Londra, differenziata in unico contenitore poi ci pensa l’impianto di separazione - QdS

Londra, differenziata in unico contenitore poi ci pensa l’impianto di separazione

Andrea Salomone

Londra, differenziata in unico contenitore poi ci pensa l’impianto di separazione

venerdì 05 Luglio 2013

I Concili sottoscrivono un contratto con l’impianto che li ripaga sulla quantità del materiale conferito

LONDRA – Nella precedente puntata della nostra inchiesta seriale sugli impianti industriali per il trattamento dei rifiuti indifferenziati (Rsu) vi abbiamo spiegato come viene effettuata la raccolta differenziata (Rd) nella capitale inglese. La semplicità di questo sistema di raccolta dei materiali differenziabili risalta agli occhi quanto più lo si paragona con il servizio porta a porta praticato in alcuni comuni siciliani.
In molte circoscrizioni di Londra, come ad esempio quella di Lewisham, gli utenti gettano tutta la loro Rd in un unico cassonetto, dove tutti i materiali riciclabili si trovano di fatto mischiati e indifferenziati. Ciò è possibile per il fatto che i Concili delle circoscrizioni, in cui è possibile questo genere di Rd, hanno sottoscritto un contratto con un impianto di separazione che paga le amministrazioni sulla base della quantità di materiale conferito all’impianto. La conseguenza naturale della sottoscrizione di tale contratto è che le amministrazioni sono spinte ad incentivare la raccolta di materiali riciclabili, perché attraverso essa è possibile fare cassa.
Oggi parlaremo più in dettaglio dell’impianto di separazione in questione, tecnicamente noto come Mrf (Material recycling facilities, ossia "impianto per i materiali riciclabili"), sito a est di Londra e gestito dalla ditta Bywaters. L’impianto si trova nel centro di riciclo e recupero di Bow, un distretto della circoscrizione di Tower Hamlets poco distante dal centro (ad appena 7,5 km dalla stazione di Charing Cross). Trovandosi a poca distanza dalle circoscrizioni cittadine più densamente popolate e più ricche di attività commerciali, la sua posizione strategica consente un notevole risparmio sui costi di trasporto dei materiali riciclabili, perché la distanza dai cassonetti allo stabilimento è relativamente breve.
L’impianto è stato progettato per processare un ampio spettro di materiali riciclabili asciutti provenienti da uffici ed esercizi commerciali. Costruito nel 2007 ed entrato in funzione nel marzo del 2008, esso è in grado di separare circa 250.000 t/a di materiali riciclati attraverso un processo largamente automatizzato capace di garantire un elevata efficienza produttiva.
Lo stabilimento è costato 7 mln di sterline (ca. 8,16 mln di €) ed è il più grande impianto per il riciclo della frazione secca esistente a Londra. Per recuperare differenti tipologie di materiale ad ogni punto del processo esso impiega una modernissima tecnologia che genera 15 differenti flussi di materiali riciclabili.
L’impianto lavora continuamente, 24 ore su 24, e ogni 8 ore c’è il ricambio del personale, costituito da ca. 100 dipendenti. I processi di separazione manuale e meccanica permettono di separare i rifiuti generici – privi a monte della frazione umida – e di massimizzare il riciclo. Ciò assicura il pretrattamento dei rifiuti introdotto in Inghilterra con una legge datata 1° novembre 2007, legge due anni e 5 mesi più giovane dell’equivalente legge in Germania (1 giugno 2005).
Una legge simile attualmente non esiste in Italia ed è soprattutto per questa ragione che, soprattutto al Sud, si sono verificate e continuano a verificarsi emergenze ambientali pesantissime ai danni di terra, aria e acqua. I casi delle discariche di Bellolampo e Motta Sant’Anastasia che hanno portato all’inquinamento delle falde acquifere sono caduti nel dimenticatoio dei telegiornali regionali in maniera troppo rapida e nessuno ha spiegato che c’è la necessità di intervenire nella legislazione in materia.
 
