Si accende il termovalorizzatore e il sindaco di Parma fa autogol - QdS

Si accende il termovalorizzatore e il sindaco di Parma fa autogol

Rosario Battiato

Si accende il termovalorizzatore e il sindaco di Parma fa autogol

sabato 04 Maggio 2013

In campagna elettorale Pizzarotti aveva promesso che l’impianto energetico non sarebbe stato attivato. L'impianto svilupperà anche il teleriscaldamento dalla prossima stagione invernale

PARMA – Una campagna elettorale improntata anche sul netto diniego all’inceneritore di Parma. Federico Pizzarotti, adesso primo cittadino in quella che Grillo aveva definito la Stalingrado del M5S, ha dovuto, suo malgrado, fare i conti con la realtà dell’amministrazione con buona pace del leader che, in campagna elettorale, si era pure giocato la materialità del suo candidato sindaco, urlando, a proposito della costruzione del termovalorizzatore, che prima di accenderlo avrebbero dovuto “passare sul cadavere di Pizzarotti”.
La battaglia messa in piedi dal movimento si è rivelata un clamoroso autogol, visto che ad una analisi più accorta appariva chiaro che la Multiutility Iren l’avrebbe avuta comunque vinta. E così è stato. Parma tuttavia non è solo un caso locale, ma un esempio nazionale per capire quanto e come la termovalorizzazione possa essere un utile strumento per la sostenibilità del sistema rifiuti italiano.
A fine aprile la Multiutility Iren, nata da una serie di fusioni tra ex-municipalizzate, che si è occupata della realizzazione del termovalorizzatore parmigiano, è riuscita ad accendere i motori dell’impianto, appena in tempo – la scadenza limite era fissata appunto per il 30 del mese scorso – per non perdere i contributi pubblici che erano stati assegnati all’impianto, costato 193 milioni di euro, per una cifra pari a 4,5 milioni di euro. Pizzarotti ha voluto rimarcare che la battaglia non si ferma qui e continua la politica già intrapresa dei rifiuti zero.
L’avvio del forno, che sarà pienamente operativo soltanto a partire dalla prima metà di maggio, ha permesso una prima fase di test con 400 tonnellate e i dati delle emissioni sono stati abbastanza in linea con quanto previsto. Sull’impianto integrato di energia di ultima generazione incombono ancora diversi interrogativi, come i 14 esposti presentati contro la sua attivazione e un’inchiesta della magistratura.
Il caso è politico, come si diceva una volta. L’impianto Iren di Ugozzolo non poteva essere posticipato e Pizzarotti, in rotta di collisione anche con la provincia che ha seguito l’iter per le varie procedure autorizzative, deve esserne accorto appena seduto sulla poltrona più importante della città perché le penali eventualmente da pagare avrebbero comunque ulteriormente infossato il già penoso bilancio comunale di Parma, che l’ex amministrazione aveva lasciato con un debito record da 846 milioni di euro. Adesso, però, potrebbero esserci ulteriori 28 milioni di euro che il Comune dovrà risarcire per i ritardi causati dalla richiesta sequestro del cantiere della scorsa estate.
Polemiche a parte, la valorizzazione energetica del rifiuto è imprescindibile dal futuro sistema di gestione dei rifiuti. Il M5S contesta la vetustà dell’impianto dell’ex municipalizzata, ma la discussione sulla necessità della valorizzazione appare superflua perché in tutti i sistemi avanzati di gestione dei rifiuti – Svizzera, Germania, Svezia, Norvegia – il recupero energetico e termico si trova al centro dei programmi.
In tal senso l’impianto dell’Iren con la prossima stagione termica, svilupperà anche il teleriscaldamento, ovvero permetterà di rifornire energia elettrica a diverse abitazioni di Parma, consentendo lo spegnimento delle caldaie e quindi agendo sulla sostenibilità energetica.

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