Davide Faraone: "Sicilia, prima di chiedere fare le riforme" - QdS

Davide Faraone: “Sicilia, prima di chiedere fare le riforme”

Francesco Sanfilippo

Davide Faraone: “Sicilia, prima di chiedere fare le riforme”

giovedì 22 Maggio 2014

Forum con Davide Faraone, Responsabile nazionale welfare e scuola del Pd

Il meccanismo dei pagamenti si riesce a mettere in moto per pagare i debiti della pubblica amministrazione, entro il 21 settembre 68 miliardi?
“Il tema è di riuscire a fare più rapidamente possibile un’operazione che si è fatta in modo estemporaneo negli anni passati. L’ipotesi è di chiudere, realisticamente, entro i primi tre mesi dell’anno prossimo con i pagamenti totali dei debiti della Pubblica amministrazione, partendo da subito con quei 68 miliardi individuati, come annunciato ufficialmente dal Governo. È chiaro che questo avverrà grazie al contributo della Cassa Depositi e Prestiti, usando una serie di strumenti innovativi che si stanno mettendo in campo e sono ottimista che questi tempi si possano rispettare. Certo sono molti gli Enti che sono indebitati, incluse le aziende comunali o partecipate”.
In Lombardia e in Veneto i fornitori sono pagati entro 30 giorni, in Puglia 150 giorni mentre in Sicilia a 300 giorni, è possibile?
“Bisogna fare un’azione sinergica, cercando di centralizzare tutto ciò che non si riesce a spendere negli enti locali, nelle regioni e dando un’opportunità agli Enti. Il presidente del Consiglio Renzi ha detto che verificherà le carte e, se effettivamente gli uffici riusciranno a spendere ciò che è necessario. Altrimenti, sappiano che ci sarà chi li sostituirà su tutto, anche sulle procedure. La proposta del decalogo che ho fatto, rientra in questa logica. Si può chiedere qualsiasi cosa allo Stato, ma si può fare se si rispettano gli impegni e se ci si autoregolamenta. Sta accadendo la stessa cosa con l’Europa a livello nazionale, poiché le leggi che sussistono saranno antiquate, ma le rispettiamo; allo stesso tempo, prendiamo atto degli impegni rispetto alle riforme che vanno fatte. La stessa cosa va fatta da parte della Sicilia con lo Stato centrale. Prima di chiedere, occorre riformare da sé, come dimostra la presentazione delle 10 proposte che la Sicilia può realizzare sulla Pubblica Amministrazione, ma possono essere fatte 10 proposte su ogni aspetto”.
Ripubblicheremo un giudizio sui 44 punti per riformare lo Statuto. Questi possono essere la fonte per una sua riforma?
“Sicuramente sì. Questo statuto speciale diviene il tappo alle riforme che ci sono nel resto d’Italia, per cui tutto ciò che è applicato automaticamente altrove, qui si blocca. Il Friuli Venezia Giulia ha anch’esso uno statuto speciale, ma lo fanno funzionare, mentre qui sfruttiamo la difesa legittima dello statuto, ma solo per mantenere un sistema che non funziona. Stavolta, si procederà senza ritardi né tentennamenti”.
Qual è la principale causa che non ha permesso di spendere 10 miliardi sui 16 messi a disposizione dell’Ue?
“Finanziando la spesa corrente e sostituendo i fondi propri con i finanziamenti europei, la Sicilia non ha avuto la possibilità di co-finanziare i progetti e questi problemi persisteranno se non si cambia strategia. Questo è un tema centrale, poiché occorre intervenire sul bilancio regionale per liberare risorse per lo sviluppo e per l’occupazione, ma non c’è stata questa possibilità per la politica della spesa corrente approvata finora da parte di tutti i partiti. Chi è rimasto fuori dal sistema dei garantiti non ha nessuno che li organizzi, perciò non ha voce. Per questo si sta lavorando alla delega sulla Legge Fornero per incastrarla in una riforma globale che aiuti i non garantiti, anche perché sono, trasversalmente, i nuovi proletari”.
Lei ha una delega particolare sul Welfare e sport, per cui in questo contesto si stanno esaminando la legge-delega sul Lavoro e quella sulle scuole, è corretto?
“Sulle scuole è previsto un fortissimo intervento di 3 miliardi e 800 milioni che potrebbero essere indirizzati verso l’edilizia scolastica o per la costruzione di nuovi edifici o per la sistemazione di quelli esistenti, di cui molti sono fuori-norma. Occorre intervenire anche e in questo senso stiamo realizzando questo provvedimento programmato, aprendo 10 mila cantieri in tutta Italia. È stata già costituita un’unica cabina di regia, da cui dipenderanno tutti gli interventi”.

