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Palermo – I casi Cattedrale e Porta Nuova: monumenti in attesa di restauro

Gaspare Ingargiola

Palermo – I casi Cattedrale e Porta Nuova: monumenti in attesa di restauro

mercoledì 15 Gennaio 2014

Intanto la Giunta Orlando ha dato mandato agli uffici per rivedere l’obsoleto regolamento pubblicitario. Comune e Soprintendenza ai Beni culturali non hanno soldi ma snobbano i privati

PALERMO – Sono due dei monumenti simbolo di Palermo ma sono a rischio crolli e conseguente chiusura perchè mancano i fondi per fare interventi strutturali. Si tratta della Cattedrale e della vicina Porta Nuova. A dire il vero i soldi per la Cattedrale ci sarebbero, quantomeno per il portico che si affaccia su corso Vittorio Emanuele: provengono da una concessionaria pubblicitaria che per qualche tempo ha potuto piazzare uno sponsor sulla facciata facendo inalberare il sindaco Leoluca Orlando che ne ha disposto l’immediata rimozione. La faccenda è finita in tribunale, ma nel frattempo i lavori sono fermi e non si sa che fine faranno.
La querelle è iniziata a settembre quando la concessionaria pubblicitaria Vat Srl montò sul portico della Cattedrale un enorme cartellone della compagnia telefonica Fastweb (che peraltro negò qualsiasi coinvolgimento nella vicenda) in seguito a un accordo con la Curia che consentiva di finanziare un primo sommario intervento di restauro in cambio della pubblicità.
 
La motivazione la spiegò in parole povere la soprintendente Maria Elena Volpes: “Senza soldi non si canta messa. Fondi per recuperare il portico danneggiato non ce ne sono”. Nel volgere di poche ore, tuttavia, giunse lo stop da parte di Palazzo delle Aquile, con il sindaco pronto a ordinare verifiche interne sulle autorizzazioni e la rimozione immediata dell’impianto. Inizialmente, infatti, il Suap aveva concesso il permesso sulla base di un regolamento sulla pubblicità assai datato ma nelle settimane a seguire l’Avvocatura comunale aveva consigliato più volte all’amministrazione di negare ulteriori autorizzazioni senza prima aver aggiornato il regolamento.
 
Anche Confindustria prese posizione denunciando come “a Palermo un terzo della pubblicità sia abusiva con una grossissima fetta di impianti e spazi pubblicitari non autorizzati cui corrisponde un’evasione di tributi di svariati milioni di euro ogni anno”. E così tra Comune e Vat Srl si è scatenato un braccio di ferro che non ha prodotto altro risultato se non quello di un ricorso al Tar della concessionaria. Ricorso che, secondo alcune indiscrezioni circolate nei giorni scorsi, sarebbe stato vinto dalla Vat, anche se al Comune non è ancora arrivata alcuna notifica. Per rimettere in sesto il portico occorrono 150 mila euro, per l’intero monumento servono 9 milioni.
Diverso il caso di Porta Nuova, attualmente affidata all’Esercito italiano ma il cui restauro dovrebbe essere preso in carico dalla Soprintendenza ai Beni culturali. Anche in questo caso, però, il piatto piange: a giugno la Procura ordinò il sequestro del monumento perché a rischio crolli e per un settimana il passaggio tra piazza Indipendenza e corso Vittorio Emanuele restò inaccessibile. Soltanto dopo che il Comando militare regionale procedette con la messa in sicurezza la magistratura consentì il dissequestro, a patto che entro il 31 dicembre venissero avviati i lavori necessari a una più completa ristrutturazione. Cosa che puntualmente non è avvenuta, tanto che il Comando ha inviato una diffida alla Soprintendenza intimando un immediato risarcimento delle spese sostenute a giugno (quasi 40 mila euro) minacciando altrimenti di adire le vie legali.
 
La Soprintendenza aveva pensato a un bando per trovare uno sponsor privato ma dopo il “fattaccio” della Cattedrale si è bloccato tutto. In questo caso servirebbero almeno 100 mila euro per mettere in salvo Porta Nuova, forse di più.
Nel frattempo la giunta ha approvato un atto d’indirizzo con cui ha dato mandato agli uffici di predisporre il tanto atteso aggiornamento del regolamento pubblicitario. “L’approvazione di questo Piano – si legge nell’atto – potrebbe sicuramente garantire: ordine all’attuale esposizione pubblicitaria, oggi spesso caotica; una comunicazione istituzionale e commerciale chiara e funzionale; il contrasto del fenomeno dell’abusivismo”.

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