Europee, Renzi e il Pd: “La vittoria in piazza” - QdS

Europee, Renzi e il Pd: “La vittoria in piazza”

redazione

Europee, Renzi e il Pd: “La vittoria in piazza”

martedì 06 Maggio 2014

Il ruolo istituzionale e politico del premier e l’appello al suo partito

ROMA – “Tra 20 giorni c’è il passaggio elettorale per i comuni e le Europee e il Pd deve avere il coraggio la forza di scegliere il luogo dove vincere e per noi questo luogo è la piazza”. È questo il messaggio che il presidente del Consiglio e segretario del Pd, Matteo Renzi, lancia dalla direzione del suo partito. “Siamo il punto di riferimento più forte che c’è – aggiunge – vogliamo essere dove ci sono i problemi senza timidezza alcuna”.
 
Renzi si sofferma anche sul Pse. “Il Pd ha scelto di entrare nel Pse non come omaggio alla tradizione – sottolinea -, ma come tentativo di stare in uno schieramento per cambiare l’Europa. Il Pd vuole essere il partito più forte all’interno del Partito socialista europeo”. Renzi torna poi a parlare della campagna per le elezioni europee. “Chiuderò la campagna elettorale nell’ultima settimana tra Firenze e Bari e sarò in piazza – annuncia -. La campagna elettorale delle Europee sta diventando un derby tra la rabbia e la speranza. Tra chi scommette sul fallimento dell’Italia e chi pensa che l’Italia ce la può fare. Prima avevamo falchi e colombe, ora abbiamo i gufi e gli sciacalli, che sfruttano ogni occasione per sottolineare che lo stato non c’è e che non ce la faremo mai”.
 
Detto questo, il segretario lancia un appello al suo partito. Nella campagna per i sindaci ci metta la faccia anche chi è fuori – spiega – e anche quella per le europee non la fanno i candidati e basta. Così non va bene. Io mi muovo, ma non serve a niente se mi muovo solo io, la sfida è di tutti”. E poi, è il consiglio di Renzi, “non guardiamo i sondaggi, portano sfiga. Il sondaggio che dobbiamo guardare è il risultato del 25 maggio”. Nel suo intervento, il premier non risparmia una stoccata a Beppe Grillo. È andato a Piombino “per tentare di fare ancora una volta di più lo sciacallo – osserva -. Io non sono uno che va d’amore e d’accordo con il sindacato, ma non vado alla Lucchini per tentare di mettere i lavoratrici e i lavoratori contro il sindacato. Questa è la differenza tra chi scommette per l’Italia e chi contro l’Italia. Loro sono l’urlo, noi il discorso. Loro l’insulto, noi il dialogo. Loro lo sfascio, noi la proposta. Loro sono contro l’Italia, noi per l’Italia in modo che possa guidare l’Europa”. E gli 80 euro in più in busta paga? “Non sono una misura per la campagna elettorale – sottolinea Renzi – sono solo un antipasto. Sono il primo tentativo di cambiare, di restituire ai cittadini qualcosa che spetta loro di diritto”. Sulle riforme, invece, il presidente del Consiglio assicura: “le abbiamo tolte dalla campagna elettorale ma le porteremo a casa. Abbiamo tolto anche il decreto sulla pubblica amministrazione”.

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