Preferisco andare ai Caraibi di Sicilia - QdS

Preferisco andare ai Caraibi di Sicilia

Carlo Alberto Tregua

Preferisco andare ai Caraibi di Sicilia

venerdì 10 Gennaio 2014

Girare il mondo, ma attrarre qui

Qualche anno fa, invitato da una compagnia di crociere, mi hanno portato nei Caraibi. Sono sbarcato all’isola Catalina e mi è sembrato di essere nell’isola di Lampedusa. Stesso mare cristallino, stessa sabbia sottile. Cosa c’era di diverso? L’accoglienza, l’aria di festa e la sensazione di essere veramente in vacanza, perché non basta pensare di esserlo.
Lo spunto che precede non vuol dire che girare il mondo, dove vi sono bellezze incommensurabili, non sia piacevole, ma vuol dire che nella nostra Isola vi sono bellezze altrettanto incommensurabili, con l’aggiunta dei numerosissimi siti archeologici e paesaggistici che non vi sono in quasi nessun’altra parte del mondo.
Si tratta di metterli in quella immensa vetrina che è il web, nel quale vanno illustrate le caratteristiche e le possibilità per poterne godere appieno.
I beni culturali e paesaggistici, da soli, non sono sufficienti per attirare l’attenzione dei cittadini del mondo. Ci vuole ben altro.

Che cosa? L’organizzazione, l’efficienza dei servizi, l’oculatezza degli investimenti, la capacità di comunicare e così via. Chi deve mettere in atto questi meccanismi? Le istituzioni regionale e comunali, con le loro appendici, e tutte quelle parti della classe dirigente che operano nell’economia.
Insieme devono realizzare un programma, nel versante della ricezione e del turismo, sottoposto a un rigoroso controllo di gestione e dei risultati.
Vanno previsti premi a chi li ottiene e sanzioni a chi non è capace di ottenerli. Premi veri, sanzioni vere. Non certo quei premi che vengono dati ai dirigenti regionali e comunali indipendentemente dai risultati, non certo i premi che vengono dati ai dipendenti regionali e comunali anche se lavorano poco e male.
L’attività turistica e di ricezione è fondamentale per la nostra Isola. Vi sono tanti operatori capaci nel settore alberghiero, delle agenzie di viaggio, dei trasporti, delle guide turistiche. Tutte queste energie positive devono essere messe insieme per fare sistema, in modo da raddoppiare in qualche anno il numero dei pernottamenti, puntando all’obiettivo ambizioso di 30 milioni in un anno. Così dev’essere!

 
Per attirare i visitatori (per affari, per cultura, per scienza ed anche per turismo) è indispensabile offrire servizi complessivi di ottima qualità a prezzi competitivi. Perché ciò si realizzi, occorrono manager di provata esperienza, cui affidare gli incarichi per gestire al meglio questo versante.
Poi serve che la Regione e i 390 Comuni, anche i più piccoli, si mettano d’accordo per progettare e realizzare un evento al giorno, 365 nell’anno.
In Umbria, dopo il successo del Festival del Jazz che si fa in agosto, hanno raddoppiato e lo fanno anche in inverno. Non solo, tutti i Comuni si sono messi assieme e si sono divisi i compiti: non c’è un solo giorno in cui non vi sia un evento in ciascuno di essi, per un totale di 365 all’anno.
Gli eventi sono la chiave di volta dell’attrazione turistica, anche se costituiscono un pericolo perché quando sono svolti da soggetti disonesti sperperano denaro pubblico senza raggiungere il risultato. Che cosa serve per evitarlo?

Serve che si inserisca nella società siciliana il principio che l’interesse generale deve sempre essere al di sopra di qualunque interesse privato. E, dunque, qualunque scelta faccia il presidente della Regione o i sindaci dev’essere misurata da tale principio: interesse generale superiore all’interesse privato.
Non sembra che presidente della Regione e sindaci stiano seguendo questa linea, salvo eccezioni ove le cose funzionano. Ma in tutto il resto del territorio non funzionano.
Attrazione, attrazione, attrazione, servizi efficienti, capacità di spendere in modo qualificato e onesto le risorse pubbliche: ecco i modi per ribaltare la situazione infernale in cui si trovano i siciliani, ecco i modi per creare lavoro (non solo posti di lavoro) nei quali si possano indirizzare i precari-privilegiati e tutti gli altri siciliani che senza far nulla continuano a percepire assegni di diverso importo.
Bisogna concentrare il massimo sforzo e utilizzare al meglio le poche risorse disponibili, tagliando la spesa pubblica improduttiva, in modo da intraprendere, finalmente, la strada della crescita.

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