Pil in calo: a rischio interi settori produttivi - QdS

Pil in calo: a rischio interi settori produttivi

Andrea Carlino

Pil in calo: a rischio interi settori produttivi

martedì 15 Gennaio 2013

L’allarme lanciato dalla Regione siciliana nel rapporto “L’analisi congiunturale dell’economia siciliana nel 2012”. A risentire maggiormente della crisi il settore edilizio (-15,2%) e quello industriale (-6%)

CATANIA – Caduta libera del Pil in Sicilia, in calo di oltre il 2% a fine 2012: l’allarme arriva direttamente dalla Regione siciliana e conferma quanto sostanzialmente anticipato dal QdS nell’edizione di mercoledì scorso. Secondo gli analisti la crisi di lunga durata sta mettendo a dura prova il tessuto sociale, con il rischio di scomparsa di interi settori industriali.
A risentire della crisi maggiormente, è il settore dell’industria il calo nel 2012 è stato del 6%.
La flessione maggiore riguarda l’edilizia, del 15,2% nel 2011. un lieve segnale positivo arriva invece dall’agricoltura, con un certo recupero che si dovrebbe tradurre in una crescita del valore aggiunto, a fine anno, di 1,8 punti percentuali, per il comparto della vite e quello agrumicolo. I dati non sono migliori nemmeno per il 2013: si stima un nuovo calo della produzione di beni e servizi tra lo 0,3 e lo 0,5 per cento.
L’allarme arriva direttamente dalla Regione siciliana.
I dati sulla crisi che continua a soffocare l’economia sono contenuti nel rapporto “L’analisi congiunturale dell’economia siciliana nel 2012” elaborato dal servizio statistica del dipartimento Bilancio della Regione. “Lo scenario macroeconomico che attualmente fa da contesto al sistema Sicilia non mostra certo segnali incoraggianti – scrive il capo del servizio statistica, Giuseppe Nobile – Sono ormai cinque anni che la regione vive una spirale di arretramento che va ben oltre la congiuntura e sta diventando un dato strutturale”.
Per i tecnici del Bilancio, dunque, la situazione potrebbe aggravarsi senza riforme incisive e in questo contesto potrebbe giocare un ruolo fondamentale anche il governo della Regione con un’azione di risanamento e riformatrice, al di là dei limiti imposti dal patto di stabilità e dalla stretta finanziaria. “Una crisi di lunga durata sta mettendo a dura prova il tessuto sociale – mettono in guardia gli analisti della Regione – mentre le performance delle imprese stanno ridisegnando la mappa delle attività, con il rischio di scomparsa di interi settori industriali”. E “in questo contesto gli elementi di vitalità, che pure esistono e che riguardano in primo luogo la propensione all’export – avverte il capo dell’ufficio statistica – non riescono a compensare l’arretramento competitivo generale del sistema produttivo, con gravi riflessi sull’occupazione”.
In calo il settore industriale: a fine 2012, si attesterebbe intorno al 6 per cento (dati Prometeia), in netto peggioramento rispetto all’anno precedente quando la contrazione del valore aggiunto si é attestata al 2,2 per cento.
Male il settore edilizio: nei primi otto mesi dell’anno scorso secondo i rilevamenti dell’associazione italiana tecnico economica cemento (Aitec), in Sicilia sono stati prodotti 1,4 milioni di tonnellate di cemento, il 15,2% in meno del 2011.
Negativo anche il mercato immobiliare: i dati sulle compravendite immobiliari forniti dall’Agenzia del territorio evidenziano, per il secondo trimestre 2012, una flessione in Sicilia del 27,4% (-32,3% nei comuni capoluogo).
L’edilizia non residenziale, valutabile attraverso i dati relativi ai lavori pubblici banditi sulla Gazzetta ufficiale della Regione segnala per i primi otto mesi del 2012 una ulteriore riduzione nel numero delle gare (-41,8%), che passano da 371 a 216, mentre cresce il valore degli importi delle stesse (+18,3%), dovuto alla pubblicazione di tre grosse gare che hanno riguardato le province di Palermo, Messina e Siracusa.
Qualche segnale positivo arriva invece dall’agricoltura, con un certo recupero che si dovrebbe tradurre in una crescita del valore aggiunto, a fine anno, di 1,8 punti percentuali. L’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea) comunica che in Sicilia dopo tre anni di flessioni la produzione vitivinicola torna a crescere, in controtendenza con l’andamento nazionale.
Malgrado il clima avverso, caratterizzato da un lungo periodo di siccità, la produzione ha risentito degli effetti positivi della riduzione della vendemmia verde e dell’entrata in produzione dei nuovi impianti, realizzando un risultato che si aggira intorno ai 6 milioni di ettolitri di vino, a fronte dei 4,8 milioni della vendemmia precedente (+29%). Crescite produttive si registrano anche con riferimento al comparto agrumicolo, nel raccolto dei principali prodotti della regione (arance +15,4%, mandarini +8,1% e limoni +0,2%), al comparto olivicolo, con un raccolto complessivo di olive pari a 3,4 milioni di quintali (+8,6%) e a quello cerealicolo, in cui la produzione di frumento duro, 8,4 milioni di quintali, registra una crescita del 6% rispetto alla scorsa campagna agricola, ponendo la Sicilia al vertice nella graduatoria nazionale per quantità.

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