Piana di Gela sommersa dalle discariche abusive. Senza i controlli le bonifiche non servono - QdS

Piana di Gela sommersa dalle discariche abusive. Senza i controlli le bonifiche non servono

Liliana Blanco

Piana di Gela sommersa dalle discariche abusive. Senza i controlli le bonifiche non servono

giovedì 05 Giugno 2014

Anche in caso di rimozione, i cumuli di immondizia si ripresentano nel giro di pochi giorni

GELA (CL) – Ancora una volta, nella Città del Golfo, si parla di inquinamento e scempi sull’ambiente. Ma questa volta l’argomento non riguarda le emissione in atmosfera degli impianti industriali, bensì delle numerose discariche abusive disseminate nelle campagne.
Un vero e proprio dossier sui cumuli di rifiuti a cielo aperto è stato presentato dall’associazione “Territori sostenibili” alle istituzioni, nella speranza di sensibilizzare i responsabili a mettere in sicurezza le aree in questione e di puntare il dito contro i cittadini senza scrupoli che insozzano l’ambiente. Su quest’ultimo punto in particolare, però, ogni tentativo è risultato vano: più di una volta l’amministrazione ha provveduto a liberare angoli più o meno nascosti della città dove giganteggiavano frigoriferi, lavatrici ed elettrodomestici di varia natura, ma nel giro di qualche giorno tutto torna come prima.
A peggiorare le cose, le condizioni del servizio di rimozione, che funziona a singhiozzo, così i rifiuti restano troppo spesso per giorni davanti le abitazioni. Le condizioni peggiori, come dicevamo, sono però quelle legate alle aree verdi appena lontane dal centro abitato. Lì è un vero scempio: ogni giorno la passione di chi pratica sport all’aria aperta lungo la Piana di Gela viene mortificata da questi spettacoli, con numerosi ciclisti o amanti delle gite fuori porta costretti a fuggire dalle strade e dalle trazzere della vasta area pianeggiante. La piana di Gela è un area preziosa, unica nel suo genere, ricca di bellezze naturalistiche, storiche, archeologiche e inserita nelle liste dei Siti d’interesse comunitario e Zona di protezione speciale dell’Unione europea, ma troppi cittadini sembrano vederla soltanto come un luogo dove scaricare i propri rifiuti.
“Lo scenario che si presenta dinnanzi a chi sceglie quell’area per attività sportive e ricreative in gruppi o con famiglie è desolante” ha spiegato Valentina Ferrigno dell’associazione “Territori sostenibili”. “Si è costretti – ha aggiunto – a un pericoloso slalom per evitare i cumuli di rifiuti di qualsiasi genere abbandonati, in trazzere che si restringono a causa dei rifiuti ingombranti proprio sul ciglio o nel bel mezzo dei campi agricoli o incolti, tra un appezzamento e un altro”.
“I numerosi frequentatori – riprende Valentina Ferrigno – attraversano i 276 kmq di Piana gelese constatando con i propri occhi il disprezzo che alcuni cittadini e amministrazioni pubbliche competenti per territorio dimostrano nei confronti di un paesaggio naturale di pregio. È impossibile percorrere più di 300 metri senza incontrare cumuli di rifiuti speciali, molti dei quali con evidente presenza di amianto e altri rifiuti pericolosi. Moltissime di queste discariche sono sistematicamente usate da quegli sciacalli che per poche decine di euro contaminano con inquinanti pericolosissimi la nostra terra, le nostre falde, la nostra aria, i nostri raccolti e rovinano la possibilità di piena e salubre fruibilità del nostro territorio”.
Tra gli esempi più forti, quello della vecchia strada che collega la Stazione ferroviaria di Butera con la fornace (Monte del Falcone), utilizzata per delle vere e proprie pire alimentate da vecchi pneumatici per bruciare la guaina esterna in plastica dei cavi elettrici rubati ed estrarne il prezioso rame. Il tutto in una zona dove si coltivano frumento, fave, e altri alimenti che finiscono poi sulle tavole dei siciliani.
Stesso panorama devastato si presenta su Montelungo, in quello che dovrebbe essere una Riserva naturale destinata alla totale fruizione turistica. Nessuno si occupa di ripristinare un semplice cancello per evitare che le auto e le moto da cross calpestino anche questo panoramico anello in terra battuta nato per la corsa campestre, per i ciclisti e per le famiglie.
Territori Sostenibili, coordinamento di tredici associazioni locali, ha chiesto la bonifica delle trazzere e delle strade rurali e controlli più intensi, per punire in maniera esemplare coloro i quali da anni insozzano il territorio senza essere mai beccati. Un mercato criminale che nasce da una cultura basata sull’inciviltà di “clienti complici“ che per denaro avvelenano il territorio, l’unica spinta primaria al rilancio turistico dell’area gelese.

L’assessore gelese D’Aleo: “Sensibilizzare i cittadini”

GELA (CL) – I rappresentanti delle associazioni locali hanno chiesto ai “responsabili della sanità pubblica (sindaco, commissario della ex Provincia di Caltanissetta, Asp, Arpa nissena, Corpo forestale e altri ancora) di assumere finalmente la responsabilità di tutelare la salute dei cittadini riorganizzando di conseguenza le risorse disponibili sul territorio, come le guardie venatorie, le associazioni di volontariato, le guardie forestali, il videocontrollo delle zone più esposte, per arginare questo scempio che ogni giorno mortifica il territorio”.

Sulla questione, è intervenuto l’assessore comunale alla Polizia urbana Giuseppe D’Aleo, che ha voluto fare chiarezza soprattutto sull’aspetto dei controlli. “Per quello che ci compete – ha affermato – l’amministrazione comunale svolge i suoi compiti istituzionali in materia di protezione dell’ambiente e i nostri vigili urbani, fra i numerosi compiti, hanno anche quello di elevare multe a chi conferisce i rifiuti fuori dagli orari consentiti”.
“L’assessorato all’Ambiente – ha aggiunto – monitora costantemente la situazione delle zone periferiche, dove le discariche vengono bonificate per poi esse riempite entro qualche giorno. C’è una ditta apposita che si occupa della rimozione dei rifiuti ingombranti, secondo i canoni di legge. Se poi c’è chi avalla le proposte di qualche povero cittadino, che pur di guadagnare qualcosa libera le case private per poi distruggere l’ambiente, è chiaro che in questo modo non si potrà mai risolvere il problema”.
“È proprio questo il punto – ha concluso – la mancanza di sensibilizzazione dei cittadini, responsabili per la loro parte della situazione denunciata dalla associazioni”.

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