Abolizione Province, si cerca l'intesa - QdS

Abolizione Province, si cerca l’intesa

redazione

Abolizione Province, si cerca l’intesa

venerdì 17 Gennaio 2014

Due opzioni sul tavolo: l'istituzione di nove Consorzi dei Comuni (oltre le tre Città metropolitane, Palermo, Catania e Messina) o di un numero maggiore in base alle "aree territoriali". Musumeci, contrario alla riforma del Governo, ci scrive su Twitter: "La nostra proposta riduce i costi, ma non mortifica la democrazia". 

Ancora un testo condiviso sulla riforma delle Province non c’è, tant’è che lunedì prossimo il Governo dovrebbe riunire la maggioranza per trovare una sintesi, con l’Udc che preme per l’abolizione totale degli enti.
 
Intanto la commissione Affari istituzionali, presieduta da Antonello Cracolici (Pd), ha cominciato l’esame degli emendamenti, bocciandone uno, a firma Giuseppe Milazzo (Pdl-Ncd) che sopprimeva l’articolo 1 e che di fatto avrebbe affossato il testo in esame.
 
Ormai è una corsa contro il tempo: il Parlamento ha tempo fino a metà febbraio per varare la riforma, altrimenti saranno indetti i comizi elettorali e si tornerà al voto per l’elezione degli organi di governo e addio riforma. La commissione conta di esitare il disegno di legge entro la fine della prossima settimana; i lavori proseguiranno a ritmo serrato, con la commissione convocata dal 21 al 24 gennaio. Il nodo da sciogliere, però, resta il numero dei liberi Consorzi da istituire e lunedì il Governo farà un passaggio con i partiti di maggioranza per trovare un’intesa.
 
Le opzioni possibili sembrerebbero due: una è quella contenuta nel testo del ddl della Commissione che ne prevede nove, l’altra quella indicata nell’emendamento del governo, che consente di crearne in numero maggiore e individua come parametro di riferimento aree territoriali con un numero di abitanti compreso tra i 150 mila e 500 mila, quest’ultima ipotesi indigesta all’Udc. Nulla quaestio per le città metropolitane: quelle previste sono tre Palermo, Catania e Messina.
 
L’assessore alle Autonomie locali, Patrizia Valenti. "In commissione Affari istituzionale – ha spiegato l’assessore Valenti – è sorta la necessità di affinare il testo come emendato dal governo per l’istituzione dei Liberi consorzi e la soppressione delle Province. I lavori procedono a ritmo serrato per portare al più presto la proposta deliberativa in aula e lasciare spazio al dibattito". 
 
L’alternativa di Musumeci. Continua a rimanere contrario alla riforma così come prevista dal Governo, Nello Musumeci, che ieri ha scritto su Twitter al QdS: “C’è anche la nostra proposta che riduce i costi in modo serio, senza mortificare la democrazia”.
 
Il ddl della Lista Musumeci – presentato lo scorso novembre e firmato anche da altri deputati dell’opposizione tra cui Marco Falcone (Pdl), Giovanni Greco (Mpa) e Luisa Lantieri (Pid-Gs) – prevede lo stop all’istituzione dei liberi Consorzi dei Comuni e quindi anche la proroga dei commissari delle Province. E il ritorno al voto, con il rinnovo degli organi elettivi da fissare tra il 15 aprile e il 30 giugno.
 
Per quanto riguarda i risparmi, secondo il disegno di legge presentato dal presidente della commissione Antimafia, nelle Province con popolazione inferiore ai 500 mila abitanti sono previsti 15 consiglieri e 4 assessori, in quelle superiori a 500 mila abitanti il consiglio sarà costituito da 20 componenti, mentre in Giunta potranno essere nominato solo sei assessori. “L’indennità – ha spiegato Musumeci – è sostanzialmente un rimborso spese per di più legato alla partecipazione ai lavori del Consiglio provinciale”. 
 
In particolare il ddl Musumeci prevede per il presidente della Provincia un’indennità di carica 2.500 euro lordi mensili e per gli assessori di Euro 1.500,00. "I consiglieri provinciali", invece, "hanno diritto ad una indennità, stabilita con decreto del Presidente della Regione, da calcolarsi in rapporto all’effettiva partecipazione alle riunioni degli organi istituzionali di cui fanno parte".

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