Sanatorie, i Comuni dormono su 750 mln - QdS

Sanatorie, i Comuni dormono su 750 mln

Rosario Battiato

Sanatorie, i Comuni dormono su 750 mln

venerdì 23 Agosto 2013

Il QdS lo scrive da anni. La media di smaltimento è del 2% all’anno, di questo passo serviranno due decenni per concludere
Se ne accorgono anche all’Ars. Vinciullo: “Le pratiche ancora da esitare sono 370mila”

PALERMO – Lo scriviamo da oltre due anni, ad ogni aggiornamento del dipartimento regionale all’Urbanistica in merito alle pratiche di sanatoria da esitare da parte dei comuni siciliani. Adesso se ne accorgono anche all’Assemblea regionale, grazie all’atto ispettivo di Vincenzo Vinciullo, vicepresidente vicario della commissione Bilancio e programmazione dell’Ars. In ballo ci sono 750 milioni di euro da riscuotere e bloccati da scartoffie di vario genere.
Così come calcolato dal QdS, ci sarebbero più di 370 mila pratiche di sanatoria relative alle tre Leggi di condono n. 47/85, n. 724/94 e n. 326/03, che giacciono, ancora inevase, nei cassetti dei Comuni siciliani. “Considerando che, mediamente, una pratica di sanatoria edilizia è valutabile in circa 2 mila euro, – si legge sul comunicato del vicepresidente che calcola le medesime cifre riportate nell’inchiesta pubblicata lo scorso giugno dal QdS ‘La sanatoria infinita: tesoro inutilizzato di 700 milioni per i Comuni siciliani’ – ci sarebbero, quindi, più di 750 milioni pronti per essere raccolti dalle casse comunali”.
La denuncia di Vinciullo è arrivata in seguito a un atto ispettivo che ha "svelato" la presenza di un vero e proprio tesoro sepolto tra gli incartamenti degli uffici dei comuni siciliani. E, grazie a questi palombari così lenti, il tesoro sepolto resterà a lungo inabissato. “La media di smaltimento delle pratiche di sanatoria – ha ricordato il deputato regionale – non supera il 2% all’anno e, con questi ritmi di lavoro, occorreranno più due decenni per definirle tutte”.
Volendo precisare il funzionamento del meccanismo ricordiamo che le istanze di sanatoria e le percentuali di esitazione sono ripartite, sulla base della definizione dell’iter della pratica, in quattro categorie che passano dalle “pratiche definite”, cioè oggetto di concessioni, autorizzazioni, dinieghi, silenzio/assenso, poi “pratiche istruite “ in corso di definizione in attesa di atti integrativi , “istanze con esiti diversi” derivanti da accorpamenti, archiviazioni, etc.., di fatto da considerarsi “definite” e “istanze non esaminate”.
A fronte di circa 760 mila istanze di sanatoria certificate dal Siab, il sistema centralizzato di raccolta dati delle pratiche dei comuni, l’iter procedurale è abbastanza stabile e fissa un dato percentuale che dal 2009 al 2012 (l’anno con i dati parziali a causa di un problema di operatività del Siab) non arriva a toccare quota 50%, ma si ferma un paio di punti percentuali prima. La distribuzione comprende circa 370 mila pratiche definite (48,8%), 263 mila pratiche istruite in attesa di atti integrativi (34,7%), 15.012 istanze con esiti diversi (1,9%), e 109.725 (14,4%) come istanza non esaminate.
Tra il 2009 e il 2010 le pratiche definite sono aumentate di quasi quattromila mentre tra il 2010 e il 2011 il valore è cresciuto considerevolmente fino a quota quindicimila. Nel 2009 erano state, secondo i report degli scorsi anni, quasi 34 mila le pratiche esitate mentre fino al 2007, cioè in 24 anni, erano state smaltite circa 293 mila pratiche per una media di 12.208 pratiche annuali.
Calcolando una media di esitazione delle pratiche di 10/15 mila all’anno la media di smaltimento è del 2%, in altri termini per finire il blocco delle oltre 770 mila richieste di sanatoria ci vorranno ancora 23 anni. Eppure considerando questi blocchi “in attesa”, valutando mediamente una pratica di sanatoria in circa 2mila euro, ci sarebbero più di 750 milioni pronti per essere raccolti dalle casse comunali.

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