Niente Città metropolitane, addio fondi europei - QdS

Niente Città metropolitane, addio fondi europei

redazione

Niente Città metropolitane, addio fondi europei

giovedì 20 Febbraio 2014

La Cgil invita i sindaci di Palermo, Catania e Messina ad assumere una posizione formale verso Governo e Ars: senza le nuove istituzioni "sarà impossibile accedere alla programmazione comunitaria"

“La cancellazione delle città metropolitane di Palermo, Catania e Messina rischia di produrre gravi danni alle aree interessate e di fatto fa cadere l’impalcatura della riforma delle Province; il governo deve dire subito con chiarezza come intende fare fronte alla falla che si è creata”. Lo sostengono, in una nota congiunta, il leader della Cgil Sicilia, Michele Pagliaro e i segretari delle Camere del lavoro di Palermo, Catania e Messina, Maurizio Calà, Angelo Villari e Lillo Oceano. Gli esponenti della Cgil lanciano un appello ai sindaci delle tre città “ad assumere una posizione formale nei confronti del governo e dell’Ars, unendosi al sindacato nel chiedere di riproporre e varare l’articolo che istituisce le tre città metropolitane”.
 
“Si rischia di partorire una riforma mostro – continuano – che renderà ingovernabile il territorio dei principali Comuni della Sicilia, che anziché benefici avrebbero solo svantaggi da questa riforma istituzionale. Non istituire le città metropolitane, in aree che rappresentano il 50% della popolazione siciliana, significa far venir meno le opportunità legate alle economie di scala, ma anche rendere impossibile per mancanza di presupposti giuridici l’accesso ai fondi che la nuova programmazione europea assegnerà alle Città metropolitane”.
 
Per Pagliaro, Calà, Villari e Oceano “è una situazione paradossale alla quale occorre responsabilmente porre rimedio, trovando gli opportuni accordi politici per varare quanto prima e nel modo più corretto e una riforma importante per la Sicilia. Anche le opposizioni, in un momento così difficile e complicato, sono chiamate ad assumersi le proprie responsabilità anteponendo agli interessi di parte quelli più generali della Sicilia”.
 
Per la verità, a denunciare il grave “errore” dell’Assemblea regionale, nei giorni scorsi, sono stati anche i sindaci delle due più grandi Città dell’Isola, Palermo e Catania. “Chiediamo – ha spiegato ai giornalisti il primo cittadino di Catania, Enzo Bianco – di ragionare con la testa e non la pancia e con gli umori perché un pezzo della competitività dell’Italia si gioca nelle grandi aree urbane del Paese e il Parlamento nazionale sta per varare la legge sulle città metropolitane”.
 
“Io spero – ha aggiunto Bianco – che ci sia la possibilità di recuperare rapidamente perché sarebbe una iattura se nel resto dell’Italia partissero le città metropolitane e qui in Sicilia, che poteva essere più avanti, si perdesse questa occasione”.
 
Durissimo, invece, era stato Leoluca Orlando: l’Ars ha cancellato “le città metropolitane, non solo dimostrando di essere indietro nel tempo rispetto allo sviluppo istituzionale del paese, ma soprattutto tagliando fuori quasi tre milioni di siciliani dalle possibilità che questa nuova forma istituzionale offre in termini di rapporti privilegiati con gli investitori e per l’accesso ai fondi comunitari”.
 
“Questa è una Regione che va commissariata al più presto per il bene dei siciliani”, concludeva amaro il sindaco di Palermo.

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