Nessuno ha parlato, insomma, di ciò che sta a monte di tali problemi ambientali. E quando è stato fatto, si è parlato di impianti per il trattamento dei rifiuti solo per un lasso di tempo equivalente a un flash. Eppure il problema c’è e va risolto.
È proprio la presenza della frazione umida nei rifiuti misti non sottoposti a pretrattamento industriale che porta alla produzione di percolato e gas naturale; il primo prodotto dal contatto tra la frazione organica e gli agenti atmosferici; il secondo dalla putrefazione di questo materiale, fenomeno meglio nota a chi abita nelle vicinanze delle discariche soprattutto per i cattivi odori prodotti dalla sua inalazione.
Il pretrattamento dei rifiuti elimina questi inconvenienti, perché inertizza il materiale organico presente negli Rsu trasformandolo in cenere (con le centrali Rsu) o rendendolo biologicamente stabile attraverso la bioessiccazione (con i bioessiccatori o le altre tecnologie tmb). Così, mentre in Inghilterra, in Germania e nei paesi più avanzati i rifiuti vengono inertizzati e resi innocui attraverso una legge che impone il trattamento dei rifiuti tramite processi di combustione e bioessiccazione, in Sicilia questi deleteri agenti inquinanti potenzialmente recuperabili – ossia la frazione organica di derivazione vegetale e animale mischiata agli altri rifiuti – continua ad essere depositata nelle discariche siciliane senza essere riutilizzata, contribuendo solo al costante e crescente arricchimento di chi le possiede e all’impoverimento delle risorse naturali e dei contribuenti.
Da ciò ne consegue che occorre prima possibile una legge nazionale che costringa le regioni a costruire appositi impianti per il pretrattamento di rifiuti e materiali riciclabili.
 

 
La separazione dei rifiuti quasi tutta automatizzata
LONDRA – Una volta depositate nella sala d’accoglienza dell’impianto, le buste sono sottoposte ad una prima fase di ispezione visiva per assicurare che il materiale sia adatto ad essere lavorato.
Dopo che il carico è stato ispezionato viene messo in una macchina spacca-buste (bag-breaker) – che toglie gli oggetti dalle buste originali dove erano immagazzinati e li fa viaggiare sotto una serie di nastri trasportatori fino ad una cabina di preseparazione manuale – ha luogo il primo stadio effettivo di separazione degli oggetti.
Dopo che gli operai hanno eliminato ogni elemento contaminante, i materiali passano attraverso i vari pezzi delle apparecchiature altamente tecnologiche. Ogni macchina è stata progettata per separare specificamente i materiali e ordinarli per categorie. I magneti separano i metalli ferrosi e le correnti di Faucault (dette anche correnti parassite o di eddy, ossia "di vortice") tolgono quelli non ferrosi.
L’impianto ha anche una macchina che può separare polietilene ad alta intensità (Hdpe) e polietilene tereftalato (Pet).
Operai in un’altra cabina di separazione manuale assicurano che i materiali vengano lavorati correttamente e separati in una "singola corrente-ecoballa" di alta qualità.
Utilizzando più di 50 telecamere specifiche per le aree interne, la camera di controllo monitora l’intero processo. Ciò assicura la sicurezza del personale ed è un controllo di qualità finale dei materiali riciclabili.
A conclusione dell’intero processo il prodotto finale è pronto per essere venduto e trasportato agli impianti di rilavorazione del Regno Unito ed essere materialmente riciclato.

 
L’amministrazione locale spiega dove finisce la Rd

Per motivare i propri cittadini a eseguire la Rd, il concilio di Lewisham spiega sul suo sito dove vanno a finire i materiali differenziati dopo essere stati separati per categorie all’impianto di separazione.
Dalla carta e dal cartone viene prodotto cartone corrugato, molto utilizzato a livello industriale. I giornali, i volantini e altra carta mista vengono riciclati per fare nuova carta.
Dai metalli ferrosi e non ferrosi e dalle lattine possono essere prodotti moltissimi oggetti, da nuove lattine a parti di macchine, di aeroplani e di navi.
Il vetro viene ritrasformato in sabbia e usato per la costruzione di strade al Sud di Londra, ma talvolta viene riutilizzato per fare nuovo vetro.
Le bottiglie di plastica e altri materiali plastici vengono ritrasformati in bottiglie di plastica e per fare numerosi oggetti di uso quotidiano come mobili da giardino, giacche felpate, cassonetti con ruote, compostiere e copertine per cd.
I tessuti – quando non adatti ad essere riutilizzati – vengono usati spesso come materiali per l’isolamento di case e macchine. Gli stivali di gomma (Wellington) possono essere usati adesso per fare un nuovo laminato plastico per pavimenti.


(15. Continua. Le precedenti puntate sono state pubblicate il 22 febbraio, l’1, 12, 15, 22, 29 marzo, il 5, 12, 19 aprile, 3, 10 , 16, 24 maggio e il 7 giugno. La prossima pubblicazione è prevista venerdì 12 luglio).

Un commento

  1. Giuseppe ha detto:

    Non riesco a capire come mai a Sciacca, Ag nella raccolta dei rifiuti non si separa la carta dalla plastica? In Emilia Romagna si fa una separazione della carta dalla plastica, come vengono riciclate questi dui prodotti? Perchè la stazione ecolgica non viene organizzata in due livelli per lo scarico dei rifiuti e cassonetti per ogni materale da riciclare non è complicato. Distinti saluti

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