Crocetta, non serve un Cottarelli. Ecco dove puoi tagliare subito - QdS

Crocetta, non serve un Cottarelli. Ecco dove puoi tagliare subito

Lucia Russo

Crocetta, non serve un Cottarelli. Ecco dove puoi tagliare subito

venerdì 14 Marzo 2014

Il presidente di Confindustria, Antonello Montante, ha paventato il rischio default per la Regione e ha invitato il governatore a nominare degli esperti per tagliare gli sprechi. Non c'è bisogno: ecco la lista per risparmiare 3,2 miliardi e andare a rifocillare gli investimenti
 

Il 21 luglio 2011, il QdS pubblicava l’inchiesta “Regione, tagliare subito 3,6 miliardi”. Sono trascorsi quasi tre anni, la Regione di fatto ha tagliato le Province, con un risparmio stimato a regime di 500 milioni di euro e i contributi ai clientes, la famosa ex tabella h, solo un settimo dei tagli proposti dal QdS, ma è un inizio. Ritorniamo ad esaminare i tagli possibili. 
 
Il bilancio preventivo 2014 della Regione prevede spese correnti per 14,2 miliardi e investimenti per 7,4 miliardi, ma la spesa corrente, intervenendo da subito con le riforme giuste, potrebbe essere abbassata di 3,2 miliardi e andare a rifocillare gli investimenti.
 
Sanità
 
Innanzitutto per quanto riguarda la sanità, abbiamo già portato all’attenzione dell’assessore Borsellino, in occasione del Forum pubblicato il 27 febbraio scorso, la proposta di intervenire a tagliare un miliardo di euro. Come? Monitorando le prescrizioni esagerate di medicinali ed i consumi per abbassare la spesa farmaceutica di 350 milioni di euro, che rappresentano il surplus rispetto alla spesa media nazionale; riorganizzando il servizio 118 in modo da risparmiare 41 milioni di euro che sono uno spreco rispetto alle performance dello stesso servizio espletato in Lombardia.
 
E ancora: occorre eliminare la spesa per le assicurazioni contro gli errori negli ospedali e istituire, piuttosto, il fondo di garanzia come fa da tempo la virtuosa Toscana, risparmiando ben 20 milioni di euro in un solo anno; occorre parametrare gli acquisti di beni e servizi ai prezzi più virtuosi, anche più bassi di quelli Consip per un risparmio stimato di almeno 200 milioni di euro l’anno.
 
Infine c’è da rivedere il rapporto dirigenti/dipendenti nel sistema sanitario, al momento sproporzionato con una spesa, rispetto alla virtuosa Toscana, in più per 200 milioni di euro. Da tutte queste voci abbiamo stimato un risparmio di spesa in sanità di ben un miliardo di euro, il che consentirebbe di abbassare la spesa totale per questo settore da 8,5 miliardi (addirittura in aumento di cento milioni rispetto al bilancio 2013) a 7,5 miliardi di euro.
 
Personale regionale
 
Per quanto riguarda i dipendenti regionali è chiaro che non si può mandare a casa il personale in esubero, ma è possibile applicare in Sicilia quella legge (art. 16 L. 183/2011) che prevede la messa in disponibilità con l’80 per cento dello stipendio. Questo discorso dovrebbe interessare diecimila unità di personale rispetto alle 20.213 unità totali (dati della Corte dei Conti al 31 dicembre 2012), che in rapporto al personale che serve la Lombardia (vedi QdS 1 settembre 2010) risultano in esubero. Per tutti, inoltre, si dovrebbe parametrare il contratto agli stipendi dei ministeriali con un risparmio del 37 per cento a stipendio.
 
Questo significa che se ogni dipendente in media costa 50 mila euro, con la revisione del contratto costerebbe 31.500 euro. Dunque il personale che rimarrebbe in servizio, messi in mobilità gli esuberi, ci costerebbe 322 milioni anzicchè 511 milioni e le unità messe in mobilità ci costerebbero 252 milioni. In totale per il personale passeremmo a spendere 563 milioni anziché un miliardo, con un risparmio di 437 milioni.
 
Pensionati regionali
 
Anche sul fronte pensioni è possibile risparmiare approvando la riforma tanto auspicata dalla Corte dei Conti, che applichi il sistema di calcolo contributivo a tutti i sedicimila pensionati regionali per portare l’importo medio, che attualmente è di 40 mila euro, a ventimila euro, ovvero all’importo medio delle pensioni pubbliche in Lombardia. Risparmio di 328 milioni di euro.
 
Ars
 
Dall’Assemblea regionale siciliana dovrebbe essere varato un bilancio che comporti una spesa totale pari a quella del Consgilio regionale della Lombardia, ovvero 63 milioni al posto di 161 milioni, con un risparmio di 98 milioni.
 
