Riserve, la Regione si dota del Piano di interpretazione - QdS

Riserve, la Regione si dota del Piano di interpretazione

Luca Salici

Riserve, la Regione si dota del Piano di interpretazione

martedì 01 Settembre 2009

Salvaguardia del territorio, immagine e un programma per attrarre visitatori: varato lo strumento. Bellomo (Azienda foreste): “Gestire in modo sistemico trentadue siti naturali”

PALERMO – La Regione siciliana si è appena dotata dei “Piani di interpretazione”, strumenti per la programmazione e la gestione delle 32 riserve dell’Azienda Foreste demaniali dell’assessorato regionale all’Agricoltura e Foreste. “Sono strumenti programmatici interni – ha detto Fulvio Bellomo, dirigente generale dell’Azienda – e di gestione territoriale per migliorare la fruizione di queste splendide perle del nostro patrimonio naturale”. Sono due gli obiettivi dei piani d’interpretazione: principalmente fornire suggerimenti e idee agli addetti alla comunicazione con il pubblico dell’Azienda, e in secondo individuare interventi mirati (infrastrutture, servizi, programmi per il pubblico annuali) in armonia con le peculiarità di ciascuna delle aree protette, con una visione integrata rispetto al territorio circostante.
 
“Si potrà parlare di gestione ottimale – ha spiegato l’assessore Michele Cimino – quando queste meravigliose riserve, oltre ad essere piacevoli luoghi da visitare, saranno in grado di catturare e arricchire il visitatore dell’esperienza e della conoscenza più ampia dell’ambiente, della storia e delle tradizioni di tutto il contesto territoriale dove insiste la riserva. Gli obiettivi, anche se a lungo termine, sono diversi. Innanzitutto, creare un’immagine organica del ‘sistema Riserve’, in cui ciascuna sia  trattata  secondo le sue peculiarità ma  inserita in un contesto più ampio di salvaguardia del territorio. Promuovere la tutela di ogni bene e accrescere l’apprezzamento dei luoghi, offrendo esperienze positive ai visitatori sugli aspetti architettonici, ambientali, agroalimentari tali da rimandare a un’interpretazione positiva d’insieme, e  sviluppando  un programma di attrazioni annuali che destagionalizzino le visite”. 
 
Le linee guida di gestione di ciascuna riserva sono state elaborate integrando gli aspetti tecnici (centri, sentieri attrezzati) e gli aspetti sociali, economici e culturali (servizi, formazione) dove è necessario intervenire. “Un lavoro organico affinché – prosegue Cimino – le riserve non siano solo ambienti da ‘conservare’, sganciate spesso come in passato dalle attività che si svolgono nel territorio a cui appartiene ma, al contrario, diventino motore di sviluppo dei comprensori sul piano delle scelte tecniche e di indirizzo educativo e culturale. In quest’ottica l’Azienda avrà il ruolo centrale fondamentale, sulla base delle linee guida dei Piani, di dettare i criteri di qualità fornendo i servizi necessari (formazione, strutture, infrastrutture) per raggiungere gli obiettivi in una visione di eco sviluppo e sostenibilità ambientale globale”.  I Piani, già pronti e in parte disponibili alla consultazione sul portale www.boschidisicilia.it, sono stati realizzati dal dipartimento Azienda Foreste dell’assessorato, in collaborazione con l’Associazione italiana degli interpreti naturalistici educatori ambientali (Inea). “Un lavoro nato – ha sottolineato  Bellomo –  dall’esperienza positiva del primo ‘Piano di interpretazione’ d’Italia, realizzato per valorizzare la riserva naturale Isola di Pantelleria, la sua bellezza, la sua storia e il lavoro di tanti uomini e donne impegnati nella conservazione di un patrimonio importante fatto di colori, sapori e luoghi incontaminati”. 
 


Cimino guarda con “affetto” alle riserve di Agrigento
 
PALERMO – Ragioni di affettività inducono Michele Cimino, assessore regionale all’Agricoltura e Foreste, a puntare, in particolare, al sistema delle riserve della provincia di Agrigento. “Tutt’ora – dice – nonostante le riserve naturali dell’agrigentino rappresentino un patrimonio di una ricchezza sorprendente, si continua a registrare un tipo di turismo mordi e fuggi, che alla resa dei conti non porta grande linfa all’economia locale e regionale”. “Un Piano declinato alle peculiarità del nostro territorio – secondo l’assessore – servirà a ripianificare e ricostruire un turismo diverso, secondo linee guida programmate, partendo dal presupposto concreto che il ‘nuovo visitatore’ troverà in quest’area della Sicilia ambienti importanti da visitare e, in quanto tali, fermarsi per poterli apprezzare”. Non è un luogo comune, infatti – prosegue Cimino – dire che ad Agrigento c’è veramente di tutto: dal mare limpido di Torre Salsa ai boschi di Cammarata e monte Genuardo, dai fenomeni naturali di monte San Calogero di Sciacca, che ha il patrimonio idrominerale tra i più ricchi e completi al mondo, alla deposizione delle uova di tartaruga nell’isola dei Conigli a Lampedusa. Il turista che ama la natura, qui, potrà trasformare un viaggio naturalistico in un’esperienza indimenticabile anche sotto il profilo culturale”.

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