Catania - L’Anfiteatro nel fango, ma lo sponsor è rifiutato - QdS

Catania – L’Anfiteatro nel fango, ma lo sponsor è rifiutato

Catania – L’Anfiteatro nel fango, ma lo sponsor è rifiutato

sabato 12 Aprile 2014

• Il caso del sito archeologico tra le fogne è arrivato anche in Senato • Un’amara realtà: per risolvere i guai ci vorrebbero milioni di euro • Indispensabile fare opera di sensibilizzazione e far conoscere a tutto il mondo l’esistenza di questa meraviglia, aprendo il sito anche la notte • La Fondazione Tregua ha offerto 25 mila € per la fruizione notturna, ma la proposta di sponsorizzazione è accantonata e il sito non si apre

CATANIA – Un gioiello abbandonato in mezzo al fango: è l’amara realtà dell’Anfiteatro Romano di piazza Stesicoro, evidenziata di recente anche da un’interpellanza della senatrice Bertorotta (M5S) che ha portato il caso in Parlamento riferendo di pareti completamente intasate dai reflui, cascate vive di melma corrosiva, insomma una discarica fognaria abusiva creata dalle abitazioni che insistono sull’antica struttura e che la usano come un vuoto a perdere. “Si svegli Catania, non resti indifferente”, esorta la grillina dopo le bacchettate.

“La senatrice ha interloquito con il direttore del Parco archeologico (Maria Grazia Branciforti, ndr) – ha spiegato al QdS sabato scorso la soprintendente Fulvia Caffo – che mi ha fatto avere una relazione di sopralluogo dei giorno scorsi da cui sembra confermato il peggioramento delle condizioni e un’accentuazione dello stato di degrado”. La soluzione, secondo la Soprintendenza, potrebbe essere la richiesta al Governo di una somma urgente e, soprattutto, coinvolgere l’amministrazione comunale, dal momento che la rete fognaria è una questione di pertinenza dei lavori pubblici. Una cosa è certa: non ci sono fondi bastevoli e non c’è da meravigliarsi, vista l’imponenza dei lavori richiesti per rimediare al disastro e riportare nel decoro all’Anfiteatro. Ci vorrebbero milioni di euro, di questo ne siamo convinti, e il problema non può essere affrontato solo dalle istituzioni locali. Comunque la Soprintendenza, come prevede la legge 35/12, dovrebbe andare a cercare e coccolare sponsor interessati a intervenire.

Da settembre 2013 anche il?QdS si occupa del caso e ha sottolineato come sia essenziale una più ampia fruizione del sito, perché tutti lo vedano, perché tutti capiscano cosa vuol dire avere a Catania il secondo “Colosseo” d’Italia, purtroppo sepolto da ingrati secoli e dall’indifferenza di oggi.
Una fruizione più ampia equivale a tenere aperto il sito archeologico quante più ore possibili, persino la notte, adeguando l’illuminazione e rendendo sicuro l’accesso ai visitatori. Questo non risolverà tutti i mali, ma servirà a creare uno scenario incantevole per le visite e a diffondere ancora di più la conoscenza e la consapevolezza, tenendo così viva l’attenzione su questo patrimonio di inestimabile valore, che archeologi, storici, turisti e appassionati invidiano alla città di Catania. Far circolare la presenza e la bellezza dell’Anfiteatro significa catturare l’attenzione delle istituzioni ai livelli più alti e anche dei finanziatori privati.

In quest’ottica, esiste già un progetto di sponsorizzazione avanzato dalla “Fondazione Etica & Valori Marilù Tregua”, che ha offerto 20 mila € per ripulitura, illuminazione e videosorveglianza del sito al fine di estenderne l’apertura anche nelle ore notturne. Il progetto prevede anche un concorso di idee (altri 5 mila € di contributo) per la riqualificazione dell’area-ingresso di piazza Stesicoro. Una somma modesta, forse, ma considerevole per l’obiettivo “maggiore fruizione”. Finora, però, la proposta non è stata accettata. Ci auguriamo che la Regione, la Soprintendenza, il Parco archeologico finalmente si sveglino e colgano la preziosa opportunità.

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