Sanità, le 'app' per risparmiare 100 miliardi - QdS

Sanità, le ‘app’ per risparmiare 100 miliardi

redazione

Sanità, le ‘app’ per risparmiare 100 miliardi

sabato 12 Aprile 2014

Ci sono oltre 100 mila applicazione per la salute a disposizione degli smartphone. La Commissione europea ha lanciato una consultazione pubblica sulla mHealt, la sanità mobile che già per il 2017 potrebbe far risparmiare diversi miliardi di euro. 

BRUXELLES – Risparmi che potrebbero raggiungere quota quasi 100 miliardi di euro per il sistema sanitario tra appena tre anni, nel 2017. Sono quelli che potrebbero venire dalle ‘app’ per la salute installate sugli smartphone, che oggi sono già quasi 100mila disponibili su varie piattaforme tra cui iTunes, Google Play, Windows Marketplace e BlackBerry World. Lo prevede la Commissione Ue, che ha lanciato una consultazione pubblica sulla mHealth, ovvero la sanità mobile sul cellulare.
 
La sanità sarà mobile Secondo i dati citati da Bruxelles, questa prenderà sempre più piede a livello globale tanto che entro il 2017 si prevede che saranno ben 3,4 miliardi le persone con uno smartphone e di cui la metà faranno uso di app di sanità mobile. Per esempio, con un’applicazione sullo smartphone si possono misurare i parametri vitali come la pressione, controllare le somministrazioni di insulina per i diabetici, guidare i regimi alimentari, ricordare ai pazienti di assumere farmaci e così via.
 
La tabella di marcia La mHealth permette quindi un maggiore monitoraggio della salute dando allo stesso tempo più autonomia al paziente gravando meno sul sistema sanitario, facilitando anche la prevenzione e aprendo un mercato per start up e servizi innovativi. La consultazione lanciata da Bruxelles, rivolta in particolare ad associazioni di consumatori e pazienti, operatori sanitari, ospedali e altre strutture, autorità pubbliche, sviluppatori di app, fornitori di servizi di telecomunicazione, produttori di dispositivi mobili, resterà aperta sino al 3 luglio. Ci sono infatti da affrontare questioni come la sicurezza delle app, l’uso dei loro dati e la privacy, l’assenza di interoperabilità tra le soluzioni disponibili, la scarsa conoscenza della normativa applicabile in questo nuovo campo.
 

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