Finalmente Acerra. Ora subito la Sicilia - QdS

Finalmente Acerra. Ora subito la Sicilia

Carlo Alberto Tregua

Finalmente Acerra. Ora subito la Sicilia

sabato 04 Aprile 2009

Termovalorizzatore, sconfitti i signor no

Giovedì 26 marzo, il presidente del Consiglio ha inaugurato il termovalorizzatore di Acerra, dopo anni di blocco di tutti i signor no che hanno rovinato l’Italia. Finalmente potranno essere bruciate  600 tonnellate al giorno di rifiuti sulle oltre 2000 che si raccolgono giornalmente in Campania. Una valvola di scarico ancora modesta ma significativa, perché finalmente è prevalso l’interesse generale su quello di parte dei cittadini locali.
Il “Nimby” (acronimo di “Not in my back yard”, ovvero “Non nel mio cortile”) è un facile slogan dietro il quale si nascondono non solo onesti cittadini in buona fede, ma disonesti, falsi ambientalisti e, soprattutto, infiltrazioni della criminalità organizzata che dai rifiuti ottiene vantaggi finanziari  non indifferenti.
Quattordici anni di emergenza ambientale a Napoli sono l’emblema di una città dove l’intreccio tra camorra e istituzioni ha impedito l’ordinaria amministrazione.

Vedi caso, nel Nord del Paese ove l’infiltrazione mafiosa è molto bassa, vi sono tanti termovalorizzatori funzionanti. Peraltro, ogni nazione d’Europa è dotata di tali impianti. A Vienna uno di essi è collocato in centro. L’ ordinata Germania, dotata di termovalorizzatori o inceneritori, si è fatta pagare i rifiuti dalla Campania e il Governo, cioè tutti i cittadini, ha sborsato ben 300 euro a tonnellata per portare la monnezza da Napoli al cuore d’ Europa. Un autentico  salasso.
Ora è necessario che le altre linee dell’impianto di Acerra vengano attivate al più presto e che gli altri impianti previsti in Campania siano aperti, in modo da smaltire non solo la produzione giornaliera di rifuti, ma pian piano tutti quelli ammassati nelle discariche, che pare ammontino a 10 milioni di tonnellate. L’inquinamento lamentato da chi vive nel luogo del termovalorizzatore è pari a quello prodotto dagli scarichi di poche auto.
La questione dei rifiuti è grave in tutto il Sud, per le ragioni esposte, ma in Sicilia è più grave che altrove.

Qui vi sono 27 Ato (Ambito territoriale ottimale) Spa, le quali hanno creato oltre 900 milioni di debiti ed i cui Consigli di amministrazione, in cui vi sono politici trombati e galoppini (non tutti), sono costati nel 2007, come più volte pubblicato in queste pagine, quasi 7 milioni di euro.
Ora è in atto la riforma che riduce le Ato a 10 (uno per provincia e uno per le Isole minori), ma tale riforma, varata sotto forma di decreto del presidente della Regione e poi ritirato e commutato in ddl, è giacente in Assemblea regionale. Nelle more, le Ato Spa continuano ad accumulare debiti e a non fornire il servizio alla cittadinanza.
In questo quadro, luccica l’assenza di iniziative per attivare i quattro termovalorizzatori previsti. Lo stop deriva dal fatto che l’Ue ha contestato i precedenti bandi in quanto non pubblicati sulla Gazzetta europea, nel luglio 2007, intimando la pubblicazone ex novo secondo le regole comunitarie. Non si capisce come mai chi non abbia eseguito le prescrizioni non sia stato cacciato a pedate senza stipendio e senza liquidazione, ma resti a mangiare ancora nella greppia pubblica.

L’ulteriore ritardo di due anni è vergognoso, perché arrivare ad una situazione di emergenza in varie parti della Sicilia non ci vuole molto, in quanto le discariche si stanno riempiendo e non vi è nuova disponibilità. La mancata attivazione dei termovalorizzatori, in Sicilia, comporta la perdita di produzione di energia elettrica bastante ad alimentare 800 mila famiglie.
Ma tutto è in stand-by. Il ceto politico dovrebbe sentire la necessità di fare funzionare le cose. Oggi e non domani. I comportamenti del teatrino della politica palermitana sembrano tratti dalle commedie di Georges Feydeau (1862-1921), nelle quali gli equivoci, gli inganni e le incomprensioni sono alla base delle divertenti trame. Ma in politica ci vogliono serietà, coscienza e non divertimento.

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