Garante dei diritti dell’infanzia, i minori siciliani aspettano invano - QdS

Garante dei diritti dell’infanzia, i minori siciliani aspettano invano

Maria Francesca Fisichella

Garante dei diritti dell’infanzia, i minori siciliani aspettano invano

mercoledì 23 Aprile 2014

Palermo supera la Regione: il Consiglio comunale del Capoluogo ha approvato il regolamento per il responsabile locale. La figura è stata istituita con la Lr 47/2012, ma non è stata mai nominata

PALERMO – C’è una legge che aspetta l’attuazione dal 2012. Non è il copione di una sceneggiatura per il teatro dell’assurdo, è la nomina mai avvenuta in Sicilia, finora, del garante per l’infanzia e l’adolescenza nonostante la L.r. 47/2012 pubblicata sulla Gurs del 17 agosto 2012. La nomina di tale figura, istituita al fine di garantire e promuovere la piena attuazione dei diritti riconosciuti alle persone minori di età dalla Convenzione sui diritti del fanciullo, adottata a New York il 20 novembre 1989, ratificata dalla legge 27 maggio 1991, n. 176 è stata già più volte sollecitata al Governo regionale da istituzioni nazionali e regionali, ossia tanto dal garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, Vincenzo Spadafora, quanto dal Forum Terzo settore Sicilia.
Quest’ultimo lo scorso 15 marzo, con una lettera, ha chiesto per la terza volta al presidente Crocetta la nomina del garante. Sarebbe stato il rappresentante da inviare alla IV conferenza nazionale sull’infanzia e l’adolescenza “Investire sull’infanzia”, che si è svolta a Bari lo scorso 27 marzo. Ma il portavoce del Forum terzo settore Sicilia, Pippo Di Natale, conferma che nessuna delegazione siciliana ha preso parte alla conferenza organizzata dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali. L’evento rappresentava l’occasione per far incontrare le amministrazioni centrali e territoriali, le associazioni, il privato sociale, le imprese e tutti gli attori che si occupano di infanzia e adolescenza, mettendo a disposizione uno spazio di confronto e di riflessione.
Di Natale sottolinea che: “L’ufficio di gabinetto del presidente ha poi inviato la lettera all’assessorato regionale alla Famiglia, richiedendo lumi e soprattutto quale delegazione si stava componendo per partecipare alla conferenza. Non conosciamo la risposta dell’Assessorato ma sappiamo che in rappresentanza della nostra Regione non c’era nessuno. Ci piacerebbe sapere cosa ne pensa il garante nazionale dell’infanzia”.
Pare, però, che la situazione prenda una nuova piega. È di questi giorni la notizia resa nota dalle agenzie, che il Consiglio comunale di Palermo, nella seduta del 3 aprile scorso, ha approvato il regolamento, composto da sette articoli, che istituisce il garante per l’infanzia e l’adolescenza. A nominarlo sarà il sindaco con proprio provvedimento: sarà scelto tra persone residenti a Palermo, con i requisiti per l’elezione alla carica di consigliere comunale; dovrà avere esperienza decennale. Resterà in carica quattro anni, con possibilità di rinnovo per una sola volta dell’incarico. Il testo emendato prevede l’istituzione di un capitolo di spesa specifico per le attività del Garante (che non percepirà alcun compenso né indennità) e di un ufficio, composto da cinque dipendenti in servizio al Comune, che affiancherà il garante.
La delicatezza e l’urgenza di tale nomina è confermata dai numeri emersi dalla terza relazione al Parlamento, presentata nei giorni scorsi a Montecitorio dal presidente dell’autorità garante per l’Infanzia, Vincenzo Spadafora, il quale ha evidenziato che le segnalazioni si sono più che quadruplicate, a dimostrazione di quanto siano state produttive non solo le varie campagne informative, ma anche di quanto sia utile, per i cittadini, sentire più vicine le istituzioni.
 
Sommando le segnalazioni pervenute all’Ufficio nazionale a quelle raccolte da 12 garanti regionali e delle province autonome, si arriva ad oltre 1.400 riguardanti violazioni o rischi di violazione di diritti dei minori. In tale quadro, “sono emblematiche le segnalazioni pervenute all’Autorità aventi ad oggetto “figli contesi” tra genitori a seguito della loro separazione che, unite a quelle relative ad altrettanti episodi di sottrazione internazionale di minorenne, costituiscono il 36 per cento del totale delle segnalazioni pervenute all’ufficio nazionale nell’anno 2013”, ha indicato Spadafora.
Mentre tutto questo accade, la Sicilia aspetta il suo garante.
 

Il garante nazionale: “Ho sollecitato Crocetta affinché sia rispettata la legge”
Al Garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, Vincenzo Spadafora, è stata chiesta opinione circa questo vuoto istituzionale nella nostra Regione e se, come autorità nazionale, è stata portata avanti qualche iniziativa che solleciti la nomina.
Egli ha così risposto: “è evidente quanto questa figura, anche se spesso dotata di pochissimi mezzi e risorse, possa fare la differenza. Non solo per rafforzare le sinergie territoriali, che in mancanza di adeguate risorse costituiscono l’unica possibilità per assicurare una risposta dignitosa alle necessità di tutti i minorenni, ma anche per raccogliere e dar voce ai bisogni dei bambini e degli adolescenti, valorizzando al contempo la loro attiva partecipazione nei processi che li riguardano, come previsto dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia. In questo senso l’esperienza del difensore civico dei bambini di Siracusa, Francesco Sciuto, è molto significativa”.
“Ho sollecitato il presidente Crocetta – ha continuato Spadafora – affinché anche la Regione siciliana dia seguito alla normativa che prevede l’istituzione del garante. è fondamentale che in un territorio così complesso, ma anche così ricco di potenzialità come la Sicilia, sia operativa questa figura per la garanzia dei diritti dei minorenni, che sia autonoma, indipendente e che le siano assicurati i mezzi e gli strumenti per operare. Ce lo chiedono quasi un milione di bambini ed adolescenti che vivono in Sicilia, insieme a quelli che passano sul territorio della regione, tutti accomunati da diritti che devono essere rispettati”. (ff)

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