La staffetta fra Ratzinger e Bergoglio - QdS

La staffetta fra Ratzinger e Bergoglio

Carlo Alberto Tregua

La staffetta fra Ratzinger e Bergoglio

venerdì 15 Marzo 2013

Il gesuita arcivescovo di Buenos Aires
 

Jorge Mario Bergoglio, 76 anni, è stato eletto, alla quinta votazione, Papa. Col suo annuncio, il protodiacono ha annunciato urbi et orbi che l’arcivescovo di Buenos Aires aveva assunto il nome di Francesco (primo).
Su tutti i quotidiani di ieri l’informazione era allineata, senza alcuno spirito critico che tentasse di accertare i fatti. è ben evidente che fino a quando non si conosceranno i particolari dell’andamento del Conclave, è difficile determinarli. Tuttavia, alcune considerazioni fuori dal coro possono essere fatte.
Molti ricordano che il cardinale Bergoglio fu il più strenuo competitore del cardinale Ratzinger nel Conclave del 2005. Sembra che dopo un braccio di ferro egli abbia fatto un passo indietro consentendo al Tedesco di essere eletto, pur mantenendo, Bergoglio, la seconda posizione. Non sappiamo se vi sia stato accordo fra i due per fare una staffetta.

Alla luce dei fatti si può ragionevolmente dedurre che la staffetta vi sia stata. Anche se il Papa emerito non ha partecipato al Conclave, è stato pur sempre colui che ha nominato, nei suoi otto anni di pontificato, ben 67 cardinali e, come è noto, ne bastavano 77 per eleggere il nuovo Papa, cioè solo dieci in più. Questa considerazione non inficia, né vuole inficiare, la legittima elezione di Francesco. Tuttavia, alle persone dotate di autonoma capacità di ragionamento la circostanza non può sfuggire.
La seconda considerazione riguarda proprio il nome che ha assunto il nuovo Papa. Da molti questo nome era stato indicato e probabilmente tale indicazione non è caduta nel vuoto. Infatti, è una bella immagine e un ottimo strumento di comunicazione utilizzare il nome del santo di Assisi per acclarare la via della semplicità e della povertà.
La terza considerazione riguarda i precedenti di Bergoglio. Suoi detrattori dicono che egli fu molto mite con la dittatura e che non si oppose decisamente ai massacri che fece, con la sparizione di decine di migliaia di desaparecidos.
I gesuiti passano come l’intellighenzia della Chiesa, un’intellighenzia colta, che riesce a coniugare i precetti con la realtà.

 
Il Vaticano è uno Stato che ha meno di mille abitanti, con un territorio microscopico di 0,44 kmq. Però cura e gestisce un popolo di quasi 1,2 miliardi di esseri viventi, indipendentemente dalla pratica che essi fanno della religione cattolica.
Che arrivasse un Papa americano era nell’aria. Molti puntavano sul brasiliano Scherer, anche perché in quella Federazione vi sono ben 120 milioni di cattolici ferventi. Ma anche in Argentina la religione cattolica è molto seguita. Forse è questa la ragione per cui fra l’attuale presidente della Repubblica Cristina de Kirchner e l’ex primate del Paese sudamericano non corresse buon sangue.
Ora che lui è stato promosso e si è trasferito a Roma, sembra sia in atto una riconciliazione, probabilmente dovuta al fatto che si sia tolto da quel territorio. Vedremo quale arcivescovo di Buenos Aires nominerà il nuovo Papa.

Sono anche delusi i nordamericani che speravano potesse emergere il cappuccino O’Malley. Tuttavia, le speranze sono una cosa, i giochi per concentrare i consensi sono un’altra cosa. Anche perché il Papa è capo spirituale dei cattolici, ma è pur sempre un capo di Stato, con centinaia di Nunzi apostolici (ambasciatori) sparsi per il mondo e con una rete capillare  che ha il compito di portare in giro il verbo della Chiesa.
Ma di quale Chiesa? Di quella governata dalla gerarchia o della Chiesa di Pietro? E qui la discussione è aperta per cercare di capire se ha vinto la Curia o se Bergoglio è stato eletto contro la Curia. Dai suoi atti di governo materiali e spirituali si potrà capire in qualche modo la verità.
I problemi che gravano sulla Chiesa di Roma sono tanti: castità, pedofilia, aborto, magistero delle donne, preservativo e così via. Ci vuole molto coraggio ad affrontarli in modo innovativo, adeguandoli al sentire dei popoli del terzo millennio.
Dagli atti di governo capiremo se nell’azione di Bergoglio vi sia ancora la mano di Ratzinger o se egli vorrà intraprendere la strada dell’innovazione che tutti ci auguriamo, per una Chiesa cattolica moderna in quanto capace di capire le reali esigenze delle popolazioni. Esigenze che esaltino Etica & Valori.

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