L’iniziativa nata dai Giovani imprenditori di Confindustria Sicilia, raccoglierà le segnalazioni di casi di malaburocrazia da parte delle aziende siciliane, e agirà per accertare la responsabilità dei singoli burocrati e dipendenti pubblici inefficienti che con il loro comportamento superficiale (ritardi ingiustificati, omissioni, abusi di potere), causano oggettivi danni alle imprese e non solo di natura economica: pagamenti per opere e forniture svolte, tempi di rilascio per autorizzazioni, concessioni, certificati e agevolazioni di legge.
E così come Confindustria Sicilia ha promosso azioni di denuncia alle richieste di pizzo, così ora sosterrà le imprese che notificheranno casi di malaburocrazia.
Le imprese potranno segnalare i casi di malaburocrazia, inviando una mail circostanziata, all’indirizzo: addioburocrazia@confindustriasicilia.it. “Circostanziata” è il termine imperativo per evitare di fare “burocrazia” su “burocrazia”.
Nella mail bisognerà descrivere in modo sintetico il fatto accaduto, indicando il nome dell’amministratore o del funzionario pubblico responsabile del procedimento, riportando i dati anagrafici e i riferimenti dell’azienda.
“Sono ben 92 i giorni che una piccola-media impresa impiega annualmente, per avviare le pratiche burocratiche. Se si considera che in un anno i giorni lavorativi sono mediamente 220, si può avvertire la gravità della situazione”. Con quest’attacco, Silvio Ontario fa capire lo stato di fatto in cui le imprese operano. E continua. “Le lungaggini amministrative incidono sul Pil del 3% annuo; un riflesso che costa all’Italia, 40 miliardi di euro”.
In alcune città, l’Inps impiega oltre 50 giorni per rilasciare il Durc (attestazione dell’assolvimento da parte dell’impresa, degli obblighi legislativi e contrattuali). A ciò si aggiunga il libero arbitrio di sindaci o amministratori che decidono l’ordine di priorità di protocollo delle fatture presentate.