Oltre ad essere la terza e ultima centrale Rsu londinese in ordine cronologico, quella di Belvedere è anche la più giovane, produttiva ed efficiente. Meglio nota come “l’impianto sul lungofiume per il recupero delle risorse” (RRR, ossia Riverside Resource Recovery facility), la centrale è stata commissionata dall’inglese Cory Environmental (attuale gestore dell’impianto) e costruita dalla giapponese Hitachi Zosen Corporation.
Commissionato negli anni novanta, il progetto era stato abbandonato per problemi tecnici riguardanti le sue dimensioni e il suo collegamento con la strada. Ripresentato nel 1999 all’Autorità per il commercio e l’industria (DTI, ossia Department of Trade and Industry), il piano ha trovato subito un gran numero di oppositori. Nel giugno 2006, dopo aver ordinato due ricerche effettuate rispettivamente nel 2003 e nel 2005, il DTI ha rilasciato l’autorizzazione ai lavori.
Attraverso il trattamento termico di una media di circa 585 mila T di Rsu all’anno (T/a), questo megastabilimento – in grado di trattare fino a 670 mila T/a di rifiuti – consente l’allontanamento di poco più del 10 % dei rifiuti londinesi dalle discariche cittadine, la produzione di ca. 470.000 MWh di elettricità per circa 100.000 case e la considerevole riduzione del consumo dei ben più inquinanti e costosi combustibili fossili, altrimenti utilizzati per produrre la stessa quantità di energia prodotta a Belvedere.
Per questa ragione la centrale ha il 100 % di ridondanza. Sono presenti, cioè, duplicati dei componenti critici del sistema in modo da aumentare l’affidabilità del sistema stesso.
Continua Mr. Pike: “Abbiamo due gru sul molo, ma ce ne serve solo una per trattare tutti i rifiuti all’interno dell’impianto, in modo che se ci dovesse mai essere un problema con la gru, possiamo andare avanti usando l’altra”.
I rifiuti vengono classificati attraverso i colori. Le casse gialle contengono i rifiuti indifferenziati prelevati dal centro; le casse blu, invece, le ceneri di fondo, portate dall’altra parte del fiume al vicino impianto di Tilbury Docks, a quasi 30 km ad est di Belvedere; infine, le casse grigie, contenenti gli Rsu provenienti dalle stazioni di trasferimento londinesi.
Ci sono, però, anche dei contro. Certe volte il processo di trasferimento dei rifiuti può essere soggetto a problemi di rallentamento. Nel momento in cui i rifiuti vengono prelevati dal centro di Londra, infatti, possono capitare fenomeni di alta marea tali da portare all’adozione di misure restrittive della viabilità fluviale atte ad evitare straripamenti e intralci. Nessun problema, però, quando i rifiuti vengono consegnati alla centrale di Belvedere, lontana dal centro e sita in una zona a traffico circoscritto dove non esiste alcun tipo di restrizione sulla viabilità.
Prima della visita della centrale avevamo inviato alcune domande a Mr. Pike, che ci ha risposto in maniera puntuale e dettagliata. Per ragioni di spazio saremo costretti a suddividere i contenuti dell”intervista in parti, che verranno pubblicate nelle prossime settimane insieme alle puntate della nostra nuova video-rubrica informativa settimanale sulla gestione dei rifiuti, in uscita ogni venerdì sul QdSTube e su www.qds.it a partire da oggi.
LONDRA – Tra le domande che abbiamo fatto al direttore della struttura, solo tre questioni sono rimaste senza una risposta, tutte inerenti i guadagni dell’azienda. Abbiamo chiesto quanto pagano le amministrazioni per la consegna di una tonnellata di Rsu all’impianto di Belvedere; a quanto ammontano attualmente gli introiti derivati dall’attività dell’impianto e a quanto ammonteranno dopo che le spese verranno ammortizzate. In tutti i casi la risposta è stata: “Commercialmente confidenziale”.
Per il resto, però, il direttore si è mostrato del tutto disponibile a rispondere a tutte le nostre domande.
Il progetto è stato finanziato dal governo? Se sì, con quanto?
“Con 570 mln di sterline (circa. 680.000.000 €) attraverso debito e partecipazione (debt and equity), e non con un’iniziativa di finanziamento del progetto per la costruzione di strutture pubbliche da parte di privati (private finance initiative)”.
Quanto è costata la costruzione dell’impianto?
“Circa 525 mln di £ (circa 620.000.000 €)”.
Quanti nuovi posti di lavoro ha creato la realizzazione dell’impianto (per la sua costruzione e i suoi impiegati)?
“Il numero totale di reclutamenti del sito durante la costruzione dello stabilimento è stato di ca. 5.600 unità, e sono state pagate circa 3,87 mln di ore di lavoro. Nell’impianto lavorano 65 persone”.