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Messina – Corsa alla Magnifica poltrona quattro gli aspiranti in Ateneo

Francesco Torre

Messina – Corsa alla Magnifica poltrona quattro gli aspiranti in Ateneo

giovedì 31 Gennaio 2013

Tra conservatori - probabilmente legati al rettore uscente - e candidature di rottura col passato. Vita, Navarra, Cupaiolo e Tassone: i giochi per la successione di Tomasello

Messina – Sono saliti a quattro gli aspiranti rettori dell’Università di Messina. Dopo l’ufficializzazione delle candidature di Giuseppe Vita e Pietro Navarra, nei giorni scorsi sono stati confermati i rumors che vedevano in pole position per la Magnifica poltrona due altri docenti dell’Ateneo, Giovanni Cupaiuolo e Antonio Romano Tassone.
Il primo, docente di Letteratura latina ed ex preside del Dipartimento di Lettere e Filosofia, rappresenta la vera alternativa alla linea di successione tracciata da Francesco Tomasello (non a caso ha subito incassato il sostegno del gruppo No Proroga), e infatti la missiva con la quale si è presentato all’elettorato parla chiaro in merito ad una diversità di toni e metodi rispetto all’autoritarismo (e spesso all’arroganza) di un Rettore che, pluri-indagato e inquisito dalla Magistratura, si è anche permesso nei giorni scorsi di dare i “compiti per casa” al suo successore.
“Alla serie di criticità (decremento delle iscrizioni e inadeguatezza dei servizi offerti agli studenti, costante ridimensionamento del fondo di funzionamento ordinario, incertezza sul futuro dei ricercatori a tempo determinato, come pure dei futuri idonei nelle abilitazioni nazionali, drastica riduzione del contingente tecnico-amministrativo e mancata valorizzazione delle professionalità, ecc.) non si può rispondere con provvedimenti-tampone di breve durata ed efficacia”, scrive Cupaiuolo ai colleghi, ai tecnici-amministrativi, agli studenti, “ma è necessario contrapporre un piano che, sulla strada del rilancio dell’identità del nostro Ateneo, produca una netta inversione di tendenza e abbia la forza necessaria per consolidarsi nel tempo: non vogliamo vivere in un contesto ‘precario’, non possiamo rimanere passivi davanti ai problemi e alle avversità, non dobbiamo subire ma reagire”.
Diverse le vedute del quarto candidato, l’outsider Romano Tassone, professore di diritto amministrativo, secondo cui “il recente ma progressivo calo di fiducia nell’Ateneo da parte della comunità cittadina e nazionale è in larga parte ingiustificato”. Forse Tassone in questi anni si è dedicato troppo alla didattica e non ha letto i giornali. Fatto sta che la sua si propone come una candidatura fuori dai tradizionali gruppi che si sono avvicendati alla guida dell’Ateneo. A parole. Di fatto potrebbe essere una presenza di disturbo per togliere voti a Navarra e favorire Vita, delfino di Tomasello, ad oggi vero favorito per la corsa all’Ermellino.
Lo schema dei giochi elettorali universitari è quindi ormai tracciato. Tomasello, che comunque ha riservato per sé il ruolo ormai più importante, quello di primo presidente della nuova Fondazione, intenderà garantire la vittoria del proprio gruppo di potere tramite la candidatura di Giuseppe Vita, il cui antagonista tradizionale sarebbe Giovanni Cupaiuolo, peraltro molto vicino all’ex Rettore Silvestri.
L’attuale Magnifico, però, sembra quasi temere più il fuoco amico che quello nemico, ovvero Pietro Navarra, che gode di un appoggio trasversale nonostante (o proprio perché) miri esclusivamente ad un mero ricambio generazionale della governance accademica. In questo senso sembra situarsi la candidatura di Romano Tassone, che negli ambienti di Giurisprudenza dovrebbe drenare voti proprio a Navarra.
È emblematico, comunque, che tre candidati su quattro siano espressione dell’attuale gestione dell’Ateneo. La stessa gestione che è andata avanti con autoproroghe, atti autocratici, spinte autoreferenziali, richiami della magistratura, differimenti e sospensioni, minando la qualità della didattica e l’autorevolezza di un istituto la cui fama di verminaio e stipendificio è ormai stata universalmente acclarata. Tanto valeva inserire nel nuovo statuto la successione dinastica. Tomasello non avrebbe avuto problemi ad esercitare il diritto, visto che nel libro paga dell’Ateneo ormai c’è tutta la sua Magnifica famiglia.

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