Che cosa pensa dell’Autonomia siciliana?
“Penso che sia utile se si riesce a preparare le condizioni per essere esercitata. La Sicilia è stata molto criticata per i suoi eccessi che non hanno aiutato a valorizzare e a difendere l’autonomia. Lo statuto deve essere virtuoso se permette di differenziarci in positivo non in negativo. Finora è stato usato in negativo dalla politica regionale, che ha favorito una minoranza escludendo la gran parte della popolazione”.
Quali sono le vostre proposte presentate al Presidente della Regione Rosario Crocetta e ai partiti all’Ars?
“Le proposte sono l’abbassamento dei tetti di retribuzione dei dirigenti regionali da 250 a 150 mila euro, valutazione dei risultati ottenuti dai dirigenti, abolizione della figura di dirigente a tempo indeterminato ed eliminazione di alcuni privilegi per i dirigenti. Inoltre, occorre sopprimere l’Aran che è l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle Regione Sicilia, dimezzare i benefit e i permessi sindacali e abolire la modalità di calcolo della pensione che prevede che la pensione possa essere superiore all’ultimo stipendio percepito. Non ultimo, è necessario ridurre il personale e collocare a riposo i lavoratori, diminuendo la dotazione organica della Regione Siciliana del 30% per il comparto e del 40% per la Dirigenza in un periodo di 10 anni. Ciò consentirebbe alla Regione di risparmiare nell’intero periodo circa 150 milioni di euro, con un risparmio annuo a regime di 26 milioni rispetto al costo sostenuto per il personale nell’anno 2013”.
 

 
Edifici: potere commissariale ai sindaci per semplificare
 
Come riuscirete a far sì che l’intervento sulla scuola si concretizzi sul territorio, senza che rimanga bloccato come spesso avviene?
“Un esempio viene dal terremoto dell’Emilia, dove sono riusciti a costruire edifici scolastici a norma, dotando i sindaci di poteri commissariali. Il Governo vuole seguire la stessa strada su alcuni cantieri pilota, dando ai sindaci in Italia gli stessi poteri commissariali che sono stati dati a quelli emiliani. I soldi ci sono, ma il punto è come dare i poteri necessari, affinché siano impiegati sul territorio”.
Sicuramente ciò aiuta, ma contribuisce non poco la semplificazione delle procedure. Che cosa state facendo in merito?
“Con i sindaci in grado di poter operare con poteri commissariali, le procedure sono semplificate. Semmai, occorre vedere come trasformarlo in una prassi e il Governo ha in cantiere una serie di riforme”.
Come mai non è possibile adoperare l’auto-applicazione della legge? Spesso le leggi richiedono un gran numero di decreti di applicazione, per cui le leggi sono bloccate e restano inapplicate.
“Su questo tema si sta lavorando, affinché lo snellimento sia realizzato. È un discorso mentale e di trasparenza, poiché si costringono i burocrati a mettere tutto su internet e si consente ai cittadini di verificare se i tempi sono rispettati, mettendo le penali qualora non fossero rispettati i tempi previsti. Occorre, però, rivedere ciò che è stato fatto in passato e introdurre un nuovo modo di fare le leggi. Gli interventi sull’Irpef e sull’Irap vanno in questo senso, non a caso i burocrati del ministero dell’Economia e delle finanze pretendevano di decidere la politica economica, stabilendo la destinazione delle risorse. Per questo, il Governo si è riappropriato della direzione economica, togliendo questo potere ai burocrati”.
 

 
Bisogni dei cittadini innanzi a quelli dei precari
 
Secondo un recente test sulla spesa e il numero dei dipendenti pubblici, risulta che la spesa complessiva dell’Italia per i dipendenti pubblici non è diversa da quella della Finlandia, ma il rendimento in termini di unità di servizi in quest’ultima è 10 volte superiore a quello della Sicilia, ma si avvicina a quello della Lombardia. Da ciò, si deduce che occorre dare efficienza alla macchina burocratica. Perciò, come potete indurre questi burocrati a diventare professionisti?
“Se si considerano come emergenze gli sprechi, è chiaro che non possono essere più finanziati. Se si decide di tagliare questi sprechi, il Governo nazionale può dare una mano d’aiuto. Si chiudono i rubinetti per costringere la Regione a divenire virtuosa, facendo le riforme. I provvedimenti già ci sono, ma occorre uscire dal condizionamento psicologico che alcune categorie hanno imprigionato la Sicilia. La stabilizzazione dei precari in Sicilia è un esempio, poiché non si è partita da un’analisi dei bisogni dei cittadini, ma si è partiti dai bisogni dei precari”.
L’iniziativa presa dal giudice costituzionale Mattarella di mettere all’ordine del giorno della Consulta la valutazione sulla sussistenza o meno del Commissario dello Stato, che ne pensa?
“Se questo argomento è stato messo all’ordine del giorno, è chiaro che ha già deciso il da farsi”.
Eppure, la presenza del Commissario dello Stato ha impedito l’approvazione di provvedimenti che avrebbero disastrato la Regione da tempo…
“Nel resto d’Italia l’azione svolta dal Commissario dello Stato in Sicilia è esercitata dallo Stato centrale, per cui senza il Commissario, comunque, la Sicilia sarebbe sottoposta a controllo. Non si può porre l’attenzione solo sul destino del Commissario dello Stato senza inquadrarlo in un contesto di riforma globale”.

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