Ast, la partecipata con l’acqua alla gola - QdS

Ast, la partecipata con l’acqua alla gola

Rosario Battiato

Ast, la partecipata con l’acqua alla gola

lunedì 10 Febbraio 2014

Allarmi dei sindacati e del dirigente dell’Azienda, si attendono più di 14 milioni di euro dalla Regione. Ast, manca il carburante. Servizi di trasporto sul territorio sempre più scadenti

PALERMO – Allarmi reiterati sul futuro dell’Azienda siciliana trasporti. La partecipata regionale, in rosso per dieci milioni di euro da ormai tre anni, continua a scivolare mentre si moltiplicano gli appelli di pendolari e sindacati tra corse saltate e carburante insufficiente. Un’azienda al collasso che senza i contributi pubblici del socio unico, la Regione siciliana, sarebbe inadatta a restare sul mercato.
L’allarme è stato lanciato una settimana fa dal direttore generale dell’Ast, Giovanni Amico che ha inviato una nota allarmante ai prefetti, ai sindaci e ai dirigenti degli Uffici scolastici provinciali, precisando la mancanza di finanziamenti dell’azienda per pagare i fornitori del gasolio e dei pezzi di ricambio, nonché gli stipendi degli utenti. Non è la prima che accade un fatto del genere, perché a partire dalla decisione/imposizione di rimodulare al ribasso i contributi della Regione per l’Ast l’allarme carburante è una notizia che le cronache siciliane riportano annualmente. Tutto vero e sacrosanto, per carità, e soprattutto non imputabile ai soggetti che attualmente gestiscono il carrozzone pubblico, ma il punto è che l’azienda siciliana trasporti è stata da sempre strutturata per non essere una società in grado di resistere sul mercato in condizioni normali.
A creare ulteriore disagio sono le somme già disponibili e non ancora liquidate e che sono attese da oltre un anno: 7,2 milioni per saldare il contributo di ricapitalizzazione per il periodo ottobre-dicembre 2013, 2,7 per il rimborso delle tessere anziani del 2013, il cosiddetto trasporto agevolato, e altri 4,5 milioni per il quarto trimestre del contratto di servizio di trasporto pubblico locale. Si tratta appunto di più di 14 milioni di euro. ?
L’allarme è diffuso a largo raggio. Sempre a fine gennaio una nota del sindacato trapanese Fast Confsal aveva sottolineato come la direzione generale dell’Ast avesse appunto formalmente annunciato preannunciando il rischio di interruzione del servizio pubblico di trasporto nell’intero territorio. Una condizione che secondo il sindacato risultava “reiterata nel tempo” e “insopportabile non solo per i lavoratori”, ma anche per “il continuo disagio procurato agli utenti che usufruiscono del trasporto extraurbano”.
Sicuramente non agevola la situazione il momento difficile che sta attraversando la Regione con la legge di stabilità pesantemente compromessa dai tagli del commissario dello Stato, ma i problemi di questa storica partecipata in realtà sono assai più distanti nel tempo. Lo ha sottolineato la Corte dei Conti in una indagine che analizza i costi delle partecipate regionali che tra il 2009 e il 2012 sono costate un miliardo di stipendi. Tra le belle cadenti di Mamma Regione c’è ovviamente anche l’Ast, in perdita da tre anni. Nell’adunanza pubblica della Corte dei Conti dello scorso dicembre le partecipate regionali sono state messe sotto accusa, anche perché il sistema di riordino promesso non è mai partito. In 4 anni le società hanno fagocitato un miliardo e 176 milioni, dei quali solo 73 milioni in consulenze e ben 13,7 milioni per i cda. Nel 2011 ancora l’87% delle risorse umane, più di 6 mila unità su 7, è concentrato in quattro società tra cui appunto troviamo l’Ast

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