Servizi sociali, questi sconosciuti. Si allarga il gap tra Nord e Sud - QdS

Servizi sociali, questi sconosciuti. Si allarga il gap tra Nord e Sud

Liliana Rosano

Servizi sociali, questi sconosciuti. Si allarga il gap tra Nord e Sud

domenica 08 Giugno 2014

Istat: un siciliano beneficia mediamente di una spesa annua di 50 € contro i 160 del Nord-est. Nell’Isola solo 4 Comuni su 10 offrono il servizio degli asili nido, nel Friuli sono il 100%

PALERMO – Chi vive al Sud ha sempre più difficoltà a usufruire dei servizi sociali. Colpa della spending review o dei soldi spesi male. L’ultimo Rapporto Istat 2014 ci consegna un’Italia come sempre a due velocità: un Nord che rientra nella media europea e un Sud che si distacca sempre di più.
Secondo i dati Istat, una persona residente al Sud beneficia mediamente di una spesa sociale annua di circa 50 euro per i servizi e gli interventi offerti dai comuni, contro i 160 euro del Nord-est. A livello regionale il campo di variazione si allarga ulteriormente, passando da un minimo di 26 euro in Calabria a un massimo di 282 euro del Trentino-Alto Adige . In Sicilia la spesa servizi sociali a beneficio del cittadino arriva a toccare appena i 50 euro pro capite.
La spesa per l’area “famiglia e minori” a livello nazionale subisce un lievissimo aumento in valore assoluto, passando da circa 2 miliardi 813 milioni nel 2010 a 2 miliardi 818 milioni nel 2011 (+0,2 per cento), il peso relativo di quest’area di utenza sul totale della spesa sociale dei comuni passa dal 39,6 per cento nel 2010 al 40 per cento nel 2011. Tuttavia, rapportando la spesa alla popolazione di riferimento, data dai componenti delle famiglie con almeno un figlio minore, la quota pro-capite passa da 121 a 117 euro annui.
Diminuisce la spesa pro capite per l’integrazione al reddito familiare, il cui importo medio passa da 806 a 740 euro annui, mentre aumenta il numero dei beneficiari, da 143.599 nel 2010 a 145.331 nel 2011.
Un altro capitolo è quello dedicato agli asili nido. Anche qui il divario tra il Nord e il Sud si allarga quando leggiamo la copertura comunale del servizio asilo nido offerto.
Nell’Isola soltanto il 37,9 per cento dei comuni mette a disposizione dei cittadini il servizio dell’asilo nido mentre la copertura territoriale dei comuni raggiunge il 100 per cento nel Friuli Venezia Giulia.
Tra le regioni che vedono una situazione sfavorevole in termini di percentuale di comuni coperti la Calabria spicca con il valore più basso (13 1per cento). In Italia, i bambini che usufruiscono di asili nido comunali o finanziati dai comuni variano dal 3,5 per cento al Sud al 17,1 per cento al Nord-Est, mentre la percentuale dei Comuni che garantiscono la presenza del servizio varia dal 24,3 per cento al Sud all’82,6 per cento al Nord-est. Le regioni del Sud in cui si osservano le percentuali più basse di bambini che usufruiscono dei servizi all’infanzia , oltre la Sicilia, sono la Campania (1,9 per cento) e la Calabria (2,4 per cento).
L’Istituto di statistica, ha calcolato che nel 2011, in Italia, la spesa corrente impegnata dai comuni per gli asili nido, al netto della compartecipazione pagata dagli utenti, è stata pari a 1 miliardo e 245 milioni di euro, con un incremento complessivo del 46,4 per cento rispetto al 2004. Nello stesso periodo è aumentato del 37,9 per cento (oltre 55 mila unità) il numero di bambini iscritti agli asili nido comunali o sovvenzionati dai Comuni.
Insieme agli asili nido, ci sono i servizi integrativi per la prima infanzia. In questa categoria rientrano ad esempio i micronidi, i nidi famiglia. Anche qui le divergenze territoriali sono ampie. La Sicilia ha una copertura bassissima nei comuni: ben il 5,6 per cento contro il 42,4 % delle Province di Trento e Bolzano.

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