Una guida per i consumatori emigrati nei paesi Ue - QdS

Una guida per i consumatori emigrati nei paesi Ue

Michele Giuliano

Una guida per i consumatori emigrati nei paesi Ue

martedì 19 Febbraio 2013

Informazioni utili sui propri diritti: sanità, lavoro, maternità e invalidità i temi più affrontati. L’iniziativa della Cgil: l’opuscolo scaricabile gratuitamente da internet per orientarsi

PALERMO – 170 pagine di orientamento e di suggerimenti per i cittadini migranti nell’ambito dell’Unione Europea. Un’opera imperdibile soprattutto per i siciliani in un periodo in cui i flussi migratori stanno nuovamente riprendendo quota a causa anche della crisi congiunturale che non garantisce adeguati sbocchi occupazionali e professionali.
Di fronte a questi scenari è fondamentale per i consumatori acquisire tutte le informazioni per garantirsi la possibilità di riconoscimento dei diritti necessari. Il Passaporto dei diritti, realizzato nel’ambito del progetto Tesse dall’Inca Cgil, fornisce una serie di elementi di orientamento in questo senso che sono da far conoscere e da diffondere alle persone che si muovono.
Redatto in Italiano, Inglese e Francese, il manuale è scaricabile liberamente dal sito dell’Osservatorio Inca (www.osservatorioinca.org/section/includes/attach_file/Passaporto.pdf).
 
Tantissime le domande a cui si risponde: sono studente e vorrei studiare all’estero, avrò diritto all’assistenza sanitaria? Vivo e lavoro in un altro Stato membro, a quali prestazioni ho diritto in caso di malattia? E in caso d’infortunio sul lavoro? Chi pagherà la mia pensione? Sono un lavoratore atipico, quali norme di sicurezza sociale si applicano nel mio caso, se volessi andare a lavorare in un altro Stato membro? Sono un cittadino di un paese terzo, quali sono i miei diritti? La risposta e queste e a tante altre domande la si trova per l’appunto nel nuovo Passaporto dei diritti. Non solo informazioni nel manuale ma anche esempi e indirizzi utili, da scaricare e diffondere liberamente per le sessioni di formazione, per i servizi sindacali e sociali e da pubblicare sui siti internet.
Le nuove regole del coordinamento europeo dei sistemi di sicurezza sociale, entrate in vigore nel 2010, spiegate con parole semplici: quali sono i principi di base, in quali paesi valgono, a chi e a quali condizioni si applicano, le clausole a cui prestare attenzione, gli indirizzi a cui rivolgersi in 12 Paesi europei, se pensate che i vostri diritti non siano stati rispettati. Siamo in presenza, in buona sostanza, di un vademecum per orientarsi tra le differenti e complesse normative nazionali in tema di sicurezza sociale e, così tutelarsi e agire in modo consapevole.
Un agile e prezioso opuscolo rivolto a cittadini e lavoratori europei che, superando le frontiere nazionali per lavorare, studiare o semplicemente vivere in altri Paesi europei, desiderano conoscere i loro diritti in tema di sicurezza sociale. I tempi più sviscerati e ricorrenti sono quelli legati alla sanità, maternità, paternità, invalidità, assegni in caso di morte e infortuni sul lavoro, malattie professionali, disoccupazione. Il “Passaporto dei diritti” è curato da Carlo Caldarini, responsabile dell’Osservatorio Inca Cgil (il centro di studi e documentazione per le politiche sociali in Europa del patronato che ha sede a Bruxelles), in collaborazione con Paola Cammilli, ed è cofinanziato dalla Commissione europea. Si inserisce nell’ambito di un più ampio progetto di cooperazione internazionale.


Si stima che nei prossimi 20 anni lascerà il Sud Italia 1 giovane su 4
 
Il progetto Tesse (Transnational Exchanges on Social Security in Europe) ha coinvolto istituzioni nazionali specializzate in materia di sicurezza sociale e parti sociali con lo scopo di favorire lo scambio di pratiche e di esperienze tra Paesi membri dell’Unione Europea in tema di sicurezza sociale e libera circolazione delle persone. Da considerare che tale guida dell’Inca tornerà più che utile ai cittadini del Sud che, secondo quanto attestato dall’Istat, tra il 2003 e il 2012, hanno raggiunto la poco invidiabile cifra delle 750.000 unità di inattivi in età da lavoro. Se quando ci sono questi tassi allora è da qui che nasce l’esigenza di emigrare. Nel 2009 sono partiti in direzione del Centro-Nord oltre 23.000 giovani e nei prossimi 20 anni il Mezzogiorno si stima che perderà quasi un giovane su 4 e nel 2050 gli under 30 al Sud passeranno dagli attuali 7 milioni a meno di 5. Per quanto riguarda l’estero, gli iscritti all’ anagrafe degli Italiani residenti all’estero (Aire) di età compresa tra i 20 e i 40 anni hanno registrato un incremento (dovuto a un flusso in uscita dall’Italia) pari a 316.572 unità tra il 2000 e il 2010 con un ritmo di oltre 30.000 espatri all’anno.

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