Strisce blu e multe per biglietto scaduto: Comuni devono risarcire - QdS

Strisce blu e multe per biglietto scaduto: Comuni devono risarcire

Emiliano Zappala

Strisce blu e multe per biglietto scaduto: Comuni devono risarcire

martedì 01 Aprile 2014

Associazioni dei consumatori si muovono dopo il chiarimento del Ministero

CATANIA – Le multe prese sulle strisce blu perché il ticket della sosta era scaduto non sono valide. Lo stabilisce una nota del ministero dei Trasporti pubblicata per la prima volta il marzo del 2010. Solo adesso molte associazioni di categoria hanno focalizzato la loro attenzione su questo fatto. In realtà quando paghiamo per la sosta sulle strisce blu ed esponiamo regolarmente sul cruscotto il gratta e sosta o il biglietto emesso dal parcometro, non possiamo essere multati per divieto di sosta ai sensi dell’art. 7 del Codice della strada se arriviamo in ritardo e facciamo scadere il tempo indicato.
 
Il Codice della Strada parla chiaro: nei luoghi in cui la sosta è a tempo limitato il ticket va pagato, ma lo stesso Codice non contempla nessuna sanzione amministrativa per il caso in cui il ticket sia scaduto e il pagamento non venga tempestivamente rinnovato. 
 
La procedura corretta sarebbe dunque quella di consentire all’automobilista sbadato o ritardatario la possibilità di saldare la differenza, che riguarda il periodo di sosta non coperto dal ticket. Del tutto immotivata dunque la pratica di chiedere il pagamento di una somma di 25 euro. Sono soltanto in pochi i Comuni corretti nei confronti dei propri cittadini che adottano la prassi prevista, mentre in molti approfittano della fiducia degli automobilisti per affibbiare loro delle multe in realtà non regolari.
Secondo molte associazioni di categoria i Comuni andrebbero adesso forzati a rendere le somme si cui si sono indebitamente appropriati. Essi avrebbero il dovere di esercitare questo tipo di autotutela e quindi di revocare d’ufficio le multe comminate. In caso contrario il rischio potrebbe essere di accusa da parte degli stessi cittadini per reato di abuso ed omissioni di atti d’ufficio”. Perlomeno andrebbero restituite le multe pagate prima che fosse pubblicata la nota del Ministero.
Evidentemente quel comunicato non è stato sufficiente a inibire le amministrazioni dal percepire somme indebite. Troppo ghiotta l’opportunità di rimpinguare le casse spesso dissestate per potersene privare. Spetta adesso però al Ministero il compito di aumentare la pressione affinché le regole vengano seguite. È impensabile che a pagare lo scotto degli errori di comunicazione tra potere centrale e poteri locali o della poca chiarezza siano sempre i consumatori, già sufficientemente vessati.

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