Acqua, torna la gestione pubblica - QdS

Acqua, torna la gestione pubblica

Rosario Battiato

Acqua, torna la gestione pubblica

sabato 12 Gennaio 2013

Un procedimento simile si sta attuando anche per la complicata questione delle Ato rifiuti. In Gurs la legge del 9 gennaio 2013: Ato in liquidazione, gestione diretta ai Comuni

PALERMO – È arrivata sulla Gurs di ieri la legge del 9 gennaio 2013, che contiene le norme transitorie per la regolazione del servizio idrico integrato. Assieme alla legge regionale sui rifiuti, sempre pubblicata sulla Gurs, si tratta di un importante primo provvedimento del governo Crocetta su un settore strategico come la gestione dell’acqua che, facendo seguito all’esito dei quesiti referendari del giugno 2011, tornerà in mano pubblica.
La nuova legge, che contiene disposizioni in materia di servizio idrico integrato, prevede che “la Regione riconosce l’acqua quale patrimonio pubblico da tutelare e trattare in quanto risorsa limitata di alto valore sociale, ambientale, culturale, economico; considera, altresì, l’accesso all’acqua quale diritto umano, individuale e collettivo e indirizza prioritariamente i propri obiettivi alla salvaguardia dei diritti e delle aspettative delle generazioni future”. La Regione procede quindi “nel rispetto dei principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza, alla riattribuzione delle funzioni esercitate dalle Autorità di ambito territoriale ottimale”. Il territorio regionale è “riorganizzato in nove ambiti territoriali ottimali, su base provinciale”. Principale attenzione sarà data per perseguire le preminenti finalità di interesse pubblico attraverso “il processo di riorganizzazione della gestione del servizio idrico integrato negli ambiti territoriali esistenti, secondo principi di solidarietà ed equità”. Gli Ambiti presenti sul territorio vengono avviati – così come i “colleghi” del settore rifiuti – in liquidazione a partire dal 9 gennaio.
“Le funzioni di commissario straordinario e di liquidatore – si legge sul testo della legge – sono assunte dai Presidenti dei consigli di amministrazione delle disciolte Autorità. I predetti commissari durano in carica sino al completamento delle attività di censimento delle gestioni preesistenti e di verifica dello stato dei rapporti giuridici attivi e passivi e comunque non oltre sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge”. Anche in questo caso – come avviene per la gestione dei rifiuti – si attende una successiva legge regionale da promulgare entro luglio che passi le funzioni delle Autorità d’ambito ai Comuni, che le esercitano in forma singola o associata senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica. Al comma sei dell’articolo primo è sottoscritto un altro passaggio essenziale che aveva già fatto esultare alcuni amministratori locali quando la legge non era ancora stata approvata dall’Assemblea regionale.
Una piccola vittoria per quelle amministrazioni "ribelli" che non avevano ceduto le infrastrutture idriche quando la normativa lo richiedeva in quanto “nelle more dell’approvazione della legge” si continua a leggere sul testo “i comuni che non hanno consegnato gli impianti ai gestori del servizio idrico integrato, continuano la gestione diretta”.
La soddisfazione di prima mano – è proprio il caso di dirlo – arriva, tra gli altri, da Michele Botta, sindaco di Menfi che fu il primo ad apporre la sua firma nel disegno di legge presentato all’Assemblea regionale siciliana. “L’unione di tutti e il coraggio assunto al vertice – ha spiegato il sindaco – ci ha fatto ottenere un grande risultato e ha consentito alle famiglie di risparmiare oltre 1.500 euro in quattro anni”.

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