Le nostre mamme stanno bene Italia a un passo dalla top ten Ue - QdS

Le nostre mamme stanno bene Italia a un passo dalla top ten Ue

Liliana Rosano

Le nostre mamme stanno bene Italia a un passo dalla top ten Ue

sabato 17 Maggio 2014

Save the children: migliora la posizione del Belpaese con solo una morte per parto ogni 20.300 casi
In Sicilia le madri più giovani, con 30,6 anni contro i 31,4 della media nazionale

PALERMO – Non è vero che l’Italia non è un paese per mamme. Non sembra così se si guarda l’ultimo Rapporto di Save the children sullo stato dei figli e delle mamme in 178 paesi.
Buone notizie per il Belpaese anche se i paesi nordici, Finlandia in testa seguita da Norvegia e Svezia, occupano i vertici delle classifiche per condizioni che più agevolano la maternità e di conseguenza il benessere dei figli.
L’Italia adesso è in undicesima posizione, e il balzo in avanti è dovuto alla maggiore presenza delle donne al Governo, dal 20,6 per cento dello scorso Rapporto al 30,6 di quest’anno. Le donne in politica sono comunque meno che in Angola (36,8 per cento), in Mozambico (39,2 per cento) e a Timor Est (38,5 per cento). Se stiamo più su in classifica è perché le condizioni di salute restano a livelli alti e il tasso di mortalità femminile legato al parto è in Italia pari a 1 ogni 20.300. Solo 3,8 il dato della mortalità infantile su 1.000 nati vivi. Alto è anche il livello di istruzione delle donne italiane, pari a 16,3 anni di formazione scolastica. Scende invece il reddito medio pro capite, da 35 mila 290 a 33 mila 860.
Sono questi gli indicatori usati da Save The Children nel suo Rapporto. In Finlandia, Norvegia e Svezia sono ai massimi livelli sia lo stato di salute delle donne e dei bambini, sia il loro livello di istruzione, le condizioni economiche, la partecipazione alla vita politica e al mondo del lavoro. Subito sotto il podio c’è l’Islanda, poi Paesi Bassi, Danimarca, Spagna, Germania, Australia e Belgio.
In fondo alla graduatoria ci sono tutti stati dell’Africa sub-sahariana: sono Niger e Mali, Congo e Somalia. Il confronto tra la parte alta della classifica e le ultime posizioni è drammatico. In Svezia una donna su 14 mila rischia di morire durante il parto, in Ciad ne muore una ogni 15. In Sierra Leone un bambino su 5 muore prima di arrivare a 5 anni, in Islanda accade ad un piccolo su 435. Le crisi umanitarie, le guerre, le emergenze impediscono spesso l’accesso alle cure sanitarie, e i Paesi in fondo alla classifica stanno vivendo o hanno vissuto recentemente emergenze, conflitti, calamità naturali.
Il 15° Rapporto sullo Stato delle Madri nel Mondo esamina in particolare l’impatto delle crisi umanitarie sul benessere e la sopravvivenza delle madri e dei loro bambini. Durante le emergenze, siano esse conflitti o calamità naturali, i problemi che abitualmente affliggono alcuni Paesi – povertà, malnutrizione, violenza sessuale, gravidanze non pianificate e parti non assistiti – vengono naturalmente esacerbati, così come si accentuano le differenze economiche e di genere.
Anche se lo stato di salute per mamme e bambini soddisfa buoni livelli in Italia, a preoccupare è il tasso di fecondità. Secondo l’ultimo Rapporto Istat, in Italia non si fa neanche un figlio e mezzo per donna. Il tasso di fecondità del nostro Paese è,infatti, tra i più bassi d’Europa: 1,42 figli per donna. Dei 27 Paesi dell’Unione, l’Italia si colloca al 19° posto.
Sicilia e Campania sono le regioni con le mamme più giovani d’Italia: 30,6 anni la media regionale, più di un anno sotto la media nazionale che si attesta a 31,4 anni. Sardegna (32,3 anni) e Basilicata (32,1 anni) le regioni in cui la fecondità si realizza principalmente in età più avanzata. Un primato, quello della più giovane età di maternità, che la Sicilia ha mantenuto dal 1995, seppure abbia visto un incremento importante passando dai 29,1 anni del 1995 ai 30,6 anni del 2012.
Un’inversione di tendenza la vede, invece,scivolare al 9° posto della classifica nazionale per quanto riguarda il tasso di fecondità, ovvero il numero di figli in media per donna. La nostra regione si collocava in terza posizione nella media italiana nel 1999 con 1,44 figli per donna, media che oggi si attesta su 1,41. Un dato che conferma che a contribuire all’innalzamento della media nazionale, passata da 1,19 nati per donna nel 1995 a 1,42 nel 2012, sia la presenza di genitori stranieri concentrata nelle regioni del Nord.

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