Per la strage ferroviaria di Viareggio rinviati a giudizio tutti e 33 gli imputati - QdS

Per la strage ferroviaria di Viareggio rinviati a giudizio tutti e 33 gli imputati

redazione

Per la strage ferroviaria di Viareggio rinviati a giudizio tutti e 33 gli imputati

venerdì 19 Luglio 2013

Chieste le dimissioni per l’ad di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti

FIRENZE – Dovranno presentarsi davanti al giudice il prossimo 13 novembre tutti e 33 gli imputati nel procedimento per la strage ferroviaria di Viareggio, rinviati al processo dal Gup di Lucca. Nella strage ferroviaria del 29 giugno 2009 a Viareggio, morirono 32 persone, per l’esplosione del gpl fuoriuscito dalla cisterna di un treno merci deragliato mentre attraversava la stazione.
Tra gli imputati, anche l’ad di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti. “Non ho niente da dire”, ha commentato a caldo l’amministratore delegato. A chi gli chiedeva se il fatto di finire a processo pregiudicasse la sua rielezione ad amministratore di Fs, Moretti ha risposto: “Non so, non ho nulla da dire”.
Oltre all’ad di Ferrovie sono stati rinviati a giudizio funzionari e dirigenti delle società del gruppo Fs, della ditta proprietaria del carro e di quella che svolse la manutenzione. Il gup del Tribunale di Lucca, Alessandro Dal Torrione, ha disposto il rinvio a giudizio anche per nove società. Il rinvio a giudizio è in riferimento alla legge 231/01, per non aver ottemperato alle norme sulla sicurezza sul lavoro.
Tra le persone giuridiche che andranno a processo, riferisce una fonte legale, figurano Trenitalia, Fs Logistica, Fs Holding, Gatx, Jugenthal e Cima Riparazioni.
Gli imputati dovranno rispondere delle accuse di omicidio e lesioni colpose plurime, incendio colposo e disastro ferroviario colposo; alcuni di loro anche delle violazioni delle norme di sicurezza sul lavoro. La decisione del gup di Lucca è arrivata al termine di poco più di un’ora di Camera di Consiglio.
“Le carte hanno parlato fin troppo chiaro e l’impegno dei cittadini ha fatto si’ che si dovesse giocare a carte scoperte senza giocarne di false”, commenta Riccardo Antonini, ferroviere, che ha fatto da consulente per le famiglie. “Questo – aggiunge – è un primo passo e Moretti passa da indagato a imputato: forse sarebbe il caso facesse un passo indietro, magari che si dimettesse”.
Le dimissioni dell’ad di Ferrovie sono chieste a più riprese anche dai familiari, ma l’avvocato Mittone, difensore di un dirigente di Trenitalia, spiega che per il ‘Decreto del Fare’ non esiste obbligo di dimissioni per un reato come quello contestato dalla Procura di Lucca ai dirigenti delle società e, quindi, non esistono i presupposti legali per tale richiesta.

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