Formazione, l’ora della svolta. Ecco le linee-guida della riforma - QdS

Formazione, l’ora della svolta. Ecco le linee-guida della riforma

Michele Giuliano

Formazione, l’ora della svolta. Ecco le linee-guida della riforma

sabato 20 Aprile 2013

Prevista la divisione in tre macro-categorie: l’obbligo d’istruzione, formazione superiore e permanente. Per gli enti tanti obblighi: ci saranno il doppio conto corrente e costanti controlli

PALERMO – Deve essere una corsa contro il tempo perché si deve riprendere il percorso in tempi certi e stabiliti. E poi bisogna fare le cose per bene questa volta per evitare di incappare in una nuova empasse del settore. Il governo siciliano si dà una sorta di linea guida per riprendere le fila della Formazione professionale, un comparto finito nel vortice delle polemiche e che non ne è mai riuscito a togliersi di dosso la fama di mangiasoldi.
L’assessore alla Formazione, Nelli Scilabra, ha annunciato in che modo intende muoversi il governo siciliano per rifondare il settore. Anzitutto provvederà ad una suddivisione della Formazione in tre macro-categorie: l’Oif, l’obbligo di istruzione e formazione; la formazione superiore; ed infine la formazione permanente.
In secondo luogo ogni ente sarà obbligato ad attivarsi non uno ma due conti correnti distinti, uno dedicato alla gestione ed uno al personale, che verrà controllato mensilmente. Inoltre la Scilabra ha lanciato un appello a sindacati, associazioni, enti ed operatori affinchè collaborino al rinnovamento epocale della formazione: “Voi dovete decidere – ha detto senza mezzi termini – se stare con noi o rimanere fuori perché noi il sistema lo cambiamo”.
La dirigente generale del Dipartimento della Formazione, Anna Corsello, è stata anche ben più esplicita: “Questa potrebbe essere l’ultima possibilità per migliorare il sistema”. E’ stato ribadito inoltre che sull’Avviso 20 non si tornerà indietro, in quanto “morto e sepolto”. Quindi, a distanza di un anno, è già finita questa esperienza di progettare la formazione su base triennale contando sui fondi dell’Unione Europea.
La Scilabra ha voluto mettere a tacere le polemiche tornando a sottolineare che i fondi non ci sono in bilancio per portare avanti la seconda e terza annualità. E’ stato quindi nuovamente smentito l’ex dirigente del Dipartimento Formazione, Ludovico Albert, che invece era tornato a ribadire che i soldi c’erano ma anche per ragioni tecniche erano appostati in capitoli con somme a disposizione dello Stato che avrebbe dovuto girare anno per anno alla Regione.
Sempre rimanendo nelle linee guida dettate dalla Regione per la riforma del settore, per sommi capi sono stati esplicitati alcuni obiettivi.
Si vogliono introdurre misure premiali e sanzionatorie, controlli continui sul mantenimento dei requisiti necessari per ottenere l’accreditamento da parte degli enti, le verifiche antimafia e gli accordi degli enti con scuole e imprese per favorire l’occupazione. Insomma, rigidità finalizzata a migliorare un sistema che per troppo tempo è stato legato alla politica e alla sue clientele. “Di sicuro – ha precisato ancora l’assessore – dobbiamo correre perché rischiamo di non starci con i tempi”. Di sicuro la novità assoluta proposta dalla Scilabra, convinta con questo di risolvere il problema degli stipendi arretrati dei dipendenti della formazione, è l’obbligo dell’istituzione di un conto corrente dedicato. Così si preservano i lavoratori dal rischio in cui son già incappati in questi anni.
 


L’approfondimento. Più collegamenti con il mondo delle imprese
 
Nel piano di riforma è stata inserita inoltre l’obbligatorietà, sempre per gli enti, di siglare accordi di rete con il territorio, le scuole e con il mondo delle imprese per favorire l’occupazione. “Intendiamo – aggiunge l’assessore – introdurre un adeguamento ai requisiti di affidabilità all’articolo 38 del codice degli appalti ed estensione del requisito al responsabile dell’accreditamento ed al direttore della sede direzionale”. Sulla proposta, l’assessore Scilabra attende il confronto con le parti sociali a cui l’ha girata. Le altre novità del piano si concentrano sul sistema di accreditamento. L’accreditamento di tipo A (base) sarà riservato ai soggetti di nuova costituzione, o che non abbiano esperienze o siano stati sanzionati. Si tratta di un accreditamento “limitato”: per i primi due anni, potranno operare solo sulla formazione continua e permanente e con limitazioni su importi e monte ore. L’altro accreditamento, di tipo B (standard), consente agli enti di formazione l’attività sulle tre tipologie di formazione con monte ore superiori. Viene eliminato l’accreditamento transitorio in deroga, introdotto nel 2011.

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