Formazione professionale al via con la Lr 24 chiusa nel cassetto - QdS

Formazione professionale al via con la Lr 24 chiusa nel cassetto

Michele Giuliano

Formazione professionale al via con la Lr 24 chiusa nel cassetto

martedì 26 Novembre 2013

Firmati i decreti di finanziamento dei primi corsi: tutto sarà regolato dal dec. 5021. Ecco le novità. Si profila l’ennesimo braccio di ferro tra sindacati e Regione sulla modalità di gestione

PALERMO – Dopo tante chiacchiere, e soprattutto polemiche, è ai nastri di partenza la tanto criticata seconda annualità dell’Avviso 20. La Regione ha già dato il via libera al primo centinaio di decreti per l’avvio dei vari corsi. Provvedimenti che danno materialmente il via ad una parte di questa seconda annualità. Si tratta di un anno, quello che si accinge ad affrontare la formazione professionale siciliana, che farà sicuramente da spartiacque rispetto al passato.
 
Infatti da adesso gli enti dovranno attenersi alle disposizioni contenute nel decreto numero 5021 dello scorso 8 novembre con cui si introducono una serie di novità, ma soprattutto restrizioni, agli enti finanziari. Provvedimento che di fatto scavalca la legge regionale 24 del 1976, che ha regolato il settore sino ad oggi, che di fatto però non risulta essere stata abrogata e quindi è ancora in vigore. Nonostante ciò il governo regionale ha deciso comunque di voltare pagina, pur senza toccare nulla a livello legislativo in attesa della tanto paventata “riforma”. E questo è il vero nocciolo della questione, tanto che all’orizzonte sembra esserci l’ennesima guerra tra gli enti di formazione e l’assessorato regionale alla Formazione.
Piomba infatti come un macigno sul governo regionale la diffida del sindacato Sinalp ad emanare il Piano regionale dell’offerta formativa ed il contestuale annullamento e ritiro del decreto dirigenziale numero 5021 con il quale l’amministrazione regionale ha definito le  direttive rivolte agli enti gestori per l’avvio delle attività formative.
La diffida, trasmessa al presidente della Regione, Rosario Crocetta, all’assessore al ramo, Nelli Scilabra e ad Anna Rosa Corsello, dirigente generale del dipartimento Formazione professionale, dal sindacato guidato in Sicilia da Andrea Monteleone e coordinato nel settore della Scuola e Formazione professionale da Pippo Giaramita e da Mario Mirabile per il Comparto Interventi formativi, muove le ragioni dall’impianto normativo esistente in Sicilia.
“L’emanazione del Piano dell’offerta formativa per l’annualità 2013/2014 è imposto obbligatoriamente – secondo il Sinalp – dall’articolo 5 della legge regionale numero 24 del 6 marzo 1976, nel termine stabilito all’articolo 34 della legge regionale numero 15 del 2004, che fissa al 30 novembre di ogni anno la data entro la quale presentare il Piano formativo. L’assessore Scilabra e la dottoressa Corsello – ha dichiarato Mirabile – hanno l’obbligo di predisporre sin da ora tutti gli adempimenti propedeutici e obbligatori per l’approvazione entro la fine del mese corrente del Piano. Tutto ciò con espressa avvertenza che, in difetto – ha aggiunto – sarà adita la competente Autorità Giudiziaria per il ripristino dell’ordine violato, nonché per tutti i profili di responsabilità e, non ultimo, quello inerente il risarcimento dei danni, anche di quelli già patiti, derivanti dalla reiterata elusione e violazione delle norme di legge”. Il particolare riferimento è ai lavoratori messi in mobilità quando la legge 24 invece garantisce l’occupazione.
 


L’approfondimento. Due mila lavoratori rimasti senza contratto
 
Forti contestazioni ci sono state a seguito del verbale dello scorso 12 novembre firmato alla Regione sulle procedure di mobilità, limitate esclusivamente in favore del personale in eccedenza tra gli enti ammessi alla prosecuzione dell’Avviso 20. “Oltre ai suddetti lavoratori in esubero, per effetto del taglio del 10 per cento del finanziamento rispetto al primo anno dell’Avviso 20, – rivela lo Snals Confsal – vi sono circa 2 mila lavoratori, assunti con contratto a tempo indeterminato entro il 31 dicembre 2008 ed iscritti all’Albo rimasti senza lavoro poiché sospesi o licenziati dai rispettivi enti di appartenenza, a seguito dei provvedimenti di revoca dell’accreditamento, emanati negli ultimi due anni dalla Regione Siciliana”. Quindi, secondo l’organizzazione di categoria, per garantire la regolazione procedura di reclutamento e di riallocazione produttiva del personale degli enti di formazione non si può limitare l’inserimento, nella costituenda lista di mobilità a valenza regionale, al solo personale in eccedenza tra gli enti ammessi alla prosecuzione dell’Avviso 20/2011. “Ciò costituirebbe una gravissima disparità di trattamento” precisa lo Snals che ha contestato la firma del verbale.

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