Emissioni CO2, Sicilia fanalino di coda nonostante le riduzioni - QdS

Emissioni CO2, Sicilia fanalino di coda nonostante le riduzioni

Rosario Battiato

Emissioni CO2, Sicilia fanalino di coda nonostante le riduzioni

venerdì 31 Maggio 2013

Statistiche Eurostat, l’Italia è tra i Paesi più inquinanti d’Europa, ma i dati sono in calo dal 2011. Negativo il contributo dell’Isola, in cui pesano centrali elettriche e raffinerie

PALERMO – L’Italia guadagna uno sgraditissimo podio europeo piazzandosi al terzo posto per quantità di emissioni di CO2 nel 2012 con 366 milioni di tonnellate prodotte. Fanno peggio soltanto la Germania, record di 728 milioni, e la Gran Bretagna, 472 milioni. A contribuire al pesante bilancio emissivo nazionale c’è anche la Sicilia, penalizzata dal comparto elettrico e dalle raffinerie.
Le buone notizie per l’Italia riguardano il taglio del 5,1 per cento delle emissioni rispetto al 2011, mentre Germania e Gran Bretagna sono stati tra i pochi paesi in Europa ad aver registrato aumenti emissivi, rispettivamente +0,9 per cento e +3,9 per cento. I dati sono giunti nei giorni scorsi dall’Eurostat che, secondo le prime stime, ha certificato per lo scorso anno un livello medio emissivo di CO2 in calo del 2,1 per cento rispetto al 2011. A marciare in direzione sostenibile sono stati 23 paesi su 27. Sulla lavagna dei cattivi, oltre Germania e Gran Bretagna, ci sono stati Malta (+6,3 per cento) e Lituania (+1,7 per cento). Il record in materia di politiche di riduzione delle emissioni è arrivato da Belgio e Finlandia (-11,8 per cento), e poi a seguire da Svezia (-10,1 per cento), Danimarca (-9,4 per cento), Cipro (-8,5 per cento), Bulgaria (-6,9 per cento), Slovacchia (-6,5 per cento), Repubblica ceca (-5,2 per cento) e Polonia (-5,1 per cento) che ha raggiunto il medesimo risultato dell’Italia.
La classifica dei paesi più inquinanti prosegue, dopo il trittico di testa, con Francia, Polonia e Spagna, rispettivamente con 332, 297 e 258 milioni di tonnellate. L’accidentato percorso di taglio delle emissioni prosegue a rilento, dopo che nel 2011 l’Ue aveva già ridotto le emissioni del 4,1 per cento rispetto al 2010, quasi il doppio del dato raggiunto nel 2012.
Anche in Sicilia, stando agli ultimi dati riportati sul monitoraggio ambientale Pears 2012 (Piano energetico ambientale Regione siciliana), le emissioni di CO2 hanno intrapreso un notevole percorso discendente. Dal 2008 al 2011 si è passati da 40.426 a 37 mila kt, che è stato il dato più basso del quadriennio 2008/2011. Un bel risultato anche in rapporto a quasi 49 mila kt censite nel 1990 dal Catasto Enea. A far registrare il miglior salto all’indietro in tema di emissioni di CO2 è stato il settore che riguarda le centrali elettriche, passato da 13.292 kt a 10.108 kt. Un miglioramento, seppur più lieve, si è registrato anche nel settore dei trasporti, passati da 9.424 a 9.076 kt, dove a pesare non è stata certamente la politica di mobilità sostenibile, ma la crisi e il caro benzina. Non perdono lo smalto, anzi lo accrescono, le raffinerie di Sicilia che tra il 2008 e il 2011 sono passate da 8.064 a 8.247 kt di CO2 all’anno, un dato che, seppur dimezzato rispetto alle 15 mila kt del 1990, lascia qualche dubbio in merito alle politiche di sostenibilità del comparto in Sicilia.
La distribuzione percentuale  degli impianti inquinanti mette al primo posto le centrali elettriche (27 per cento), seguite dal settore dei trasporti (25 per cento) e dalle raffinerie (22 per cento). Meno incisivi i dati che riguardano industria (14 per cento), settore civile (6 per cento), e agricoltura e pesca (2 per cento). Al contrario l’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili all’interno del parco elettrico regionale hanno permesso di evitare 1.596,52 kt di CO2.
 


La crisi e le nuove leggi decisive per l’abbassamento delle emissioni
 
PALERMO – A incidere sul miglioramento delle performance ambientali dell’Isola, con particolare riferimento alle emissioni di CO2, hanno contribuito alcuni fattori puntualmente ribaditi dal dipartimento energia della Regione. “Le Raffinerie e le Centrali elettriche – si legge in una nota – hanno migliorato i processi con positivi effetti di riduzione delle emissioni inquinanti, a seguito del rilascio di autorizzazioni di competenza regionale (L. 55/2002, L. 239/2004, ecc.) e statale (D.lgs 152/2006)”. Diverso l’impatto delle riduzione nel settore dell’industria dove a incidere è stato il “minore utilizzo di fonti energetiche a causa della crisi economica”. Nel settore civile, invece, si è registrato un deciso aumento visto che si è passati da 2.084 kt del 2008 a 2.151 del 2011, un dato che supera anche i valori Enea del 1990 (1.681 kt). “Per il settore Civile – spiegano dal dipartimento – si rileva un aumento dei consumi da attribuire al positivo effetto della metanizzazione, incentivata in gran parte attraverso i programmi Pop 1994/1999, Por 2000/2006 e Apq Energia”. Nel settore dei trasporti, dove si sono verificati un miglioramento rispetto al 2008 e un netto peggioramento rispetto al 1990, è emerso “il benefico effetto di rinnovo del parco di autoveicoli regionale, che limita l’incremento delle emissioni inquinanti”.

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