Formazione, cig sbloccata. Restano i nodi al Dipartimento - QdS

Formazione, cig sbloccata. Restano i nodi al Dipartimento

Michele Giuliano

Formazione, cig sbloccata. Restano i nodi al Dipartimento

sabato 26 Gennaio 2013

Erogate le somme per il cofinanziamento all’Inps, ancora si parla del trasferimento dei 60 dipendenti. Chiesto un censimento del personale: già lunedì si avranno i dati aggiornati

PALERMO – Adesso è ufficiale: è stato confermato il termine del 28 febbraio prossimo per "agganciare" i decreti di ammissione ai benefici degli ammortizzatori in deroga all’Inps.
Dal Ministero del Lavoro e dallo stesso istituto di previdenza è stata posta una sola condizione, e cioè che la Regione versi la quota di confinaziamento. La Regione Siciliana sembra che questi soldi li abbia già belli e pronti. Solo per un problema tecnico, è stato riferito dall’assessorato regionale alla Formazione, non si è potuto emettere il mandato a favore dell’Inps già nei giorni scorsi. Infatti era stato disattivato momentaneamente il Sic, il sistema informatico, che in questi giorni è stato riattivato.
“Le somme sono state quindi trasferite in queste ore – rende noto la Uil Scuola Sicilia -: le somme sono state destinate all’Inps secondo quanto dovuto. E’ stato riferito dal dirigente generale del Dipartimento Lavoro alle organizzazioni sindacali”.
La bufera era esplosa nei giorni scorsi perché i fondi della cassa integrazione per i dipendenti della Formazione licenziati nel 2012 non erano ancora stati erogati. Situazione che è specchio di un sistema imploso, fatto da ben 10 mila lavoratori e che costa ogni anno alla Regione 300 milioni di euro, spicciolo più spicciolo meno, per poi produrre praticamente benefici zero al mondo del lavoro.
L’apparato è talmente vasto che gli effetti sui licenziamenti sono stati terribili, tanto che la Regione Sicilia si è vista mettere un freno dal governo nazionale proprio per il pagamento della cassa integrazione. E ancora oggi si stanno verificando enormi effetti domino.
Dopo il maxi trasferimento di 60 dipendenti dell’assessorato alla Formazione disposto dal governatore Rosario Crocetta, ecco il maxi censimento degli operatori della formazione professionale. La Regione ha ordinato a tutti gli enti di aggiornare i dati dei lavoratori inseriti nell’elenco unico del personale della formazione. Dovranno farlo entro questa settimana. Dunque, il governo si aspetta di trovare già lunedì tutti i dati aggiornati del personale della formazione. Gli enti inadempienti incorreranno nelle sanzioni previste dal decreto in materia di revoca dell’accreditamento.
L’aggiornamento dovrà riguardare, oltre che la condizione lavorativa, anche i dati personali e professionali di ogni singolo lavoratore. Decisioni che però hanno scatenato un polverone di polemiche.
Ad alzare la voce il deputato regionale de La destra, Nello Musumeci: “Crocetta faccia i nomi dei dipendenti responsabili – sostiene – altrimenti è solo fumo negli occhi. Se la rotazione del personale è solo un criterio allora va applicato in tutti gli altri assessorati. Se, invece, l’allontanamento dalla Formazione di dirigenti e impiegati è legato ad una accertata condotta dolosa, il presidente della Regione ha il dovere di fare subito nomi e cognomi. Non può continuare a demonizzare il personale dipendente – conclude l’esponente de La Destra – diffondendo in alto e in basso una odiosa cultura del sospetto, che finisce per colpire anche chi ha fatto il proprio dovere con scrupolo e coscienza”.
 

 
L’approfondimento. Licenziamenti ma anche nuove assunzioni
 
Se da una parte si licenzia dall’altra però gli enti potrebbero anche assumere. Uno scenario paradossale che è stato denunciato dall’Ugl nel corso di un faccia a faccia proprio con il neoassessore alla Formazione professionale, Nelli Scilabra. Secondo il sindacato a fronte di centinaia di persone “messe alla porta” potrebbero arrivare “nuovi assunti”. E ancora, le sigle avanzano dubbi sui criteri scelti per selezionare i lavoratori da richiamare in servizio. Criteri che farebbero passare in secondo piano quelli “oggettivi dell’anzianità di servizio, del carico familiare e delle esigenze tecnico-produttive ed organizzative dell’ente”. Secondo quanto sostenuto dal responsabile Ugl Tony Provenzale questo è “l’epilogo che sembra essere una marginalizzazione dei suddetti criteri a favore di altri che porterebbero, a parere dei lavoratori, a scelte soggettive e discriminanti”. A tal proposito si dice che sarebbero già oltre mille i ricorsi depositati dagli operatori della formazione professionale licenziati dagli Enti formativi dove prestavano attività in virtù di un contratto a tempo indeterminato. C’è infatti la legge 24/76 che ancora è in vigore e che prevede per questi lavoratori la garanzia occupazionale.

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