PALERMO – È opinione diffusa che il metro della povertà consista nel possesso o meno dei mezzi di sussistenza; se, senz’altro le difficoltà economiche sono una grave minaccia al benessere, discorso simile vale per la scarsità di opportunità educative e formative, specialmente per i giovani.
In Italia oltre un milione di giovani non ha i mezzi minimi per vivere dignitosamente, e, in un processo che si autoalimenta, si vede deprivato anche dell’opportunità di partecipare ad attività culturali e ricreative, essenziali per un sano sviluppo.
Recentemente il tema ha richiamato l’attenzione di Save the Children che, nel rapporto “La lampada di Aladino – L’indice per misurare le povertà educative e illuminare il futuro dei bambini in Italia”, ha esaminato l’adeguatezza di alcuni servizi del territorio, come la refezione scolastica.
Recentemente il tema ha richiamato l’attenzione di Save the Children che, nel rapporto “La lampada di Aladino – L’indice per misurare le povertà educative e illuminare il futuro dei bambini in Italia”, ha esaminato l’adeguatezza di alcuni servizi del territorio, come la refezione scolastica.
Questa è un potente fattore di socializzazione, nonché stimolo per una corretta educazione alimentare, e l’esserne esclusi (perché le famiglie più povere non se la possono permettere) danneggia la dignità dei piccoli.
Per l’offerta del servizio il Sud detiene uno dei primati peggiori (51% in Sicilia, 49% in Campania e 47% in Puglia), per l’anno scolastico 2011-2012, dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di secondo grado.
All’opposto, in alcune regioni del Nord la mensa è presente in oltre il 70% delle scuole, con un picco in Piemonte (73,4%).
Per quanto riguarda la connessione a Internet, essenziale in una scuola di qualità, nel 2013-2014, la Sicilia si piazza a metà classifica, in quanto a disponibilità nelle scuole primarie e secondarie (63%), meglio di Toscana (61%) e Piemonte (55%), mentre prima è la Basilicata (77%).
Per quanto riguarda la connessione a Internet, essenziale in una scuola di qualità, nel 2013-2014, la Sicilia si piazza a metà classifica, in quanto a disponibilità nelle scuole primarie e secondarie (63%), meglio di Toscana (61%) e Piemonte (55%), mentre prima è la Basilicata (77%).
Le povertà educative non si limitano all’ambiente scolastico, ma interessano a vasto raggio altre opportunità formative, come le visite ai musei e la lettura.
La situazione è stavolta drammatica interamente nel Mezzogiorno e nelle Isole, dove meno di un bambino su tre ha visitato mostre o musei, nel 2013. In questo trend negativo, fa meglio la Sicilia (26%), rispetto per esempio a Campania (23%), Calabria (21%) e Molise (16%), ma siamo lontani dagli standard di Trento e Bolzano (64%).
Per quanto riguarda la visita ai siti archeologici, in quattro regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Puglia, Campania, Calabria) si va addirittura sotto il 20%, benchè si tratti di siti di fama mondiale.
La partecipazione a concerti, invece, è dappertutto inferiore al 50%; nel 2013, la Sicilia è al penultimo posto (18%), solo meglio del Molise (17%).
Per la mancata opportunità di lettura sempre al Sud si registrano i dati peggiori: solo il 34% dei ragazzi siciliani tra 3 e 17 anni ha letto almeno un libro, a parte quelli scolastici, nel 2013 (a fronte della media italiana del 52%), segue la Calabria (31%).
Non sappiamo se nel futuro a tutti i bambini sarà data la concreta occasione, a prescindere dalla condizione socioeconomica, di accedere ai servizi a carattere formativo.
Non sappiamo se nel futuro a tutti i bambini sarà data la concreta occasione, a prescindere dalla condizione socioeconomica, di accedere ai servizi a carattere formativo.
è certo però che, se a un bambino viene negata la possibilità, data dagli stimoli culturali, di sviluppare capacità intellettive e sociali, gli si crea un danno che intacca non solo il suo futuro, ma quello della società che questi è chiamato, con il proprio contributo, a migliorare.

