Diritti civili: se la Sicilia diventa la Spagna d'Italia - QdS

Diritti civili: se la Sicilia diventa la Spagna d’Italia

Antonio Leo

Diritti civili: se la Sicilia diventa la Spagna d’Italia

giovedì 16 Gennaio 2014

Dall'estensione alle coppie di fatto dei benefici concessi a "qualsiasi titolo" alle famiglie tradizionali fino all'affidamento di un minore a due gay palermitani da parte del Tribunale del Capoluogo. L'Isola che cambia (ma ci potrebbe essere qualche ostacolo)

Negli ultimi giorni, la Sicilia ha fatto un enorme balzo in avanti rispetto alla tematica dei diritti per le coppie di fatto, probabilmente oltre ogni rosea immaginazione delle associazioni che sostengono da anni le lotte di civiltà (l’Arcigay su tutti).
 
Le notizie più importanti sono due, capitate casualmente proprio nello stesso periodo. Da una parte l’approvazione da parte dell’Assemblea regionale siciliana di una norma, all’interno della Finanziaria, che estende alle coppie di fatto iscritte nei registri delle Unioni civili dei Comuni e ai genitori single i benefici “a qualsiasi titolo” concessi alle famiglie tradizionali. Dall’altra, è stato reso noto che il tribunale dei minori di Palermo – già qualche mese fa a dire il vero – ha deciso di affidare un minore di 16 anni a una coppia gay formata da due uomini. Probabilmente se avessero chiesto a un omosessuale cosa si aspettava per il 2014, non poteva mai immaginarsi un inizio del genere. Specie in Sicilia, dove i luoghi comuni sull’arretratezza civile abbondano, spesso e volentieri a torto.
Cosa prevedono i diritti alle coppie di fatto nell’Isola.
 
La Finanziaria stabilisce che alle coppie di fatto, così come alle famiglie monoparentali, vengono estesi i benefici a “qualsiasi titolo” concessi alle famiglie tradizionali. Dunque, per esempio, l’inclusione delle coppie di fatto nell’alveo del diritto di famiglia permetterebbe a esse di accedere a tutta una serie di vantaggi: dal bonus bebè ai contributi per chi ha figli disabili, fino all’inserimento nelle liste per l’ottenimento di una casa popolare.
 
Non solo: la Legge di stabilità sicula parla espressamente di estensione dei “diritti in materia sanitaria previsti dall’Ordinamento di famiglia”. Cioè in poche parole una coppia omossessuale, e non, potrà per esempio accedere alla cartella clinica del convivente, assisterlo in ospedale e anche autorizzare, in caso di perdita di coscienza, interventi delicati.
 
C’è un limite e cioé l’iscrizione nel registro delle Unioni civili dei Comuni, cosa non semplice visto che in Sicilia sono ancora pochissimi gli Enti che li hanno adottati. In un articolo pubblicato sul QdS il 14 settembre scorso ne abbiamo censiti soltanto 6 su 390 (Palermo, Siracusa, Enna, Bagheria, Niscemi e Torregrotta). Nel frattempo qualcun altro si è già unito, come Ragusa (dove l’amministrazione a cinque stelle di Federico Piccitto ha provveduto a istituirlo lo scorso ottobre) e Messina (qui la giunta guidata dal sindaco in t-shirt, Renato Accorinti, l’ha approvato a dicembre). Altri hanno promesso di farlo, come per esempio Catania: recentemente il sindaco Enzo Bianco ha parlato di “registro in dirittura d’arrivo”.
 
Accanto a questi diritti di “civiltà” sono state introdotte alcune agevolazioni per la formazione del nucleo familiare. L’articolo 26 della finanziaria regionale prevede, altresì, facilitazioni nell’accesso ai mutui per l’acquisto della prima casa anche ai coniugi de facto (che devono risultare iscritti da almeno un anno nel registro delle Unioni civili dei Comuni). I finanziamenti per questi mutui agevolati saranno attinti grazie all’integrazione di fondi preposti dall’Irfis, l’istituto di mediocredito regionale, attraverso una convenzione stipulata tra l’Abi e la Cassa depositi e prestiti.
 
L’unico vero ostacolo affinché tutto questo possa diventare realtà è il Commissario dello Stato, che ha cinque giorni di tempo per impugnare le norme approvate in Finanziaria. Rosario Crocetta ha già messo le mani avanti: “Sarebbe oscurantismo”.
 
Se la giustizia supera il Parlamento nazionale.
 
Come dicevamo all’inizio dell’articolo, l’altra notizia che ha sorpreso un po’ tutti è stata la decisione del Tribunale di Palermo di affidare un minorenne a due uomini conviventi. Quest’ultimi si erano rivolti all’ufficio affidi del Comune, il quale ha segnalato loro la vicenda del ragazzo proveniente da una famiglia che vive un grave “disagio sociale”.
 
Non si tratta, comunque, di una novità: nel novembre scorso il tribunale di Bologna aveva preso un’analoga decisione, affidando una bimba di tre anni a due uomini, suscitando reazioni e polemiche. Nel gennaio dello scorso anno la Cassazione sentenziò che “un minore può crescere in modo equilibrato anche in una famiglia gay, né vi sono “certezze scientifiche o dati di esperienza” che provino il contrario.
 
La soddisfazione di Crocetta.
 
Naturalmente il presidente della Regione, ai tempi di Gela primo sindaco dichiaramente omosessuale nella storia della Sicilia, gongola.
"In un solo anno in Sicilia siamo riusciti a fare leggi che aboliscono ogni discriminazione nei confronti delle coppie di fatto eterosessuali e omosessuali e che estendono diritti fondamentali. Ho fatto in pochi mesi di governo quello che il centrosinistra non è riuscito a fare in dieci anni di governi".

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