Manovra bis da 350 mln. Cna: “Solo per stipendi” - QdS

Manovra bis da 350 mln. Cna: “Solo per stipendi”

Raffaella Pessina

Manovra bis da 350 mln. Cna: “Solo per stipendi”

giovedì 06 Marzo 2014

Ieri pomeriggio nuova seduta a Sala d’Ercole sul ddl sui Liberi Consorzi. L’ass. Bianchi promette un Tavolo per la spesa dei fondi Ue

PALERMO – Ammonta a circa 350 milioni di euro la “finanziaria bis” il cui documento, dopo l’ok da parte della Giunta, sarà trasmesso all’Assemblea regionale. L’obiettivo è quello di recuperare parte dei 560 milioni bloccati dal commissario dello Stato. Critico il segretario regionale della Cna Sicilia, Mario Filippello, che ha detto che “la manovra di fatto si limita a coprire il pagamento degli stipendi di regionali e forestali, ma rinvia ogni misura per sostenere lo sviluppo e il lavoro produttivo”.
La Cna ha chiesto all’assessore all’economia Luca Bianchi di adottare misure per il sostegno alle imprese e per il credito, e riaprire la concertazione con le parti sociali per utilizzare i fondi europei a disposizione, sia quelli residui del programma 2007/2014 che quelli del programma 2014/2020”.
 
La richiesta è stata accolta favorevolmente dall’assessore Bianchi ed ha comunicato: “Su tutte le risorse disponibili della Sicilia opererà un Tavolo permanente per la programmazione economica e finanziaria della Regione’, che si riunirà con cadenza mensile, anche attraverso commissioni specifiche a cui parteciperanno organi politici e tecnici dell’amministrazione regionale”. La riunione istitutiva del Tavolo permanente si svolgerà l’11 marzo prossimo.
Intanto, ieri pomeriggio è ripresa la seduta d’Aula a Palazzo dei Normanni che ha proseguito l’esame del ddl sulla riforma delle province, riprendendo dall’articolo 8, che tratta di sindaco e consiglio metropolitani. In apertura di seduta Giuseppe Milazzo di Forza Italia ha chiesto all’assessore Valenti delucidazioni sulla tempistica della carica dei commissari delle province.
 
L’assessore ha chiarito che, una volta approvata la legge, i comuni avranno tempo sei mesi per decidere se rimanere nei consorzi assegnati o cambiare. Una volta assunto il definitivo assetto territoriale, dovrà essere approvata una nuova legge per il trasferimento delle competenze dai commissari agli organi dei liberi consorzi. Nel caso in cui non venisse invece approvata la legge, come stabilito dal Cga, il commissariamento avrebbe fine al 30 giugno, praticamente l’ultima data possibile di elezioni (primo e secondo turno).
Nella serata precedente era stato superato lo scoglio dell’articolo 7 sulle aree metropolitane, per la approvazione delle quali alla fine è stato decisivo l’apporto di Ncd e Movimento 5 Stelle.
Ecco cosa prevede l’articolo :”I comuni di Palermo Catania e Messina assumono la denominazione di città metropolitane. In sede di prima applicazione il territorio delle città metropolitane coincide con quello delle aree metropolitane individuate con decreto del presidente della Regione con decreto del 10 agosto 95 e cioè Palermo, Messina e Catania”.
Secondo Antonello Cracolici (Pd), presidente della commissione Affari istituzionali, si tratta di una norma di “buon senso e innovativa”. Il capogruppo del Pd Baldo Gucciardi ha ribadito il “ruolo determinante” del partito, ma ha riconosciuto che “il voto a favore di M5S e Ncd conferma che le riforme vanno condivise”. Ncd ha sottolineato che “La battaglia in Aula è una sfida sulle riforme e non la prova generale di un grande accordo che non esiste, che non è nelle intenzioni di Ncd”.
Il capogruppo di M5S Francesco Cappello ha detto: “Rivendichiamo la costituzione delle città metropolitane secondo la formulazione dell’articolo 7, anche perché più volte abbiamo detto che questa legge non poteva servire a costituire le città di Palermo, Messina e Catania come città monocratiche che escludessero tutto il territorio circostante”.

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