Indennità e consulenti della Giunta
 
Anche gli assessori si dovrebbero mettere in riga, perché anche se rispetto al 2013 nel bilancio 2014 i loro stipendi sono stati abbassati di circa 50 mila euro, ovvero da 180 mila euro l’anno a 130 mila, sono sempre più cari di quelli della Giunta della Lombardia di 1,1 milioni di euro in totale, così come la spesa per i loro consulenti. Ebbene, se la Giunta si adeguasse ai parametri della Lombardia farebbe scendere la spesa per indennità e consulenti da 2 milioni a 700 mila euro.
Spesa corrente assessorati
 
A questo, a livello di assessorati, si dovrebbe aggiungere un taglio orizzontale alla spesa corrente del 30 per cento, portandola da 3,3 miliardi a 1,4 miliardi.
 
Partecipate
 
Azzerando, poi, le partecipate regionali con l’internalizzazione dei servizi si taglierebbero i costi per il mantenimento dei cda e si azzererebbero le perdite con un risparmio di almeno 153 milioni di euro.
 
Comuni
 
Poi si dovrebbe subito senza perdere tempo approvare anche in Sicilia l’applicazione di due leggi nazionali che hanno previsto la riduzione delle indennità di sindaci e assessori (L. 122/10) e la riduzione del numero dei consiglieri (L. 191/2009) con un risparmio calcolato di 160,8 milioni di euro rispetto all’attuale spesa di 346 milioni.
 
Corruzione
 
Su illegalità e corruzione abbiamo sentito proprio nella Giunta di martedì la presa di coscienza da parte del Governo della necessità di istituire dei Nuclei investigativi interni, da anni auspicati dal QdS. Ebbene di certo si potrebbero risparmiare i 50 milioni di euro di danno erariale che certifica in media ogni anno la Corte dei Conti Sicilia.
 
Formazione
 
Anche il sistema della formazione andrebbe rivisto perché così com’è non crea lavoro. I 56 milioni di euro attualmente impiegati andrebbero azzerati e investiti piuttosto per creare posti di lavoro reali, come indicato nella colonna degli investimenti della pagina qui a fianco.
 

 
Dall’ass. Bonafede un Ddl che riduca gli stipendi Ars
L’ho scritto sul mio blog (leggi qui) la scorsa settimana: l’assessore al Lavoro, Ester Bonafede, ha sbagliato nel denunciare di guadagnare meno di un commesso. Ha sbagliato il modo perché anziché utilizzare la solita arte del lamento, avrebbe dovuto agire. Come? Presentando all’Ars un disegno di legge già deliberato dall’intera Giunta che prevedesse di eliminare l’equiparazione al Senato degli stipendi dei dipendenti dell’amministrazione parlamentare. Contemporaneamente avrebbe potuto rilasciare dichiarazioni ai giornali e alle televisioni di un cambio di rotta: “Gli stipendi dell’amministrazione parlamentare non saranno più equiparati al Senato, se i deputati approveranno il disegno di legge che ho presentato insieme al Governo”.
 
Questo ci aspettiamo dall’assessore Bonafede, che comunque, se vorrà accogliere questa proposta, è ancora in tempo.
Da notare che dal Bilancio interno 2014 dell’Assemblea regionale siciliana spendiamo 34 milioni di euro per il personale dipendente formato da circa 250 unità, in media uno stipendio da 136 mila euro lordi ciascuno. Un’assurdità in una regione con il 44 per cento dei giovani disoccupati.
 
L’assessore Bonafede presenti il disegno di legge che miri ad abbassare la spesa corrente per il personale del Palazzo dei Normanni. Sul QdS le daremo ampio riscontro, noi lo proponiamo da anni.
 

  
Come investire 23,4 miliardi per 111 mila posti di lavoro
Dall’edilizia, al turismo, all’agricoltura: sono disparati i settori in Sicilia in cui è possibile investire per creare sviluppo e posti di lavoro. Praticamente tutti i settori chiedono un intervento massicico della Regione, non è più possibile perdere tempo. La nostra regione conta ben 670 mila senza lavoro, di cui 319 mila disoccupati e 351 mila unità che hanno addirittura smesso di cercare lavoro.
 
Il QdS ha calcolato che se si pensasse di investire 1 miliardo coprendo gli interessi sui mutui per la ristrutturazione di immobili con criteri antisisimici e di bioedilizia, ci creerebbero sei mila posti di lavoro, così come ristrutturando gli 829 borghi della Sicilia, le 125 aree culturali e intervenendo sulle 400 zone a rischio con complessivi 8,3 miliardi distribuiti in sette anni, si creerebbero 48 mila posti di lavoro.
 
E ancora basterebbe creare le condizioni per avere un cartellone di eventi che attraggano il turismo in tutta la Sicilia, investendo 100 milioni di euro, e si assicurerebbe lavoro ad almeno 600 persone sia del settore teatrale che concertistico che alberghiero. Funzionale a questo sarebbe anche la banda larga a servizio di tutto il territorio siciliano.

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