Sicilia in testa per gli abusi sulle spiagge - QdS

Sicilia in testa per gli abusi sulle spiagge

redazione

Sicilia in testa per gli abusi sulle spiagge

giovedì 20 Febbraio 2014

Secondo Legambiente nel 2013 sono stati costruiti in tutta Italia 26.000 immobili illegali, oltre il 13% del totale delle nuove costruzioni. Zero demolizioni a Palermo. Ancora in piedi circa 50 mila case costruite sulle coste sicule

“Nel 2013 sarebbero stati costruiti 26.000 immobili illegali, oltre il 13% del totale delle nuove costruzioni. Questo significa che circa una casa su 10 costruita nell’ultimo anno è fuorilegge”. Questo quanto emerge dal convegno organizzato da Legambiente “Abusivismo edilizio: l’Italia frana, il Parlamento condona”.
 
Per l’associazione “l’abusivismo edilizio è un’autentica piaga nazionale” che “alimenta” anche “una vera e propria filiera del cemento illegale2 dove spesso ad arricchirsi sono “le casse dei clan”, e dove è presente anche una “connivenza delle pubbliche amministrazioni con la criminalità organizzata”.
 
Il primato nazionale per numero di reati legati al ciclo illecito del cemento – precisa Legambiente – è della Campania, con 875 infrazioni accertate (13,9% del totale). Napoli è la prima provincia d’Italia per numero di infrazioni, seguita da Salerno. Tra le zone più colpite il litorale Domitio-Flegreo; non viene risparmiata neanche l’area archeologica di Pompei, senza contare il caso esemplare di Ischia. Inoltre, nella regione ci sono 175 mila immobili abusivi.
 
La Sicilia invece è in testa nel 2013 per abusivismo nelle aree demaniali costiere. Tra i problemi principali, Legambiente mette in evidenza "il basso rapporto tra ordinanze di abbattimento ed esecuzioni: le demolizioni superano di poco 10%; un dato che a Napoli, dove le ordinanze sono 16.837, scende al 4% (710 esecuzioni)”. A Reggio Calabria e a Palermo è allo 0%.
 
Nell’Isola, nelle aree costiere demaniali, nel 2013 sono stati commessi 476 illeciti, con 725 persone denunciate e 286 sequestri. Nella regione, ci sono sempre state enormi difficoltà ad applicare la legge che prevede l’acquisizione e la successiva demolizione degli immobili: sono ancora in piedi le circa 5 mila case costruite sulla spiagge di Castelvetrano-Selinunte e di Campobello di Mazara (solo una piccola parte delle circa 50 mila stimate su tutte le coste siciliane), le 560 case nella zona di massima tutela della Valle dei Templi, le oltre 400 della Riserva della Foce del Simeto a Catania, i circa 360 immobili di Pizzo Sella, la famigerata "collina del disonore" a Palermo, di cui 300 sono scheletri.
 
Il rapporto tra ordinanze ed esecuzioni è bassissimo: le demolizioni superano di poco il 10%. L’attivismo di alcune Procure siciliane che hanno diffidato nell’ultimo anno e mezzo le amministrazioni comunali perché applicassero la legge, con l’acquisizione e la demolizione degli abusi non sanati, ha prodotto il disorientamento e la resistenza di chi aveva trovato finora tutti gli alibi possibili per evitare un atto obbligatorio ma che veniva considerato impopolare.
 
"Da qualche mese a questa parte – dice Mimmo Fontana, presidente regionale di Legambiente Sicilia – si sono potuti apprezzare i primi positivi effetti con demolizioni importanti come quella di Scala dei Turchi, ma non sono mancate reazioni di senso contrario".
 
 
 

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