La politica è servizio consiglieri a costo zero - QdS

La politica è servizio consiglieri a costo zero

Carlo Alberto Tregua

La politica è servizio consiglieri a costo zero

martedì 17 Giugno 2014

La classe dirigente partecipi e controlli

Sosteneva Gustave Flaubert (1821-1880) che la stupidità è una potenza cosmica. Aggiungiamo che è meglio avere a che fare con un delinquente intelligente che con un cretino onesto. La premessa per riportare quanto sostenuto da Aristotele e cioè che la politica è un servizio, nell’interesse di tutti.
Ma se è servizio, non c’è ragione per la quale i consiglieri comunali prendano indennità e gettoni di presenza. Se è un servizio, perché i Consigli comunali non si riuniscono dalle 19 in avanti, dopo che i consiglieri hanno finito di fare il loro lavoro e, proprio per servizio, impiegano la serata e la nottata, quando serva, per affrontare le questioni che interessano i cittadini?
Bisogna che l’opinione pubblica manifesti la propria esecrazione nei confronti dei politici senzamestiere che hanno trasformato il mandato popolare in un posto di lavoro. Se non vi è un’indignazione, forte e alta, da parte dei cittadini nei confronti di chi ruba un emolumento col fare politica, i politicanti continueranno a imperversare.

Sosteniamo, non da ora, che anche i consiglieri regionali dovrebbero lavorare gratis, salvo il rimborso delle spese vive sostenute per la logistica (trasporti, alloggi e ristorazione). Nessuno ha prescritto a chi vuol fare quest’attività di servizio che debbano mantenersi collaboratori pagati coi nostri soldi. Chi vuole fare campagna elettorale deve contare sui contributi volontari dei propri sostenitori. Peraltro, la recente legge sul finanziamento dei partiti (L. 13/2014) prevede sgravi fiscali a favore dei benefattori e dei sostenitori.
La politica ha un costo, ma esso non dev’essere sostenuto dalla collettività, bensì dalle comunità che sono favorevoli a questo o all’altro partito. Non c’è nessuna ragione che io cittadino, se non vado a votare o se voto per il partito A, di fatto finanzio il partito B e i suoi rappresentanti nelle Camere, nei Consigli regionali e in quelli comunali.
La politica è un’arte nobile, se è servizio, ripetiamo. Oppure è una cosa indegna, un’attività parassitaria, fatta per soddisfare egoismi e per tenere sulle cadreghe tanta gente inutile e dannosa perché non è capace neanche di badare a se stessa: parassiti puri e semplici.
 

In politica debbono andare coloro che hanno dato dimostrazione di avere conseguito nella propria vita professionale risultati. È vero che la democrazia prevede che anche gli imbecilli possano essere candidati, che anche i corrotti possano essere candidati, che anche quelli che hanno gli scheletri negli armadi possano essere candidati; ma tutti costoro devono essere in numero fisiologico rispetto alla maggioranza dei responsabili delle istituzioni, che invece sono capaci di dare risposte e soluzioni ai gravissimi e innumerevoli problemi che gravano sui cittadini, soprattutto su quelli più deboli e bisognosi.
Ma anche gli elettori devono responsabilizzarsi ed evitare di dare il loro consenso a quella parte di candidati incapaci e disonesti. L’esercizio civile dei diritti politici non si fa solo nel momento delle elezioni, ma durante l’intero arco della legislatura o della consiliatura, mediante un ferreo controllo sugli atti e sui comportamenti degli eletti, giorno per giorno, senza sosta e senza tentennamenti.

Le grandi organizzazioni imprenditoriali, fra cui Confindustria e Confcommercio, ma anche quelle artigianali e agricole, i grandi sindacati, tutti gli Ordini professionali, le associazioni di consumatori vere (quelle fasulle non hanno titolo), le associazioni ambientaliste e tutti i pezzi della società, rappresentati da una classe dirigente, hanno il dovere di intervenire continuamente nella gestione della Cosa pubblica per portare all’opinione pubblica le nefandezze compiute, ma anche le inefficienze e le incapacità, mentre vanno citati tutti coloro che hanno operato meritevolmente.
I Club services, per non dimostrare l’inutilità della loro esistenza, dovrebbero effettivamente servire inserendosi giorno per giorno nelle attività di Comuni, Regioni e Stato, proponendo soluzioni e sanzionando in maniera inequivocabile tutti i comportamenti dilatori che mantengono la società italiana e locale in queste precarie condizioni.
Nessuno è esente da responsabilità, ma tutti dobbiamo concorrere a ribaltare questo grave stato degli italiani. Oppure siamo amebe.

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