Emergenza lavoro e Imu le risposte in 100 giorni - QdS

Emergenza lavoro e Imu le risposte in 100 giorni

redazione

Emergenza lavoro e Imu le risposte in 100 giorni

martedì 14 Maggio 2013

Le priorità del governo Letta: lavoro, casa, Cig e riforma elettorale

ROMA – “Quattro i grandi temi che faranno parte dell’attività di governo nei primi 100 giorni”. Li ha illustrati il premier Enrico Letta al termine del ritiro di Sarteano, insieme al vice premier Angelino Alfano e al ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello, spiegando tra l’altro che il Consiglio dei ministri si terrà sempre il venerdì mattina “salvo urgenze”.
Letta ha spiegato che il primo tema è quello del lavoro, della lotta alla disoccupazione giovanile che costituirà il “primo asse di intervento a partire dal primo provvedimento che il Consiglio dei ministri varerà”, insieme al “rifinanziamento della Cassa integrazione”.
Il secondo tema è quello della casa: “Il rilancio dell’edilizia, la tutela delle fasce deboli, l’ambiente con ristrutturazioni eco-compatibili. Affronteremo le modalità con cui dare una risposta”. Letta ha poi annunciato che sulle coperture per rifinanziare la Cig e sul rinvio dell’Imu si avranno risposte nel Cdm di venerdì. Il terzo tema è quello un pacchetto di “agevolazioni fiscali” per “dare messaggi concreti e forti agli italiani, a chi vuole fare qualcosa per il Paese in campi diversi”.
Infine, quarto tema, quello delle riforme sul quale per ammissione dello stesso presidente del Consiglio è stato fatto un “passo in avanti molto importante”.
Il governo farà un “lavoro il più possibile comune con regole basate su franchezza e lealtà reciproca”, ha detto Letta. “Rispetto ai problemi delle ultime 48 ore la decisione che abbiamo assunto per i ministri è quella di attenersi a regole di rispetto delle aree di cui ci si occupa nel governo, cercando di fare del loro meglio per dare risposte ai problemi del Paese attraverso le loro competenze di settore”, ha spiegato il premier.
Quindi, “l’impegno è stare fuori da vicende prettamente politiche e partitiche, a partire dalla campagna elettorale in corso”, ha proseguito Letta parlando di “una decisione di buon senso per superare i problemi che ci sono, che non si risolvono con la bacchetta magica ma sapendo che dobbiamo lavorare e abbiamo bisogno di regole”.
“Abbiamo fatto il punto sui 100 giorni che abbiamo di fronte a noi – ha riferito – al termine di questo percorso rifaremo un check e vedremo quante delle cose che abbiamo deciso in queste ore siamo riusciti ad applicare e ulteriori elementi di lavoro”.
“Vorremmo che la riforma della politica – ha continuato – passasse il punto di non ritorno nei primi 100 giorni e si arrivasse a un punto dal quale non si può più tornare indietro e non possa più fallire il processo di riforma della politica e costituzionale”.
Sulle riforme il governo si muoverà su “diversi binari”, ha poi annunciato Letta. “Lavoreremo perché il Parlamento avvii un dibattito dal quale nasca rapidamente, a giorni o settimane, una legge costituzionale che istituisca una Convenzione che dovrebbe essere composta dai componenti delle commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato e lavorerà per riformare la Costituzione”.
Il premier ha spiegato inoltre che “contemporanemente il governo, il presidente del Consiglio, nominerà una commissione per la riforma della Costituzione fatta di esperti esterni scelti mettendo insieme le più importanti personalità, presieduta dal presidente del Consiglio che ne delegherà la presidenza al ministro delle Riforme, e avrà 100 giorni per elaborare opzioni e idee che possano esse base di lavoro per esser utilizzate dalla Convenzione”.
Il ministro della Riforme, ha detto il premier, farà delle verifiche sulle principali riforme da definire: “Subito quella sull’abolizione della legge sul finanziamento pubblico dei partiti”. Inoltre avvierà una “verifica tra le forze politiche su come mettere in sicurezza subito la legge elettorale”.
Il vice premier Angelino Alfano nella conferenza stampa ha detto che il lavoro di due giorni “evidentemente non ha superato i problemi, che ci sono da vent’anni, ma ha consentito di prendere atto di un punto di forza, cioè che il governo non si fa sopraffare dai problemi: siamo qui per il bene dell’Italia, la bussola è questa”.

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