Fatturazione elettronica e pagamento fatture - QdS

Fatturazione elettronica e pagamento fatture

Carlo Alberto Tregua

Fatturazione elettronica e pagamento fatture

martedì 20 Maggio 2014

Decreto legge 66, Pa alle strette

Completiamo l’analisi del Dl 66/14, che deve essere convertito in legge entro 60 giorni. Risalta il contributo a carico della Rai (art. 21) di 150 milioni. A Ballarò, il presidente del Consiglio ha detto con chiarezza al conduttore Floris: “Anche voi della Rai dovete fare sacrifici”. È impensabile infatti che una società con un fatturato di circa 3 miliardi, suddiviso tra canone e introiti pubblicitari, non sia in condizione di risparmiare il 5%.
Le aziende municipalizzate devono riordinare e ridurre le proprie spese e in prosieguo vanno ridotte, secondo le dichiarazioni del primo ministro da 8.000 a 1.000, eliminando così inefficienze, clientelismo e corruzione, almeno in parte. Le attività che oggi svolgono tali municipalizzate, sgravate dagli inutili costi di consigli di amministrazione formati da politici trombati e raccomandati, possono essere svolte da dipartimenti interni dei Comuni.

Poi c’è il capitolo relativo alla razionalizzazione degli immobili detenuti dagli enti pubblici, che vanno utilizzati non prendendone altri in affitto come accade a Roma, ma anche in tante altre città, e venduti, eventualmente, col cambio di destinazione, come si potrebbe fare con le caserme, molte delle quali ubicate nei centri delle città.
L’articolo 25 anticipa l’obbligo della fattura elettronica alle pubbliche amministrazioni al 31 marzo 2015 mentre resta vigente quello del 6 giugno 2014 per tutte le amministrazioni statali.
La fatturazione elettronica comporta due vantaggi: a) l’effettiva tracciabilità dei pagamenti da parte delle Pa, con il controllo dei tempi previsti dalla direttiva Ue 7/11 e dalla legge di recepimento (n. 192 del 2012) fin dal primo gennaio 2013, in 30 giorni, eccezionalmente in 60;
b) la fatturazione elettronica e la sua tracciabilità combatte efficacemente la corruzione anche se non la debella del tutto.
L’abrogazione dell’obbligo di pubblicazione di avvisi legali e bandi, di cui all’articolo 26, sono stati un abbaglio che qualcuno ha fatto prendere a Renzi. Ne abbiamo più volte parlato e non ci ritorniamo.
All’art. 27 il decreto impone l’obbligo del monitoraggio di tutti i debiti delle Pa e della loro estinzione entro l’anno.

 
Per la verità, nel salotto di Vespa Renzi si è impegnato a pagare 68 miliardi entro il 21 settembre, giorno del suo onomastico. Vespa l’ha sfidato e lui gli ha risposto che se non manterrà la parola perderà la faccia, ma se la manterrà, Vespa dovrà farsi a piedi il percorso da Firenze a Monte Senario di 17 km.
Il mancato rispetto degli obblighi di pagamento inciderà sulla valutazione della performance individuale del dirigente responsabile e comporterà responsabilità dirigenziale e disciplinare (comma 8).
Il successivo art. 28 stringe sull’obbligo di comunicazione da parte di tutte le Pa delle fatture non pagate in modo da consentire il rilascio delle certificazioni alle imprese creditrici, le quali potranno scontare i propri crediti presso le banche, (artt. 37 e 38).
Le amministrazioni che non paghino le fatture scadute e quelle correnti non possono procedere ad assunzioni di personale a qualsiasi titolo con qualsivoglia tipologia contrattuale, ivi comprese i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa anche con riferimento ai processi di stabilizzazione in atto. è fatto altresì divieto agli enti di stipulare contratti di servizio elusivi della presente disposizione (art. 41). Regione e Comuni siciliani sono avvisati.

Diventa obbligatoria la tenuta del Registro unico delle fatture delle Pa nelle quali esse vengono annotate (art. 42). è vietata la possibilità di ricorrere a registri di settore o di riparto. Alla scadenza le fatture devono essere pagate. In caso di ritardo sono previste sanzioni disciplinari a carico dei dirigenti, oltre agli interessi automatici dell’8,25 per cento. 
Infine l’art. 46 prevede che le Regioni a statuto speciale debbano contribuire al taglio della spesa con importi variabili: per la Sicilia si tratta di 222 milioni per l’anno in corso. Ulteriore contributo per la riduzione delle spese è a carico di Province e Comuni.
Il Dl 66/14 è in discussione alla commissione del Senato che dovrebbe intensificarne la portata piuttosto che annacquarla. Tutto dipenderà dalla resistenza del governo agli interessi privati che allignano in Senato e alla Camera.

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