Petrolio, la fine del giochetto - QdS

Petrolio, la fine del giochetto

Rosario Battiato

Petrolio, la fine del giochetto

martedì 07 Maggio 2013

Nell'Isola, dove l’affare vale 500 mln, le aliquote sono tra le più basse al mondo: altrove vanno dal 20 all’80%. Royalties raddoppiate, ma ancora basse. Le compagnie bluffano l’abbandono

PALERMO – Circa 160 pozzi produttivi sul proprio territorio e sentirne tutto il peso. La Sicilia degli idrocarburi offre da anni il proprio patrimonio a prezzi stracciati al punto da convincere colossi mondiali dell’energia a investire in un territorio dove il petrolio non zampilla come in Basilicata, dove risiede la Val D’Agri, il Texas italiano. Quei tempi bui stanno forse per chiudersi: dopo aver alzato l’asticella dal 7 al 10% per l’aliquota sulla produzione, come da normativa nazionale, nella nuova finanziaria è previsto un ulteriore raddoppio percentuale che potrebbe far decollare gli incassi di royalties dai 24 milioni attuali a poco meno di 40. Il futuro, però, è anche nelle accise della raffinazione da cui potrebbero piovere nell’Isola altri milioni di euro. (continua)

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