pluriennale di riequilibrio consentiranno di ripartire l’indebitamento su più anni avvalendosi del Fondo di rotazione per finanziare l’operazione
– procedendo all’eliminazione dal Bilancio di oltre € 140 milioni di residui attivi, cioè crediti relativi essenzialmente ai ruoli consegnati, negli anni 2006 e retro all’Esattore, Serit Sicilia Spa, e da questi riscossi con estrema lentezza, pur mantenendo salva l’iscrizione nel ‘Conto del Patrimonio’ stante il permanere delle ragioni del credito (delibera consiliare del 26 novembre u.s.)
– attivando una nuova procedura di riscossione dei tributi comunali attraverso un Agente della riscossione operativo dal 2 Gennaio 2013 e che è stato individuato tramite gara pubblica e verrà remunerato attraverso meccanismi fortemente premiali e direttamente correlati ai maggiori incassi che otterrà;
– adottando un Piano di riordino delle Aziende partecipate che prevede l’alienazione di parte delle partecipazioni comunali (deliberazione consiliare del 19 novembre u.s.)
– rettificando le operazioni contabili censurate dalla Corte di cui parte significativa era relativa a operazioni conclusesi in anni ormai lontani (deliberazione consiliare del 6 dicembre u.s.)
– adottando un nuovo assetto istituzionale (riduzione delle competenze e del numero dei soggetti politici: riduzione delle municipalità)”.
Ritiene definitivamente scongiurato il rischio dissesto finanziario?
“Il passaggio focale è l’approvazione da parte del Consiglio comunale del Piano di riequilibrio pluriennale e l’accesso al Fondo rotativo che consentirà di finanziare l’operazione di riequilibrio.
L’Ente dovrà dimostrare al Ministero ed alla Corte dei Conti, che valuteranno il Piano, di essere in grado di reggersi in piedi con le proprie forze (al di là del Fondo rotativo che comunque andrà rimborsato in dieci anni): dovrà rifunzionalizzare la propria spesa, ritoccare al rialzo i tributi (che d’altronde sono già quasi al massimo), mettere in efficienza e a frutto il proprio patrimonio immobiliare (sia alienandolo sia utilizzandolo per ridurre il carico degli affitti passivi), ridurre i costi della politica (in questo senso le iniziative già assunte dalla Giunta municipale in materia di riduzione degli emolumenti e del numero delle Municipalità e che, per ciò che concerne le Municipalità dovrà essere approvato dal Consiglio comunale), mettere in efficienza il sistema delle Partecipazioni comunali. Queste, per grandi linee, le direttrici del Piano che sarà sottoposto al Consiglio comunale.
Solo dopo l’approvazione l’Ente potrà tirare un respiro di sollievo certo di avere imboccato definitivamente la strada del risanamento”.

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