Termini Imerese, basta con le automobili - QdS

Termini Imerese, basta con le automobili

Rosario Battiato

Termini Imerese, basta con le automobili

mercoledì 05 Giugno 2013

La ricetta di Roberto Helg: “Puntare sulla programmazione dei fondi europei 2014-2020 per riconvertire le aree urbane”. L’assessore Vancheri rilancia sull’ex polo Fiat con due soluzioni alternative ad un settore ormai saturo

TERMINI IMERESE (PA) – Il futuro dell’ex SicilFiat resta ancorato al tavolo del governo. Già questo basterebbe a testimoniare il fallimento di un processo che in due anni di incontri, riunioni, annunci a effetto, ha prodotto un’enorme bolla di niente. Stando alle ultime notizie, nonostante i ripetuti e tentati flirt di Crocetta con la Fiat, pare eclissarsi la soluzione legata all’automotive, mentre prendono quota altre alternative tutte da scoprire. Ad oggi l’unica realtà sono i duemila operai in cassa integrazione.
Ci sarebbero nuove proposte al vaglio per il rilancio industriale per l’ex stabilimento Fiat. Sarebbero due alternative, già aperte al ministero dello Sviluppo economico, di cui si sta discutendo anche in Regione e che non riguardano il settore dell’automobile. “Abbiamo aperto al ministero dello Sviluppo Economico un tavolo su Termini Imerese, – ha spiegato l’assessore intervento alla presentazione dell’Osservatorio economico 2012 – stiamo discutendo di due interessanti proposte imprenditoriali che non riguardano il settore dell’automobile”. Insomma, il solito atteggiamento della classe dirigente che non decide di “svelare” le sue carte, una soluzione che i precedenti ministri del Mise hanno ampiamente adottato quando si è trattato di discutere sul futuro di Termini e i fallimenti sono stati sin troppi manifesti per doverne dare anche solo una semplice giustificazione.
Anche dal tessuto produttivo dell’Isola piovono proposte che non siano necessariamente vincolate al settore automobilistico, una strada che, invece, pare deciso a intraprendere il governatore Crocetta che nei giorni scorsi ha persino ipotizzato l’avvio di un fondo di investimento per convincere Fiat a rimettere piede in Sicilia dopo l’addio consumato nel 2011.
Per il presidente della Camera di Commercio di Palermo, Roberto Helg, è possibile scongiurare la deindustrializzazione del capoluogo siciliano e della provincia attraverso un processo di riconversione del polo industriale di Termini Imerese, visto che stenta a decollare il piano di riqualificazione del sito. Helg ha una ricetta chiara: puntare sui fondi strutturali 2014-2020, ovvero la prossima tranche di finanziamenti europei. “La prossima programmazione comunitaria dovrà prevedere anche il rilancio delle politiche per le aree urbane – ha spiegato Helg a Palermo nella sede della Camera di Commercio presentando i dati dell’Osservatorio economico della provincia di Palermo nel 2012 – Tra i nodi da sciogliere permane il rilancio di Termini Imerese. L’arresto del processo di deindustrializzazione del territorio passa attraverso la riconversione di questo polo industriale”.
Termini continua a restare solo una tappa della grande crisi industriale che, a vario titolo, sta costringendo la Sicilia a compiere passi indietro sulla via dello sviluppo. Dalle scelte di questi mesi dipenderà il futuro che potrà essere, pertanto, di disoccupazione e crisi, oppure dalla dismissione del vecchio patrimonio industriale potrà passare una nuova modalità di concepire lo sviluppo industriale siciliano in chiave sostenibile per prendere in tempo il treno della green economy. Soluzioni in tal senso ne sono già state avanzate nei mesi scorsi, ma nessuna è ancora andata a buon fine.

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