“La voce e il potere del suono”, musica e scienza tra conferenze e workshop - QdS

“La voce e il potere del suono”, musica e scienza tra conferenze e workshop

Bartolomeo Buscema

“La voce e il potere del suono”, musica e scienza tra conferenze e workshop

giovedì 27 Marzo 2014

Il progetto “Fonèka” di Agata Lombardo incontra a Roma le incursioni delicate di Franco Battiato e Pino “Pinaxa” Pischetola

ROMA – La voce è il suono emesso dall’essere umano parlando o cantando oppure urlando. Essa è stata fin dalle origini fondamento dell’espressione musicale, e ha ispirato la creazione di numerosi strumenti musicali. Termini come “cantabilità” e “cantando” vengono spesso utilizzati anche nella pratica strumentale per indicare comportamenti timbrici e di fraseggio analoghi a quelli impiegati nella pratica vocale, e in alcune tradizioni musicali la voce è il modello espressivo a cui tende la musica strumentale (ad es. nella musica classica indiana).
 
La voce non è solo un fenomeno acustico, non è un suono qualsiasi, è qualcosa che caratterizza un soggetto: se l’occhio è lo specchio, la voce è la vibrazione dell’anima e nelle sue caratteristiche si riflettono condizioni e problemi della vita personale. Se qualcosa non va nella vita, anche la voce, il modo di parlare, di cantare ne risentono.
Un’introduzione necessaria per scrivere sulla seconda edizione della rassegna Fonèka che ha avuto come titolo “La voce e il potere del suono”.
Organizzata dall’Associazione Culturale Cerretum e Musica per Roma, sotto l’attenta direzione artistica di Agata Lombardo e nello scenario quanto mai acusticamente adatto dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, lo scorso 23 marzo molti sono stati i temi che hanno risuonato.
Si è riflettuto sulla capacità espressiva della voce umana, tanto sul piano artistico quanto sul piano della comunicazione; nonché la didattica, la cura della voce e il canto meditativo. Molti i relatori e i temi trattati tra cui: la voce e la meditazione; la voce come strumento di espressione artistica tra tecnica ed emozione; la voce che comunica.
Un notevole afflusso di pubblico che, a conclusione della rassegna ha potuto immergersi in un’esperienza sonora che ha visto protagonisti Franco Battiato e Pino “Pinaxa” Pischetola.
Un pianoforte a coda, tante apparecchiature elettroniche e le ispirate incursioni vocali di Franco Battiato hanno creato, nella sala Sinopoli, tante atmosfere sonore delicate, un po’ trasognanti e riflessive a beneficio di un pubblico attento.
A margine dell’evento, abbiamo avvicinato l’ideatrice della rassegna, il mezzosoprano Agata Lombardo, a cui abbiamo posto alcune domande.

Può farci un bilancio della manifestazione e quali i progetti futuri?
“Il bilancio di Fonèka che è una rassegna sulla voce e il potere del suono direi che è davvero positivo. Quest’anno siamo alla seconda edizione e come lo scorso anno abbiamo avuto ospiti in ambito scientifico, artistico e medico. Insieme con loro abbiamo esplorato molti aspetti del suono e del potere che questo ha su di noi, sulla nostra psiche e sul mondo. La prospettiva e la visione di Fonèka è soprattutto quella di spostare l’attenzione dal mondo del visibile attorno al quale si muove la nostra contemporaneità a quello dell’udibile, del suono, del silenzio e dell’ascolto.
Direi che la manifestazione ha avuto un ottimo riscontro di pubblico sia al laboratorio, alla tavola rotonda, alla conferenza al workshop in cui si è parlato del rapporto tra musica e scienza. La comunità scientifica mondiale ormai da qualche tempo sostiene che il suono sia un ottimo vettore d’informazioni e quindi da questa prospettiva si stanno aprendo nuove stimolanti sperimentazioni in medicina. Nel futuro con il progetto Fonèka si vuol perseverare in questa direzione cercando di scandagliare ancora tutto quello che è in fase di ricerca avanzata, tutto ciò che c’è da dire sulla voce e sul mondo del suono”.

La voce non è solo un fatto acustico è qualcosa di più. Che cosa?
“La voce è in verità la nostra profonda natura attraverso la quale portiamo al mondo la nostra essenza. È come se parte di noi, il nostro Dna venisse comunicato agli altri attraverso la timbrica. Se aggiungiamo a questa particolarità le emozioni con cui muoviamo la voce cioè il modo in cui la voce sale di una terza, di una quarta o una quinta, e comunica così le nostre emozioni, ci renderemo conto che il suono implica l’utilizzo di tutte le parti che compongono l’essere umano: quella fisica, quella emozionale e anche quella spirituale. Nel canto la voce si dispiega nella sua interezza, cioè nella sua bellezza e anche nella sua debolezza. Infatti, quando si canta è come se ci si mettesse a nudo; si prova anche una certa vergogna, un certo pudore. Con la voce è molto difficile ingannare, ma possiamo coccolare un bambino, comunicare, meditare e fare innamorare”.

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