Formazione in alto mare, ancora incertezze sull’annunciata riforma - QdS

Formazione in alto mare, ancora incertezze sull’annunciata riforma

Michele Giuliano

Formazione in alto mare, ancora incertezze sull’annunciata riforma

giovedì 17 Aprile 2014

L’annualità si sta concludendo e si parla di imminenti novità: i tempi però sembrano stretti. In vista ulteriori tagli: saranno impiegati fondi Ue nel 2014-2020 pari a 1,3 mld

PALERMO – Del domani non v’è certezza. Mai frase più azzeccata calza attorno alla formazione professionale siciliana, sempre più nel baratro dei dubbi riguardo la sua efficienza ed efficacia. Resta però sempre più un giallo la programmazione della Regione rispetto al prossimo anno formativo, il terzo (e ultimo?) del già rivoluzionario Avviso 20 finanziato con fondi dell’Unione Europea.
Il governo regionale parla sempre più insistentemente di riforma ma ancora in che tempi e modi rimane misterioso. Perché se da una parte una riforma è sempre più auspicata, dall’altra però il tempo passa e tutto rimane sulla carta. In questi giorni il presidente della Regione Rosario Crocetta ha svelato qualcosa in più rispetto alle tante voci circolate attorno alla formazione. Si sta pensando ad un albo di docenti per farli ruotare attorno agli enti in base ai corsi organizzati; c’è poi il famoso piano di prepensionamenti già annunciato nei mesi scorsi; infine, terza grande novità, è quella di aprire alla scuole e alle università per la programmazione dei corsi. In vista un nuovo sostanzioso taglio di fondi: si passerà dai 2 miliardi stanziati nel corso della programmazione del 2007-2013 agli 1,3 invece del 2014-2020. Resta da capire cosa ancora ci sarà da tagliare in un sistema già abbondantemente falcidiato e dove licenziamenti e polemiche sono all’ordine del giorno.
I tempi per questa riforma epocale sembrano essere imminenti: Crocetta ha infatti annunciato che la prossima settimana sarà varato l’atto di indirizzo per la programmazione dei fondi europei nel settore e lì saranno contenute le modifiche al sistema attuale. Ovviamente per una riforma bisognerà passare dalla prova di aula all’Ars dove pare che Crocetta non conti più su una maggioranza. In questo clima di incertezze si è svolta un’audizione presso la V commissione all’Ars alla presenza di diversi esponenti degli enti di formazione. Questi ultimi hanno sottolineato che l’anno formativo in corso si chiude a giugno e nessun atto di programmazione ufficiale è stato ancora adottato per il prossimo anno, contrariamente a quanto dichiarato a dicembre in commissione Bilancio.
“Qualora non intervengano novità a breve – hanno precisato tutti gli enti presenti all’audizione – saremo costretti a procedere al licenziamento dei lavoratori”. E’ stato inoltre paventato il rischio di perdere fondi europei e per questo da tutti viene auspicata un’interlocuzione con il governo. Per conto dell’amministrazione regionale ha risposto Olimpia Campo, capo di Gabinetto dell’assessorato regionale alla Formazione: “In ordine alla nuova programmazione – ha precisato – il governo sta lavorando alla predisposizione della stessa in relazione alla quale gli enti saranno sentiti”.
Per quanto concerne il rispetto della legge 24/76 sulla garanzia occupazionale la risposta è lapidaria: “Il Piano giovani – dice la Campo – deriva da un finanziamento europeo e non dalla legge regionale 24 del 76”. Per la vecchia formazione sembra essere arrivato il “De profundis”.
 

 
L’approfondimento. I sindacati contro la minaccia di nuovi licenziamenti
 
Agli enti che minacciano licenziamenti i sindacati rispondono che la procedura è illegittima. “Il finanziamento della III annualità dell’Avviso 20 – precisa Mario Mirabile del Sinalp – è un obbligo derivante dal bando. Pertanto le dichiarazioni di alcuni titolari di enti fatte nel corso dell’audizione in commissione non solo sono fuori luogo ma palesemente fuorvianti. Invece di andare in V commissione perché gli enti non mettono in mora la Regione sin da ora per accelerare lo sblocco della III annualità?”. Riguardo poi alle palesate irregolarità del governo regionale, messe in evidenza anche recentemente dall’assessore defenestrato Nicolò Marino, il Sinalp è lapidario: “Molte frasi di Marino – aggiunge Mirabile – costituiscono la prova provata di tutti i sospetti che avevamo in ordine ad una gestione esterna dell’assessorato dell’Istruzione e della Formazione professionale. Come Sinalp li abbiamo smascherati in anticipo. La precarizzazione del settore, la violazione sistematica delle leggi di settore, il rallentamento dei mandati di pagamento creato ad arte, l’illegittimità della II annualità dell’Avviso sono solo alcuni esempi”.

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