In Sicilia il 35,7% dei 15-29enni non studia e non ha occupazione - QdS

In Sicilia il 35,7% dei 15-29enni non studia e non ha occupazione

Emiliano Zappala

In Sicilia il 35,7% dei 15-29enni non studia e non ha occupazione

giovedì 25 Aprile 2013

Si è tenuto a Palermo il 23 e 24 aprile di fronte a 560 delegati l’XI congresso regionale della Cisl. Disoccupazione tra le donne al 56,1%, di poco più bassa (46,7%) tra gli uomini

PALERMO – Li chiamano Neet (Not in Education, Employment or Training) e rappresentano quella fascia di giovani, compresa tra i 15 e i 29 anni, che non studia e non ha nessun tipo di impiego. Sono forse loro le vittime più colpite da una crisi occupazionale che sembra non fornire alcun segnale di miglioramento. In Sicilia il 35,7% dei giovani appartiene a questa categoria. Sono allarmanti i dati che vengono fuori in occasione dell’XI congresso regionale della Cisl, iniziato martedì scorso a Palermo. In realtà, considerando anche chi non rientra tra le statistiche, un giovane su due è ufficialmente disoccupato, impegnato in una quotidiana lotta per la sopravvivenza, disorientato e senza punti d’appiglio. La crisi finanziaria non ha lasciato scampo e negli ultimi anni ha allargato a dismisura i numeri del disagio. Trovare lavoro per gli under 30 è un’impresa difficilissima.
Ma non sono solo i giovani ad essere falcidiati dalla mancanza di lavoro. Preoccupante la situazione anche per quanto riguarda le fasce di età adulta. Più per le donne che per gli uomini. Tra le donne il livello di disoccupazione è giunto ormai al 56,1 per cento, mentre per gli uomini si attesta intorno al 46,7 per cento.
Il trend degli ultimi anni non lascia sperare nulla di buono. Ammonta infatti a 35 mila il numero dei posti di lavoro perduti in Sicilia nel solo anno 2012. Dato a cui si aggiungono il crollo dei consumi da parte delle famiglie, ridotte ormai all’osso, che è del 4,1 per cento, e un tasso di investimento per le imprese più basso del 12 per cento.
Invertire la marcia sembra ormai una questione essenziale. La risposta più grande deve senz’altro arrivare dalle istituzioni. In Sicilia il nuovo governo Crocetta è ormai da tempo atteso al varco dalle associazioni sindacali. “Dal nuovo governo ci aspettiamo che si torni a parlare di economia, partendo dal taglio delle tasse, dal riordino delle spese della pubblica amministrazione, che elimini inefficienza e ruberie, e da un piano straordinario per l’energia e le infrastrutture che consenta di fare arrivare in Italia gli investimenti esteri” a dirlo è stato ieri il segretario Cisl, Raffaele Bonanni, di fronte ai 560 delegati arrivati nel capoluogo siciliano per il congresso.
“In Sicilia diciamo basta ai teatrini che non ci piacciono e alle agitazioni populistiche che durano ormai da 15 anni e che hanno trasformato la politica in un gioco di bizantinismi e di scontri. Bisogna cominciare a occuparsi di economia, di come si produce la ricchezza. Se no non si va da nessuna parte”.
Anche il quadro disegnato dal segretario regionale Maurizio Bernava non lascia spazio a grande ottimismo. Sono da scongiurare, a suo parere, le manovre palliative e le perdite di tempo. Il segretario ha infatti sottolineato come, per i prossimi due anni, sia prevista un’ulteriore diminuzione di Pil, dei consumi delle famiglie e degli investimenti. Mentre l’indebitamento delle aziende è già alle stelle e le banche continuano a chiudere i rubinetti del credito. È insomma “a rischio la già fragile coesione sociale e si stanno allargando ulteriormente le aree della precarietà, dei senza reddito, dei senza lavoro, dei senza attività”.
Se non verranno presi provvedimenti al più preso la Sicilia rischia di ritrovarsi sull’orlo di un vero e proprio baratro sociale. Un pericolo che ci auguriamo possa essere scongiurato al più presto.
 


Dati allarmanti. Al sud raddoppiata la disoccupazione negli ultimi 35 anni
 
CATANIA – È emerso dai dati Istat pubblicati nei giorni scorsi che la disoccupazione nel mezzogiorno è raddoppiata negli ultimi 35 anni, raggiungendo il più alto livello dal 1977. Il dato generale va dal 6,4 per cento del 1977 al 10,7 per cento del 2012. Si è passati dunque da 1 milione e 340 mila persone in cerca di occupazione ai 2 milioni 744 mila registrati lo scorso anno. Per di più si calcola che, nel solo quinquennio 2007-2012, è stata bruciata la cifra astronomica di 238 miliardi di reddito; quasi 10 mila euro per famiglia.
Proprio per questo, in riferimento alla Sicilia, il segretario regionale Cisl Maurizio Bernava che ha parlato durante l’XI congresso regionale della Cisl tenutosi a Palermo, ha segnalato senza mezzi termini l’urgenza di una “strategia con poche priorità”. I punti su cui la Giunta deve lavorare al più presto prevedono, secondo il segretario, “un sostegno alle famiglie povere e agli indigenti, con programmi e azioni di riduzione del debito e di riorganizzazione delle partecipate”. Fondamentale poi che ci sia “una regia, un coordinamento delle attività, composto da Regione, ministero dell’Economia, sindaci, amministratori coinvolti e forze sociali”. Ne va del futuro della nostra isola.

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